0
(0)
“It’s funny, you spend all these years with somebody, and one day, they’re just gone. And you realize you’ll never see them again. But I guess that’s life, isn’t it?”
Come spesso accade all’interno delle serie tv, la morte di uno dei personaggi principali non viene lasciata a se stessa, quanto piuttosto si cerca di sfruttarla, rendendola fulcro centrale della narrazione fino al naturale decadimento del suo potenziale.
E.B. Jonathan, personaggio interpretato da John Lithgow, sembrava aver salutato il pubblico di Perry Mason in maniera forse eccessivamente veloce: la costruzione del suo crollo psicologico è stata sicuramente repentina sotto molti punti di vista ed una sua dipartita rendeva praticamente monco l’intero team Mason, visto e considerato che era E.B. ad aver ricevuto l’incarico di avvocato da Emily Dodson. Superata la metà della stagione, quindi, Perry Mason rimescola le carte in gioco e decide che bisogna ricominciare da capo. Si tratta di una ripartenza striminzita dal punto di vista contenutistico considerato che di veri e propri sviluppi a livello narrativo (collegati ovviamente alla risoluzione del caso del rapimento/morte del piccolo Charlie) la puntata latita. Questo quinto appuntamento preferisce mantenere un alto livello di attendismo generale cercando di giocare con il proprio pubblico attorno al fattore famiglia: come sottolineato infatti ad inizio recensione, la morte di un personaggio importante non può circoscriversi alla sua pura e semplice dipartita, ma deve rappresentare perno attorno al quale poter presentare al pubblico determinate riflessioni.
Ecco quindi che la figura di E.B., umanamente ritenuta corretta e rispettata tanto dal pubblico quanto da Mason e Della, viene lentamente decostruita quando il figlio accoglie silenziosamente le spoglie del padre al cimitero: della famiglia nemmeno l’ombra, sintomatico di poca considerazione e di poco amore che il figlio di E.B. non tarda a sottolineare durante un dialogo. L’avvocato avrà rappresentato per Mason una sorta di figura paterna, tuttavia la sua vera famiglia sembra quasi averlo dimenticato, a tratti rinnegato totalmente.
E.B. Jonathan, personaggio interpretato da John Lithgow, sembrava aver salutato il pubblico di Perry Mason in maniera forse eccessivamente veloce: la costruzione del suo crollo psicologico è stata sicuramente repentina sotto molti punti di vista ed una sua dipartita rendeva praticamente monco l’intero team Mason, visto e considerato che era E.B. ad aver ricevuto l’incarico di avvocato da Emily Dodson. Superata la metà della stagione, quindi, Perry Mason rimescola le carte in gioco e decide che bisogna ricominciare da capo. Si tratta di una ripartenza striminzita dal punto di vista contenutistico considerato che di veri e propri sviluppi a livello narrativo (collegati ovviamente alla risoluzione del caso del rapimento/morte del piccolo Charlie) la puntata latita. Questo quinto appuntamento preferisce mantenere un alto livello di attendismo generale cercando di giocare con il proprio pubblico attorno al fattore famiglia: come sottolineato infatti ad inizio recensione, la morte di un personaggio importante non può circoscriversi alla sua pura e semplice dipartita, ma deve rappresentare perno attorno al quale poter presentare al pubblico determinate riflessioni.
Ecco quindi che la figura di E.B., umanamente ritenuta corretta e rispettata tanto dal pubblico quanto da Mason e Della, viene lentamente decostruita quando il figlio accoglie silenziosamente le spoglie del padre al cimitero: della famiglia nemmeno l’ombra, sintomatico di poca considerazione e di poco amore che il figlio di E.B. non tarda a sottolineare durante un dialogo. L’avvocato avrà rappresentato per Mason una sorta di figura paterna, tuttavia la sua vera famiglia sembra quasi averlo dimenticato, a tratti rinnegato totalmente.
