Inside Man 1×04 – Episode 4TEMPO DI LETTURA 4 min

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Inside Man 1x04 recensioneLe fattezze grottesche dei personaggi e le loro azioni insensate si tramutano ben presto in una tragedia senza precedenti.
L’ultima puntata di Inside Man conferma la natura ambigua della miniserie che non lascia la presa e non rinuncia alla stravaganza della narrazione e, in un susseguirsi di eventi sempre più surreali, mira a lasciare il segno nel catalogo Netflix. Ci è riuscita?

Harry Watling: “Don’t you dare judge me. I have acted out of love. I have acted out of duty. I have done my best and nothing, none of this it’s my fault.”

LA TRAGICOMMEDIA DEGLI EQUIVOCI


L’atmosfera surreale che riveste gli eventi di Inside Man cresce in maniera esponenziale nel corso delle tre puntate fino ad arrivare a un finale inimmaginabile.
La breve storia della famiglia Watling inizia con un banalissimo equivoco che avrebbe potuto risolversi in pochi minuti. Eppure il tutto, partito con una patina di commedia e di humor inglese che cerca sempre la battuta più seriosa (la moglie che cerca metodi per uccidere su Google; Stanley Tucci che gioca al piccolo detective) si trasforma in una brutale tragedia che finisce per investire molte più persone di quelle inizialmente coinvolte.
Il punto più alto di questa tragi-commedia degli equivoci si raggiunge nell’appartamento di Janice, dove Beth e Mary Watling mettono in atto una scena grottesca che sfiora punti di innegabile ilarità per concludersi in una pietosa tragedia.

UN AMOREVOLE PADRE DI FAMIGLIA


L’episodio finale sembra voler veicolare il messaggio secondo cui tutti sono capaci di tutto. Il male non è un inquilino che abita infrastrutture già marce, ma più un seme che può germogliare in qualsiasi terreno, da quelli più fertili fino a quelli meno immaginabili.
Guardando l’intera miniserie non si può certo dire che Harry Watling sia una persona riprovevole: anche nell’azione estrema, l’omicidio, Harry è una persona che appare priva della malvagità e della spregiudicatezza che ci si aspetterebbe da chi compie un efferato omicidio. Eppure Harry sceglie deliberatamente di uccidere.
Anche il giovane Ben finisce per essere vittima del vortice di bugie e indifferenza in cui è divorata in un baleno la sua famiglia. Le cose non dette, le bugie e i mancati chiarimenti si tramutano ben presto in esplosioni di violenza incontrollata che portano Ben a colpire in testa una donna con un martello.

“How dare you look frightened of me? That is insulting to me. […] I’m a kind and loving man.”

Il personaggio interpretato da David Tennant resta il più rappresentativo della serie. Harry non ha fatto nulla per malvagità, vendetta o qualsiasi altro abietto motivo. Harry fa tutto questo, secondo le sue parole, per amore e addirittura per senso del dovere. È un padre che ama suo figlio e ha il dovere di proteggerlo.
Ancora una volta un ché di grottesco che emerge particolarmente bene nel confronto in cantina tra Beth e Harry. Janice è incatenata e sanguinante, Harry ha un’arma in mano ed è vistosamente in preda all’agitazione: come osa Beth essere impaurita? Non lo vede che è una padre di famiglia? È un uomo adorabile. Non c’è alcun motivo di aver paura, sarebbe un insulto senza contesto.
La caratterizzazione di Harry e il susseguirsi degli assurdi eventi in casa Watling sono il punto più affascinante della serie. Chi assiste agli eventi è ben consapevole di come l’uomo non sia malvagio. La sua personalità rimane ben salda dalla prima all’ultima puntata (a differenza, per esempio, della istrionica Janice o dell’impulsivo Ben) cosicché nessuno può davvero dire che l’intento omicida fosse reale. Eppure lo è. Harry ha addirittura programmato l’omicidio, è stata una scelta frutto di riflessioni e di analisi, non c’è alcun gesto impulsivo. Harry non avrebbe mai pensato di uccidere, eppure è un omicida: è quello che spiega un magistrale Stanley Tucci nel confronto finale tra lui e Tennant. Uno dei momenti più alti della serie che chiude perfettamente questa stravagante operazione narrativa.

QUALCUNO HA CAPITO IL FINALE?


Il titolo è piuttosto esplicativo e nasce tutto dalla scena in cui Grieff, a una settimana dalla sedie elettrica, riceve la visita piuttosto bizzarra di Janice che chiede la consulenza del condannato a morte per poter uccidere suo marito. Se il messaggio “tutti sono assassini” suona chiaro alla fine di Inside Man, meno lampante è il ricorso a un semi-detective che si dedica a risolvere omicidi, non a istigarli. Ed il punto di domanda che nasce da questa interazione è più che lecito.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Stanley Tucci e David Tennat
  • La caratterizzazione di Harry Watling, un amorevole padre di famiglia
  • Sigla e soundtrack 
  • Regia, sceneggiatura…Inside Man è visibilmente un prodotto curato e ben impacchettato
  • Dolly Wells istrionica
  • Tragicommedia degli equivoci
  • Tutti capaci di tutto. Non è importante il motivo
  • Confronto finale Tucci-Tennant 
  • Ripercorrere il rapporto tra Janice e Ben enfatizza un po’ troppo la tragedia che si sta sfiorando in cantina
  • Il cellulare sempre scarico nel momento del bisogno
  • Qualcuno ha capito il finale?

 

Una tragi-commedia degli equivoci che ha portato un amorevole padre di famiglia in un vortice di bugie, violenza e morte. Inside Man mirava a lasciare il segno e innegabilmente c’è riuscita.

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