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Il progetto Mayans MC ha tutti le caratteristiche per far pensare al grande pubblico che Kurt Sutter, dopo il flop di The Bastard Executioner, sia voluto tornare sui suoi passi, battendo un territorio già collaudato e di sicuro successo, anche se forse proprio per questo ancora più rischioso. Il primo episodio, sotto certi aspetti, poteva tranquillamente confermare questa visione. Alcune varianti non andavano a smontare la struttura tipica da spin-off dove un rassicurante universo conosciuto va a tratteggiare una storia che ricalca l’originale.
Questo secondo episodio potrebbe però imporre un passo indietro a chiunque la settimana scorsa abbia fatto un pensiero simile. Non si parla delle differenza nel protagonista e nelle dinamiche della gang motociclistica: per quelle era sufficiente anche la 1×01. Si parla di ciò che Sutter vuole veramente raccontare. Una rivoluzione clandestina ai confini tra Messico e Stati Uniti, una guerra neanche troppo silenziosa nei confronti del cartel, un boss con un passato travagliato e misteri antecedenti la sua stessa nascita: Kurt Sutter sembra voler costruire una mitologia completamente nuova. Farlo all’interno di un ambiente familiare al pubblico rappresenta quasi un esercizio di stile – un virtuosismo – superiore. Si è parlato nella scorsa recensione dell’apparizione di Gemma in un flashback, non può in questo caso non catturare l’attenzione la gradita comparsa di Chuckie, il masturbatore incallito di SoA.
Ma come si stava dicendo, Mayans MC sembra voler raccontare qualcosa di altro, utilizzando come mezzo i motociclisti. Ma se questi sono inevitabilmente l’elemento di raccordo e il timbro dell’autore, altri elementi comuni sono inseriti in disordine all’interno di questo nuovo show. Esempio lampante di ciò è la storia che la mamma di Galindo racconta al figlio, tirando in ballo un fratello morto e di conseguenza la tematica estremamente sutteriana dei ricorsi generazionali. Galindo jr. è quindi il nuovo Jax? Soprattutto se si considera l’altro grande elemento comune: il rapimento del figlio. Se in quel caso l’IRA era la momentanea antagonista, in questo caso il movimento de Los Olvidados è assai vicino ai protagonisti, clandestini all’interno del loro stesso gruppo. Gruppo inevitabilmente sfaldato, neutro e senza una vera e propria direzione da prendere, inconsapevolmente tra due fuochi (i ribelli e il cartel), senza quell’unità di intenti che spesso muoveva la compagine di Charming.
Immancabile la dinamica che i fan direbbero shakespeariana e che i più critici additerebbero come da soap opera: dai già citati segreti passati di Galindo, al triangolo amoroso che vede fronteggiarsi il malvagio potente e l’umile con valori, oltre alla grande varietà di personaggi che inevitabilmente darà vita a diverse sottotrame.
Il confronto da parte del fan con Sons Of Anarchy è inevitabile e se da un lato, come già detto, questo potrebbe portare ad una base di familiarità utile a far saltare il passaggio di ambientamento, tale confronto mette Mayans MC anche in una posizione di svantaggio. Aver imparato ad amare e conoscere ogni singola personalità della serie madre aumenta l’insofferenza verso la momentanea incapacità di identificare e dare una forma anche al gruppo finora presentato. Sicuramente le premesse sono buone per creare figure ulteriormente sfaccettate e che possano muovere da sole i propri passi, senza un continuo confronto (certo l’interprete del presidente di questo gruppo non è proprio diversissimo al Clay di SoA, almeno da un punto di vista somatico).
La trama è già entrata nel vivo, l’ambientamento come si è visto non è necessario, a questo punto sarà banalmente l’efficacia della storia narrata e dei suoi sviluppi a poter far esultare per un prodotto riuscito. La strada sembra buona.
Questo secondo episodio potrebbe però imporre un passo indietro a chiunque la settimana scorsa abbia fatto un pensiero simile. Non si parla delle differenza nel protagonista e nelle dinamiche della gang motociclistica: per quelle era sufficiente anche la 1×01. Si parla di ciò che Sutter vuole veramente raccontare. Una rivoluzione clandestina ai confini tra Messico e Stati Uniti, una guerra neanche troppo silenziosa nei confronti del cartel, un boss con un passato travagliato e misteri antecedenti la sua stessa nascita: Kurt Sutter sembra voler costruire una mitologia completamente nuova. Farlo all’interno di un ambiente familiare al pubblico rappresenta quasi un esercizio di stile – un virtuosismo – superiore. Si è parlato nella scorsa recensione dell’apparizione di Gemma in un flashback, non può in questo caso non catturare l’attenzione la gradita comparsa di Chuckie, il masturbatore incallito di SoA.
Ma come si stava dicendo, Mayans MC sembra voler raccontare qualcosa di altro, utilizzando come mezzo i motociclisti. Ma se questi sono inevitabilmente l’elemento di raccordo e il timbro dell’autore, altri elementi comuni sono inseriti in disordine all’interno di questo nuovo show. Esempio lampante di ciò è la storia che la mamma di Galindo racconta al figlio, tirando in ballo un fratello morto e di conseguenza la tematica estremamente sutteriana dei ricorsi generazionali. Galindo jr. è quindi il nuovo Jax? Soprattutto se si considera l’altro grande elemento comune: il rapimento del figlio. Se in quel caso l’IRA era la momentanea antagonista, in questo caso il movimento de Los Olvidados è assai vicino ai protagonisti, clandestini all’interno del loro stesso gruppo. Gruppo inevitabilmente sfaldato, neutro e senza una vera e propria direzione da prendere, inconsapevolmente tra due fuochi (i ribelli e il cartel), senza quell’unità di intenti che spesso muoveva la compagine di Charming.
Immancabile la dinamica che i fan direbbero shakespeariana e che i più critici additerebbero come da soap opera: dai già citati segreti passati di Galindo, al triangolo amoroso che vede fronteggiarsi il malvagio potente e l’umile con valori, oltre alla grande varietà di personaggi che inevitabilmente darà vita a diverse sottotrame.
Il confronto da parte del fan con Sons Of Anarchy è inevitabile e se da un lato, come già detto, questo potrebbe portare ad una base di familiarità utile a far saltare il passaggio di ambientamento, tale confronto mette Mayans MC anche in una posizione di svantaggio. Aver imparato ad amare e conoscere ogni singola personalità della serie madre aumenta l’insofferenza verso la momentanea incapacità di identificare e dare una forma anche al gruppo finora presentato. Sicuramente le premesse sono buone per creare figure ulteriormente sfaccettate e che possano muovere da sole i propri passi, senza un continuo confronto (certo l’interprete del presidente di questo gruppo non è proprio diversissimo al Clay di SoA, almeno da un punto di vista somatico).
La trama è già entrata nel vivo, l’ambientamento come si è visto non è necessario, a questo punto sarà banalmente l’efficacia della storia narrata e dei suoi sviluppi a poter far esultare per un prodotto riuscito. La strada sembra buona.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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La scelta di entrare subito nel vivo, distaccandosi dagli elementi cardine della serie madre per ora sembra pagare. Equilibrio e giusto ritmo nel prosieguo della stagione decreteranno una definitiva riuscita di questo ambizioso spin-off.
Perro Oc. 1×01 | 2.53 milioni – 1.1 rating |
Escorpion/Dzec 1×02 | 2.01 milioni – 0.8 rating |
Sponsored by Sons Of Anarchy Italia
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.