“85,000 women a year raped in the UK, this says. And only 5.7 per cent of cases reported end in a convinction.”
E’ stupro o non è stupro? Il pregio maggiore di Liar continua ad essere, anche nel secondo episodio, la sua capacità di confondere continuamente le acque, di insinuare il dubbio ogni volta che la verità sembra sul punto di venire a galla, di rendere quasi totalmente inaffidabile il punto di vista di Laura Nielson riuscendo nel contempo a impedire allo spettatore di fidarsi ciecamente di quanto dice Andrew Earlham, perché la sensazione che abbia qualcosa da nascondere, già presente nel pilot, qui si rafforza. La nuova creatura dei fratelli Williams è una sorta di gatto di Schrödinger televisivo: come il povero felino del paradosso è a un tempo vivo e morto, per via della sovrapposizione degli stati quantistici, così la nuova creatura dei fratelli Williams è insieme la battaglia di una donna per assicurare alla giustizia il proprio stupratore e la difesa di un uomo dalla calunnia che minaccia di distruggerlo, perché entrambi i protagonisti sono pienamente convinti della propria versione. La differenza è che per scoprire il fato del gatto di Schrödinger basta aprire la scatola e osservare, per sbrogliare la matassa di Liar bisogna scavare molto più a fondo nel passato e nell’anima dei personaggi e non è neanche detto che ci sia qualcosa al termine di questa operazione.
Parlando di personaggi, non si può non constatare la forte disparità di trattamento tra i due protagonisti, ben resi e ben approfonditi, e tutti i personaggi di contorno, abbozzati o tutt’al più ridotti a macchiette, nel migliore dei casi funzionali all’avanzamento della trama (come il personaggio di Tom, l’ex-fidanzato di Laura che investigando sul passato di Andrew fa emergere i suoi scheletri nell’armadio), altri al momento apparentemente inutili (come il detective donna incinta).
Joanne Froggatt dà il meglio di sé nell’interpretazione di una donna traumatizzata dalla (presunta) violenza carnale subita, priva di fiducia nei confronti della polizia e spaventata, in parte forse anche rassegnata, all’idea che il suo (presunto) stupratore possa rimanere a piede libero e non essere punito; ma la linea che separa il desiderio di giustizia e l’ossessione paranoica è sottile, ancora più sottile in un soggetto che ha avuto in passato problemi psicologici quale è Laura, e il dubbio che tutta questa storia sia soltanto una sua suggestione mentale è forte. Laura potrebbe essere un testimone totalmente inaffidabile e non è un caso che nella lezione che svolge in questo episodio citi il personaggio di Jay Gatsby del celebre romanzo di Francis Scott Fitzgerald, prototipo del narratore non onesto di cui il lettore non può pienamente fidarsi; ma se anche mentisse, Laura non lo farebbe volontariamente, essendo pienamente convinta di quello che dice. Come se non bastasse, la donna deve fare i conti anche con ciò che ha compiuto nel finale del pilot rendendo pubblico il presunto stupro nel tentativo di colpire Andrew: gli autori sono bravi a mostrare gli aspetti più turpi dell’opinione pubblica del web, lesta a ironizzare sull’accaduto (“The guy she’s accusing is so much hotter than her. She’d be so lucky.” recita un post) o peggio a ripescare vecchie foto di una donna in abiti succinti per usarle come prova del fatto che sia una poco di buono e che abbia ampiamente meritato di essere stuprata (“She deserved it. She looks like a slut.” recita un altro).
Purtroppo i fratelli Williams, nella loro ricerca del dramma e della complicazione della trama a tutti i costi, decidono di rendere Laura protagonista di un’intrusione a casa di Andrew, per cercare nuovi elementi che lo incastrino e nello specifico prove che dimostrino che l’ha drogata e che la donna crede di aver individuato in una boccetta di vetro contenente un liquido trasparente, che si rivelerà insulina e non una qualche sostanza per drogare e rendere inermi povere donzelle di cui abusare (ciò ovviamente non confuta completamente l’idea che Andrew possa averla davvero drogata). L’intrusione nella casa di Andrew è un gesto pienamente coerente col personaggio di Laura, con le sue ossessioni e con la sua sfiducia verso la polizia; il problema è che i fratelli Williams non riescono a rinunciare a una buona dose di cliché e stereotipi del caso, facendo ad esempio provvidenzialmente arrivare Andrew a casa quando Laura è ancora dentro ma ha finito di frugare tra le sue cose, sicché la donna può nascondersi e sgattaiolare fuori una volta che l’uomo è salito in camera sua. Il vero capolavoro, se così lo si può definire, è però la perdita di Laura di un orecchino, che viene più avanti ritrovato da Andrew e costituisce la prova della violazione di domicilio che il chirurgo sfrutterà a suo vantaggio: non solo è un espediente narrativo di una banalità allucinante, visto e rivisto, ma soprattutto è assurdo che i poliziotti venuti qualche ora prima a ispezionare la casa con un mandato non lo trovino, pur essendo gente specializzata a scovare il minimo dettaglio sospetto, mentre il padrone di casa lo nota in un niente.
Anche su Andrew continuano ad addensarsi nubi oscure e il suicidio della moglie avvenuto undici anni prima appare sempre più sospetto alla luce di presunte violenze domestiche all’interno della coppia, quando viveva a Edinburgo: se fosse provato che il rinomato chirurgo ha spinto la donna all’estremo gesto o l’ha addirittura uccisa facendo passare il tutto per un suicidio, la sua immagine di uomo probo e onesto crollerebbe, mentre per ora si limita a vacillare pericolosamente. Se Laura si sta configurando sempre più come donna paranoica di cui lo spettatore non si può fidare totalmente, pure Andrew sta perdendo quell’aura da santo e da uomo perfetto che sfoggiava all’inizio, anche se proprio alla fine dell’episodio un colpo di scena inaspettato e sconvolgente riapre i giochi: il chirurgo riceve la telefonata di un uomo misterioso, Dennis Walters (interpretato da Peter Davison, noto soprattutto come il Quinto Dottore), il quale gli rivela che già in passato Laura ha fatto qualcosa di simile, incolpando un povero disgraziato e rovinandogli la vita. Dopo un plot twist del genere, non si può non aspettare con trepidazione la terza puntata.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Episode 1 1×01 | 4.75 milioni – ND rating |
Episode 2 1×02 | 4.98 milioni – ND rating |
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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.