Love & Death 1×03 – Stepping StoneTEMPO DI LETTURA 5 min

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Love And Death 1x03 recensioneSi sottolinea spesso la ripetitività dei prodotti ormai regolarmente proposti da network e piattaforme. Che siano medical o teen drama, crime o procedural, spesso e volentieri le serie tv tendono a riproporre gli stessi stilemi narrativi. Seguendo questa metodologia, dunque, che male c’è nel riproporre nel giro di pochi mesi lo stesso adattamento basato su una storia vera? Assolutamente niente stando ai vertici di Hulu e HBO Max.
Ad un anno di distanza dalla messa in onda della serie Candy da parte di Hulu, infatti, la già programmata Love & Death arriva sugli schermi di HBO Max proponendo la stessa tragica storia di Candy Montgomery e della sua vicina di casa Betty Gore. Una stessa trama che però lascia trasparire sin da subito una diversa scelta stilistica da parte delle due produzioni che si differenziano in più di un elemento.

8 MESI ALL’OMICIDIO


Dopo tre episodi, Love & Death ha dimostrato grande cura nella presentazione della storia e dei personaggi. A differenza della serie Candy che partiva sin dal pilot con l’omicidio, la produzione di HBO Max ha preferito iniziare il suo racconto ben due anni prima della tragedia, dando largo spazio ai flashback utili per far immergere lo spettatore nelle dinamiche narrate.
Come sottolineato nella scorsa recensione, infatti, si sta dando grande importanza all’empatia verso i personaggi, riuscendo a creare un legame emotivo che porta, seppur non a giustificare, a comprendere determinate azioni. Una scelta vincente che sta funzionando anche dal punto di vista del contesto ambientale, con una rappresentazione minuziosa della società dell’epoca che rende ancora più facile comprenderne il quadro generale.
Da questo punto di vista, va sottolineato come nessuno dei character sia stato messo in secondo piano. Oltre Candy, infatti, finora è stato dato un giusto spazio anche alla controparte maschile. Prima Allan seguito nel suo percorso da colpevole marito fedifrago, poi Pat nella sua ingenua inanità, umanizzare i personaggi si è rivelata la scelta giusta, con lo show che pone tutti sullo stesso piano non facendo emergere nessuno in maniera davvero negativa.
Un lavoro minuzioso, dunque, che funge da lungo prologo che avanza lentamente in questi primi tre episodi (per l’occasione rilasciati insieme) per poi arrivare al finale di “Stepping Stone” e cambiare completamente registro.

“REDISCOVER ME”


Nonostante tutto il contorno che funziona egregiamente, a spiccare è soprattutto la figura di Candy Montgomery. Un successo sicuramente da imputare alla scrittura del personaggio, molto più carismatico e intraprendente di quello mostrato dall’altra serie concorrente, con la rappresentazione di una donna dinamica e aperta piuttosto che un mite ritratto di moglie e madre tutta casa e chiesa.
Detto questo, però, c’è un elemento che emerge in maniera imponente in questa rappresentazione e sta tutta nell’interprete della protagonista. Senza nulla togliere a Jessica Biel, anche lei sempre all’altezza della situazione, in questo caso va sottolineato l’enorme lavoro portato sullo schermo da Elizabeth Olsen. La Candy della Olsen è un insieme di numerose sfumature portate in maniera magistrale in scena, con espressioni che parlano da sole e un carisma differente che emerge in ogni situazione.
Candy Montgomery per tutti è sempre stata la tipica donna americana di quartiere degli anni ’80, con priorità alla famiglia e partecipazione attiva nella parrocchia. Eppure, è passata alla cronaca per un omicidio di efferata violenza che non può lasciare indifferenti. Diverse sfumature di un’unica persona che, appunto, Elizabeth Olsen riesce a far emergere sin da subito con una semplicità quasi disarmante.

13 GIUGNO 1980


I primi tre episodi hanno dunque ben presentato il contesto in cui si svolge la narrazione di Love & Death. Una descrizione che è partita in maniera più lenta in “The Huntress” per poi diluirsi nei seguenti due episodi in maniera più particolareggiata. Uno schema narrativo che sembrava abbastanza scontato per questi primi episodi ma che ha invece ribaltato qualsiasi aspettativa sul finale di “Stepping Stone”.
Come detto, dato l’andazzo era difficile immaginarsi l’arrivo del momento clou dell’intera serie già a partire da questo episodio. La scritta “13 giugno 1980” ha infatti spiazzato sin da subito, anche considerando che l’episodio in questione era invece partito ben 8 mesi prima della data fatidica. Chi conosce i precedenti lavori di David E. Kelley, creatore della serie, sa bene che il produttore americano è famoso per la gestione di colpi di scena inaspettati e ben piazzati e anche questa volta il risultato non ha deluso. Riuscire a creare sorpresa per un evento atteso e conosciuto non è infatti cosa da poco e la resa finale dell’episodio non può che giovarne.
Una scelta che apre anche a diverse prospettive con al centro i personaggi di Candy e Betty (seguono spoiler). La versione della Montgomery è sempre stata quella dell’autodifesa, nonostante i 41 colpi d’ascia inferti sulla vittima lasciassero aperti alcuni dubbi a riguardo. La versione appena presentata dallo show sembra mettere entrambe le donne sullo stesso piano, lasciando lo spettatore a chiedersi chi sia la vera psicopatica, per una rappresentazione cruda ma che, ancora una volta, cerca di non schierarsi con nessuno dei protagonisti di questa reale tragedia.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Elizabeth Olsen magistrale
  • Plot twist finale totalmente inaspettato a questo punto della serie 
  • Le mille sfaccettature di Candy Montgomery
  • Tutti i personaggi umanizzati per una resa empatica funzionale
  • Regia, fotografia e musiche perfette (compresa la sigla)
  • Il momento clou che arriva inaspettato con ancora quattro episodi da mandare in onda fa sorgere qualche domanda sul prosieguo della storia 

 

Si può rimanere sorpresi da un evento già atteso? Love & Death riesce a fare anche questo, presentando un finale di episodio atteso ma totalmente inaspettato che non fa altro che alimentare l’interesse per il prossimo episodio. Davvero ben fatto.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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