Generation 1×11 – Absolute ZeroTEMPO DI LETTURA 3 min

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Generation 1x11 recensioneQuando in “Deepfake” si parlava della dipendenza della serie dal character interpretato da Justice Smith, tutto poteva sembrare magari un po’ eccessivo. Dopo aver visto “Absolute Zero”, però, magari anche gli spettatori che più difendevano lo show avranno potuto ricredersi e constatare il doppio legame che c’è tra i vari character di Generation e Chester, vero e proprio boost morale.
Doppio legame che sancisce ufficialmente quel temuto “effetto boomerang” legato alla presenza o meno del vero motore dello show. Presenza che in “Absolute Zero” c’è ma è anche molto marginale, tanto da non essere rilevante per il vero focus dell’episodio che è sulla storia-non-storia tra Riley e Greta.

PROFUMO DI BURNOUT


“Absolute Zero” è infatti una presa di coscienza piuttosto forte sulla situazione mentale e sentimentale di Riley, molto frustrata da una situazione famigliare con una matrigna quasi della sua età e con una love story con Greta che non è decollata a causa delle paranoie mentali di quest’ultima.
Se su Greta verrà spesa qualche parola in più nel prossimo paragrafo, per Riley vale fondamentalmente il discorso opposto di quello che riguarda il suo interesse amoroso: c’è una netta presa di posizione circa il suo malessere, la trama è piuttosto interessante e le reazioni legate alla sua frustrazione sono fondamentalmente impagabili. Nella sua interpretazione, Chase Sui Wonders riesce ad infondere un chiaro senso di sconforto, enfatizzato da un’ironia estemporanea (per esempio durante il breve viaggio in macchina con Chester) a cui seguono sguardi colmi d’odio ed una voglia di rivalsa che viene costantemente rispedita al mittente.
La sensazione che Riley sia sull’orlo di un burnout o, se si preferisce, di esplodere è visibilissima. L’unica a capirlo però è la zia di Greta, una persona che, per forze di cose, purtroppo è molto limitata nel tipo di aiuti che può concedere. Ovviamente il tutto potrebbe cambiare se la nipote si desse una svegliata.

QUOQUE TU, GRETA


Come si diceva poco sopra, tra tutti i character di Generation, Greta è quello in assoluto meno interessante, il che pone serie domande sul focus concessole dai due showrunner Zelda e Daniel Barnz. Dimenticandosi per un momento la recitazione piuttosto discutibile di Haley Sanchez, il punto cruciale della discussione è relativo al valore aggiunto portato in scena dalla latino-americana.
Nata come un character utile per imbastire una love story saffica con Riley ed evidenziare le difficoltà di fare coming out in una famiglia latina, a questo punto non sembra essere chiaro quale sia lo scopo di Greta se non quello di essere in funzione di Riley, nonostante il minutaggio dica l’opposto. Non è chiaro perché, dopo aver rifiutato Riley, ora sembra che nemmeno con Lucia ci sia l’interesse a costruire qualcosa. E se da un lato si può capire la paura ad accettare i propri sentimenti, dall’altro c’è un netto contrasto tra la personalità piuttosto timida ed introversa del personaggio con le sue decisioni spiazzanti. Decisioni che si faticano a capire, onestamente…

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • C’è stata una relazione tra Riley e Lucia! O così è lasciato intendere…
  • Molto buona l’impostazione temporale data all’episodio
  • Greta continua ad essere un personaggio dalla dubbia personalità che tiene su di sè un’attenzione che non si merita
  • Si sente molto l’assenza di Chester
  • Molto forzata la “casualità” con cui si susseguono gli eventi a casa di Greta
  • Tutto sommato, per una serie che si pone come rappresentazione delle generazioni moderne, questo episodio è piuttosto retrò

 

In un episodio che ha anche diversi buoni propositi, visto che non si focalizza su Chester e dà ampio risalto alla situazione psicologica di Riley, purtroppo la realizzazione pecca molto. Specie considerando tutte quelle somiglianze con un classico teen drama da anni ’90-’00 da cui Generation cerca in ogni modo di prendere le distanze.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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