La pazza storia del mondo prosegue e Mel Brooks sembra pienamente a suo agio nel medium televisivo. In particolare, sta sfruttando uno dei maggiori vantaggi delle serie rispetto ai film: la durata.
Il film del 1981, infatti, aveva a disposizione solo un’ora e mezza per coprire l’intera storia dell’umanità, costringendo il re delle parodie a selezionare solo alcuni periodi storici. La serie odierna, invece, essendo abbondantemente più lunga gli sta permettendo di spaziare fra gli eventi e di coinvolgere un maggior numero di personaggi storici, ma anche di dar vita a storie più articolate, distribuite su più di un episodio.
E’ il caso delle vicende di Ulysses Grant e Todd Lincoln nella guerra di secessione o della storia di Shirley Chisholm trasformata in una sit-com, veri e propri show nello show con i quali per ora Brooks sta dando il meglio di sé. Dimostrando come anche a un passo dai cento anni si possa sperimentare.
POLITICAMENTE CORRETTO, NON TI TEMO!
Essere Mel Brooks ha i suoi pregi. Innanzitutto, essendo nato nel 1926, il regista newyorkese ha avuto modo di elaborare una propria poetica in un’epoca diversa da quella attuale. Un’epoca in cui c’era meno attenzione all’inclusività e al rispetto della sensibilità altrui, ma anche meno paletti, meno censure, meno tabù sui quali non scherzare.
Il secondo pregio dell’essere Mel Brooks è godere di uno status di leggenda vivente che rende molto difficile mettere un bagaglio a qualsiasi network o piattaforma streaming. Di conseguenza l’autore di History of the World, Part II non deve aver avuto difficoltà a trattare argomenti che su altri lidi (ehm, Netflix?) sarebbero stati censurati preventivamente.
Lo si vede benissimo in questo quinto episodio, sia con lo spezzone dedicato alla conferenza di Yalta, che calca pesantemente la mano sugli stereotipi riguardanti i gay, sia con il siparietto da stand-up comedian di Mingoes nel segmento su Ulysses Grant, nel quale si ironizza con ferocia e mancanza di freni sui crimini che i colonizzatori occidentali hanno compiuto verso i coloni americani. Ma lo si vede ancora meglio nella nuova puntata della sit-com su Shirley Chisholm, in cui il governatore dell’Alabama George Wallace, noto per le sue posizioni razziste e segregazioniste, è interpretato dall’attore afroamericano George Henry Wallace: al di là dell’ironia sull’omonimia dei due, la scelta di casting è una evidentissima presa in giro della scelta di molte produzioni di scritturare attori di colore anche per personaggi storici di ben altra etnia.
GALILEO, FIGARO, MAGNIFICO!
Come nei precedenti episodi, anche qui non tutte le ciambelle sono venute col buco. Gli sketch che vedono Galileo Galilei alle prese con i social media del XXI secolo sono sicuramente i meno riusciti a questo giro, nonostante le enormi potenzialità del personaggio.
La trovata di accostare figure del passato e tecnologia moderna è già stata impiegata con ben altri esiti nello spezzone della principessa Anastasia fashion blogger. Ma lì funzionava sia perché era il primo episodio, sia perché la parodia era più efficace. Inoltre, in quel caso si inseriva in una narrazione di più ampio respiro, ovvero lo sterminio della dinastia Romanov. Tutte cose che mancano con Galileo, impiegato come scialbo intermezzo fra gli spezzoni più riusciti sulla guerra di secessione e su Shirley Chisholm.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Mel Brooks non ha paura di trattare temi e argomenti politicamente scorretti, e si vede. La sua pazza storia del mondo prosegue con una buona qualità globale, nonostante alcuni scivoloni occasionali. Le storie spalmate su più episodi si rivelano ancora quelle meglio scritte.
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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.