0
(0)
Dopo un secondo episodio di transizione, contraddistinto da numerosi flashback sulla carriera militare di Perry Mason, ci si aspettava un avanzamento deciso della storia ma così non è stato.
Infatti, una volta accertata la peculiare natura del prodotto seriale di casa HBO, che come visto nel pilot si distacca molto dall’originale, la storia ha faticato a decollare, situazione che si è riproposta in questo terzo appuntamento stagionale.
La narrazione procede molto lentamente, con pochi eventi significativi a scapito di un minutaggio veramente troppo elevato, ben 60 minuti, problema che oramai riguarda la maggior parte dei prodotti televisivi statunitensi.
Da segnalare senz’altro l’incontro tra il detective Mason e l’agente di polizia Drake, il quale dopo qualche tentennamento decide di collaborare, un momento sicuramente importante per lo sviluppo dello show nei prossimi episodi. Matthew Rhys si conferma perfetto nell’interpretare Perry Mason, con tutti i suoi demoni interiori, ma non è il solo a spiccare visto che l’intero cast risulta ottimo: in particolar modo, Tatiana Maslany si fa notare nella sua interpretazione di Sister Alice, predicatrice evangelica che cerca di sostenere Emily e a modo suo partecipa al dramma della famiglia Dodson.
A livello tecnico HBO non si smentisce, confezionando una serie dove regia e fotografia risultano veramente impeccabili, per un comparto tecnico ottimo, caratterizzato anche da una buona ricostruzione storica del periodo in cui sono ambientate le vicende investigative.
Nonostante l’andamento lento della puntata, nella parte conclusiva dell’episodio vi è un deciso cambio di passo, con la narrazione che procede speditamente, con Mason che finalmente scopre le macchinazioni dei poliziotti dietro il caso, grazie all’aiuto di Drake, mentre Sister Alice è in preda al misticismo religioso. La sensazione è che oltre l’omicidio del piccolo Charlie, gli autori vogliano raccontare molto di più, concentrandosi prima di tutto sulla vita personale di Perry Mason, il quale non sembra essersi mai ripreso completamente dalla guerra in Francia, con problemi non solo economici ma anche di alcolismo e depressione, senza dimenticare la sua famiglia disastrata, come testimoniano le chiamate all’ex moglie e al figlio.
Inoltre, il caso in questione diventa un escamotage narrativo per rappresentare diversi aspetti della realtà dell’epoca come il connubio malato di protagonismo tra giustizia e giornalismo, le sette religiose in forte crescita tra la società civile e la ghettizzazione dei neri, un contesto sociale caratterizzato da numerose criticità che si intreccia in modo determinate al caso, prendendone quasi il sopravvento narrativamente parlando.
I presupposti per fare bene ci sono tutti e visti i diversi episodi ancora a disposizione, è lecito aspettarsi un ulteriore salto di qualità per un prodotto seriale che con un ritmo narrativo più sostenuto e la storia che inizia a entrare nel vivo, può sicuramente ritagliarsi il suo spazio nell’ormai affollatissimo mondo delle serie tv.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Un buon episodio per lo show di casa HBO che conferma quanto di positivo visto sino ad ora, soprattutto nel comparto tecnico e per quanto riguarda l’ottimo cast selezionato. Tuttavia, visto l’ampio screen time a disposizione è lecito aspettarsi molto di più dal punto di vista narrativo, dato che sino ad ora lo sviluppo della storia è stato veramente molto lento, rendendo pesante la visione, motivo per cui si opta per una semplice sufficienza ma nulla di più.
Chapter Two 1×02 | 0.80 milioni – 0.1 rating |
Chapter Three 1×03 | 0.95 milioni – 0.1 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.