Eve: “No.”
Villanelle: “I love you.”
Eve: “No.”
Villanelle: “I do.”
Eve: “You don’t understand what that is.”
Villanelle: “I do. You’re mine.”
Eve: “No.”
Villanelle: “You are! You’re mine! Eve! Thought you’re special.”
Eve: “I’m sorry to disappoint.”
Questa seconda stagione di Killing Eve si conclude rimanendo in linea con quanto mostrato nei precedenti episodi: una storia senza un vero filo logico; dei personaggi secondari privi di senso; una forte dipendenza dalla comparsa in scena di entrambi i personaggi principali allo stesso tempo; trame completamente dimenticate.
È un finale dolce amaro che, a dispetto di quello del passato anno, pone lo spettatore nella scomoda posizione di domandarsi con quanta speranza e desiderio attendere il già annunciato terzo ciclo narrativo.
La puntata segue le orme della stagione, come detto, infatti la sceneggiatura continua a sembrare non solo semplicistica e senza sbocchi, ma quasi forzatamente e velocemente scritta: il “villain” della stagione viene liquidato in una scena che non solo risulta essere ridicola, ma che è anche anticlimatica (in senso negativo). Da questa repentina eliminazione la storia svanisce nel nulla: Eve e Villanelle prima scappano insieme, poi si allontanano, poi si ricongiungono. Carolyn continua ad apparire criptica ed enigmatica e sì, forse all’inizio poteva spingere lo spettatore a porsi mille domande sulla sua dubbia figura, ma dopo 16 episodi la cosa inizia a farsi leggermente patetica. Stesso discorso per la figura di Konstantin: si percepisce che gli sceneggiatori vogliano costruire attorno a questi personaggi un’aura, come detto, criptica ed utile a mantenerli validi su più fronti ma ad un certo punto deve essere presa una decisione chiara e definitiva che li riguardi entrambi.
La puntata mantiene costanti i buoni elementi che contraddistinguono Killing Eve: una musicalità scenica molto rara e due personaggi principali non solo unici, ma addirittura iconici nella loro peculiare caratterizzazione.
Killing Eve funziona quando in scena compaiono contemporaneamente Eve e Villanelle. Il resto è piattume (e pattume, volendo) che si potrebbe benissimo evitare. Soprattutto perché le sottotrame legate agli altri personaggi sono tutto fuorché interessanti o presentate decentemente: la dipartita della bella amica del marito di Eve non viene nemmeno presa in considerazione in questo episodio nonostante avesse rappresentato la chiusura con colpo di scena della precedente puntata; della famiglia di Konstantin interessa davvero poco allo spettatore arrivato a questo punto della narrazione; Carolyn, Hugo ed Aaron sono dei personaggi completamente gettati alla rinfusa all’interno di questa stagione senza un vero collegamento con lo spettatore (che non può quindi empatizzare) e nemmeno con Eve o Villanelle.
La serie funziona con le due antagoniste-amanti insieme in scena, quindi. Ed il finale di episodio concede proprio questo lato della storia: Eve e Villanelle in fuga dai Dodici (ricomparsi magicamente all’interno della trama senza che ne venisse fatta una vera e propria introduzione in corso d’opera) e ancora incapaci di soppesare quali emozioni esattamente scuotano i rispettivi animi. L’attrazione è da sempre stato un elemento di unione tra i due personaggi, ma se da un lato rimane declinato in pura attrazione lavorativa-psicologica (Eve), dall’altro c’è un voler spingere questa attrazione verso qualcosa di più nobile come l’amore (Villanelle). Sempre che, considerato il background specifico, sia un sentimento in grado di comprendere fino in fondo.
Questa seconda stagione si conclude nello stesso identico modo in cui si era conclusa lo scorso ciclo, ma a ruoli inversi: è Eve questa volta che risulta essere stata ferita gravemente dal colpo di pistola sparato da Villanelle (ferita, sì, perché difficilmente la serie si priverà in questo modo della protagonista), con la giovane ed ammaliante killer che se ne va disorientata e scossa dal luogo dell’accaduto, fuggendo.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Uno a uno, quindi. Palla al centro, si riparte con la terza stagione. Si spera in meglio questa volta.
Wide Awake 2×07 | 0.41 milioni – 0.1 rating |
You’re Mine 2×08 | 0.37 milioni – 0.1 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.