Euphoria: Special Episode – Trouble Don’t Last AlwaysTEMPO DI LETTURA 4 min

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Euphoria Special Recensione Trouble Don't Last Always“Listen, young blood. I was shooting dope before your mama’s egg dropped. I’ve lived a whole motherfuckin’ life to get to this diner to sit across from your arrogant ass, so don’t you ever “whatever” me.
You’re 17. You don’t know shit. You think you’re hard? I’m harder. You think you’re tough? I’m tougher. You got clean and want to kill yourself? Same motherfuckin’ story here. You want to know why? You want to know why? I’ll tell you why.
‘Cause you don’t know how to live life. Trying to bullshit everybody into thinking you’re hard, and you don’t give a fuck, when in reality, you give so much of a fuck, you can’t even bear to be alive. So guess what? New rule. No more wasting my motherfuckin’ time. You wanna use? Use. But the least you can do is be honest. Own that shit.”

 

Cosa c’è di più difficile che essere onesti con se stessi? Prima di rispondere a questo quesito è importante capire se ognuno ha mai fatto i conti con il proprio “io” e come si è sentito successivamente.
Il primo special natalizio di Euphoria, intitolato “Trouble Don’t Last Always”, gira completamente attorno a questo punto e lo fa lasciandosi dietro qualsiasi personaggio che non siano Rue ed Ali.
Lo speciale uscito il sei dicembre, è ambientato alla vigilia di Natale, ed è un episodio estremamente anomalo, di quelli che si vedono solo in show che non hanno paura di osare e che vogliono, anzi, sperimentare, fregandosene di quello che chiede il pubblico generalista. Difatti, lo spettatore si è trovato davanti una puntata girata in un unico luogo, se non fosse per la prima scena in cui Rue e Jules vivono allegramente una mattinata: falsa o vecchia che sia, ciò che si vede è dovuto solamente alla sensazione della protagonista della serie mentre cede inesorabilmente alla sua chimera, la tossicodipendenza. Dopo l’assunzione della dose il character di Zendaya torna a sedersi sul tavolo di una caffetteria e inizia a parlare con Ali per i restanti cinquanta minuti di episodio, per poi salire in macchina e farsi accompagnare a casa.

 

Where Is My Mind

No, HBO non è cascata nel solito cliché inserendo nel suo teen drama il capolavoro di Pixies, ma il viaggio interiore di Rue sarebbe potuto benissimo essere accompagnato dalla canzone più malinconica che esista. Ali, infatti, spinge la giovane tossicomane, dopo i soliti ed inutili convenevoli, a sforzarsi di parlare realmente, facendola esprimere, ascoltandola, aiutandola senza mai biasimarla. La giovane ragazza, prima riluttante e saccente, si ammorbidisce sempre più fino a lasciarsi andare, fino a raccontare ciò di cui si vergogna di più al mondo e perché si sta auto-condannando.
Ma per farle comprendere che Black ha ragione, Ali ha dovuto mettercela tutta, raccontando a sua volta la sua vita, i suoi sbagli, le sue speranze, rivelando al pubblico per la prima volta la sua tridimensionalità, per un personaggio che fino ad ora non era stato ancora approfondito. Il character di Colman Domingo che ha vissuto più rivoluzioni di quanto una persona si possa immaginare porta lo spettatore, con i suoi immensi e struggenti monologhi, a fare quanto chiesto ad inizio articolo. L’inesorabile viaggio claustrofobico dentro se stessi che porta ad affrontare l’intervento di Ali è l’unico modo per fermare il terribile ciclo vizioso in cui si è finiti, per smettere non solo di farsi del male ma soprattutto di far soffrire i propri cari. E lo sponsor della protagonista della serie combatte proprio per quest’ultimo punto, perché sa cosa vuol dire tradire il prossimo, così come conosce la solitudine che comporta e lo si vede soprattutto nella meravigliosa telefonata con le proprie figlie a metà episodio.

What If


Sam Levinson, ideatore, sceneggiatore e regista della maggior parte degli episodi della serie (compreso questo speciale), si è dimostrato un ambivalente amante dei poteri sia delle immagini, portando sempre in scena un lato tecnico sopraffino, che della sceneggiatura, caratterizzando in modo impeccabile i propri protagonisti e costruendoci sopra delle sottotrame tutt’altro che banali, nonostante promesse simili ai più classici teen drama. Tuttavia, in questo Christmas Special ha puntato, sperimentando come già accennato, tutto sulla potenza delle parole. Il risultato di questo esperimento è sotto la lente di tutti, ma non si può far altro che porsi un paio di semplici quesiti: senza i disagi causati dal Coronavirus questa puntata sarebbe mai esistita? In caso affermativo, sarebbe andata così? Probabilmente non si avrà mai una risposta a riguardo ma ciò fa presupporre che anche il secondo speciale, che attualmente non è ancora stato programmato, sarà di carattere simile senza troppi personaggi, per evitare un affollamento di cast che Levinson può abilmente schivare grazie alle sue grandi doti da writer.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Zendaya
  • Colman Domingo
  • Originalità dell’episodio
  • Non esistono giustificazioni
  • Sarebbe mai esistito questo episodio senza Covid-19?

 

“Trouble Don’t Last Always” primo special di Euphoria dell’anno è un episodio anomalo, che ricorda anche uno dei migliori episodi di Mr.Robot mai realizzati, ma che colpisce per il suo modo di portare lo spettatore ad affrontare la cruda realtà.

 

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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.

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