La quinta stagione di Cobra Kai procede spedita (anche per via dei suoi soli 20 min. circa di episodio) senza tradire né tradirsi mai, coniugando sempre il drama con la comedy, com’è suo solito fare.
Forse proprio quest’ultimo aspetto è quello che risulta essere più preponderante in questi primi episodi che risultano essere scoraggiati dall’assuefazione di battute e situazioni ormai fin troppo ricorrenti.
La prova di questa tendenza è tutta la storyline messicana che qui trova (finalmente) la sua degna conclusione, conclusione che potrebbe risultare fin troppo velocizzata ma che in realtà è ottima per concludere questo paragrafo narrativo e concentrarsi su ciò che veramente importa dello show, ossia la rivalità (mai assopita) fra il Miyagi-Do ed il Cobra Kai.
IL MIO NOME È CHOZEN, SENSEI CHOZEN!
È proprio in questa storyline orizzontale che viene relegato tutto il meglio dell’episodio. Si comincia subito con un rapido flashback dell’infanzia di Chozen alle prese con le lezioni del maestro-zio Sato (per l’occasione interpretato da Akihiro Kitamura) che spiega molte cose della personalità del personaggio e delle sue motivazioni personali.
Una bella lente d’ingrandimento sul personaggio di Chozen che finora sembrava destinato ad essere relegato a “parodia di sé stesso e del proprio stereotipo”. Ma, per fortuna, il bello di Cobra Kai è che riesce a donare tridimensionalità anche a quei character che, a prima vista, appaiono piatti e senza troppe sorprese (basti pensare a tutto il lavoro di approfondimento del background di John Kreese).
Anche qui la complessità del personaggio di Chozen viene valorizzata dal suo tentativo di carpire le intenzioni di Silver fingendosi un maestro di arti marziali giapponese in cerca di lavoro nella sua scuola. Una veste (quella di infiltrato) che presuppone una certa abilità di camuffamento che non ci si sarebbe aspettato in Chozen, anche perché ben lontano dal concetto di “onore” nel senso giapponese del termine. Così come anche il rapporto che si crea fra lui e Tory (in preda ai dubbi vista la sua “vittoria meritata”) è molto interessante visto il potenziale che potrebbe avere per i prossimi episodi (e, anche in questo caso, mai ci si sarebbe aspettato di vedere empatizzare proprio Chozen e Tory).
Che poi tale “piano” di Chozen non vada a buon fine questo è irrilevante e, anzi, è un’ottimo cliffhanger in vista degli sviluppi futuri.
MESSICO E (FIN TROPPE) NUVOLE
Diversamente tale effetto positivo si vede in tutta la parabola “messicana” di Johnny, Miguel e Robby. I motivi sono molteplici a cominciare dal fatto che tale storyline appaia completamente slegata dal mondo delle arti marziali. Soprattutto perché l’accento viene posto più sui personaggi “adulti” dello show (in questo caso Johnny) a discapito degli “allievi”, da sempre il cuore pulsante della serie (mentre invece la storyline di Chozen, se non altro, fa vedere anche l’evoluzione di Tory).
Il lato soap-operistico (forse vista anche l’ambientazione) la fa certamente da padrone, con tutte le iperboli retoriche del caso. Ma sono soprattutto le battute sugli stereotipi messicani che, da un lato, fanno simpatia (soprattutto se nascono da Johnny) ma dall’altro rendono tale storyline un misto fra In Viaggio Con Pippo e un qualsiasi cinepanettone di vanziniana memoria.
Gli stessi sceneggiatori dimostrano di credere poco in tale segmento narrativo se, dopo soli due episodi, tutto sembra essere già concluso e pronto per tornare alla solita routine (con la solita rivalità edipica fra Miguel e Robby).
CONCLUSIONI
A livello di verticalità dunque c’è ancora molto da migliorare nello show, mentre come orizzontalità l’episodio potrebbe tranquillamente funzionare come puntata di raccordo ma solo per spingere lo spettatore a proseguire nella visione.
Sì perché è proprio da qui in poi che la trama sembra aver preso finalmente una direzione precisa, per cui si possono considerare questi primi due episodi come un immenso “recap” delle stagioni precedenti. Utili, quindi, solo per fare il punto della situazione e a preparare il terreno ai futuri scontri fra i vari dojo della Valley.
Nel frattempo se uno volesse fare un approfondimento sugli usi e costumi gastronomici di Giappone e Messico, può tranquillamente godersi anche questo episodio.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Finisce (forse) l’avventura messicana di Johnny, Miguel e Robby. Questo è sicuramente un bene, anche se sul futuro di questa particolare storyline non è che ci sia molto di buono all’orizzonte. Viceversa la “missione sotto copertura” di Chozen all’interno del Cobra Kai rilascia la giusta adrenalina per i successivi episodi.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!