“I do solemnly swear I will support the Constitution of the United States and the Constitution of the State of California. I will employ such means only as are consistent with truth and honor. I will maintain the confidence and preserve inviolate the secrets of my client. I will abstain from all offensive personality unless required by the justice of the cause with which I am charged.
I will never reject the cause of the defenseless or oppressed. So help me God.”
I will never reject the cause of the defenseless or oppressed. So help me God.”
Le sequenze successive sono quindi volutamente dedicate all’ambito famigliare prima di Mason (che fa visita all’ex moglie ed al figlio) e successivamente di Paul Drake, il poliziotto che per primo sembrava aver paventato la possibilità di un quarto uomo nella stanza in cui erano presenti i rapitori/assassini di Charlie e che ben presto è stato messo a tacere. Una figura, quella di Drake, che potrebbe già dal prossimo episodio tornare in auge ed in aiuto proprio di Mason spinto da un rinvigorito amore verso la giustizia risvegliato dall’ennesima dimostrazione di razzismo in cui lui e sua moglie sono occorsi (nonché stati vittima).
Ma la morte di E.B. non viene circoscritta al puro e semplice desiderio di rimettere in scena l’elemento famiglia per alcuni dei personaggi principali della serie: verso il finale di puntata la morte dell’avvocato diventa vero e proprio spunto per la vera evoluzione della serie stessa.
Mason da puro e semplice investigatore privato squattrinato e senza alcun tipo di aplomb sociale diventa, a tutti gli effetti, un avvocato. Va quindi a chiudersi il cerchio evolutivo del personaggio andando a richiamare, finalmente, la serie originale: la differenza tra i due charachter (quello interpretato da Matthew Rhys e quello interpretato negli anni sessanta da Raymond Burr) era principalmente il ruolo lavorativo completamente diverso (oltre che, ovviamente, l’atteggiamento e forse l’astrazione sociale). La narrativa cerca quindi di riallinearsi all’originale sfruttando la prima morte importante dello show, una scelta azzardata, ma che crea ulteriori speranze per le ultime puntate di questa stagione. A fare da contorno ci pensa lo stesso Perry Mason con un accorato discorso di critica legale e desiderio di giustizia, un discorso che non si circoscrive al solo caso di Charlie ma che va ad abbracciare l’intera società americana dell’epoca, una società a cui Perry non deve nulla, ma a cui è pronto a strappare tutto nella propria cavalcata trionfale verso la verità.
Ma la morte di E.B. non viene circoscritta al puro e semplice desiderio di rimettere in scena l’elemento famiglia per alcuni dei personaggi principali della serie: verso il finale di puntata la morte dell’avvocato diventa vero e proprio spunto per la vera evoluzione della serie stessa.
Mason da puro e semplice investigatore privato squattrinato e senza alcun tipo di aplomb sociale diventa, a tutti gli effetti, un avvocato. Va quindi a chiudersi il cerchio evolutivo del personaggio andando a richiamare, finalmente, la serie originale: la differenza tra i due charachter (quello interpretato da Matthew Rhys e quello interpretato negli anni sessanta da Raymond Burr) era principalmente il ruolo lavorativo completamente diverso (oltre che, ovviamente, l’atteggiamento e forse l’astrazione sociale). La narrativa cerca quindi di riallinearsi all’originale sfruttando la prima morte importante dello show, una scelta azzardata, ma che crea ulteriori speranze per le ultime puntate di questa stagione. A fare da contorno ci pensa lo stesso Perry Mason con un accorato discorso di critica legale e desiderio di giustizia, un discorso che non si circoscrive al solo caso di Charlie ma che va ad abbracciare l’intera società americana dell’epoca, una società a cui Perry non deve nulla, ma a cui è pronto a strappare tutto nella propria cavalcata trionfale verso la verità.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Da investigatore privato ad avvocato: Mason ultima la sua trasformazione e si prepara per il trittico di fine stagione, consapevole del proprio rinnovo.
Chapter Four 1×04 | 0.71 milioni – 0.1 rating |
Chapter Five 1×05 | 0.88 milioni – 0.1 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.