Snowpiercer è uno show che è stato capace di catturare l’attenzione dello spettatore durante la sua prima stagione – trasmessa da maggio a luglio 2020 – forte anche del successo dell’omonimo film di Bong Joon-ho del 2013 e della graphic novel originale del 1982.
L’atmosfera claustrofobica del treno, il genere distopico, le tematiche della lotta di classe e della ribellione per la sopravvivenza hanno rappresentato i traini principali del telefilm che – però – ha perso smalto con il passare del tempo.
Personaggi forti e carismatici come Melanie Cavill (Jennifer Connelly), Andre Layton (Daveed Diggs) e il malvagio Wilford (il sempre sacrificabile Sean Bean) hanno bucato lo schermo all’inizio, per poi perdersi tra i meandri di una trama ripetitiva e ridondante.
Dopo il salvataggio in extremis da parte di AMC, la storia dei sopravvissuti dello Snowpiercer deve trovare una conclusione, ma gli autori decidono di tirarla per le lunghe con i soliti dieci episodi.
“STESSA STORIA, STESSO POSTO, STESSO TRENO” (SEMI CIT.)
Il quarto episodio della stagione finale di Snowpiercer, intitolato “North Star”, offre un mix di azione intensa e sviluppi narrativi ancora troppo prevedibili.
Lo spettatore medio, appassionato del genere distopico e fantascientifico, non si lascia ingannare tanto facilmente e riesce, quindi, ad anticipare elementi, situazioni e dialoghi propinati dagli autori. Certo, tenere alta l’attenzione del pubblico non è mai facile, soprattutto in un panorama seriale pieno zeppo di idee e produzioni.
Il passaggio di location dall’interno del treno all’esterno del Nuovo Eden è sicuramente un aspetto positivo, ma dopo quattro episodi già si ricominciano a proporre i soliti stilemi e villains stereotipati.
I personaggi secondari, lasciati a tenere a bada i sopravvissuti del nuovo rifugio, non riescono a tenere banco e affossano la qualità del minutaggio dedicato a questa porzione di trama. A tutto questo si aggiunge il fatto che Layton e Josie fanno di nuovo ritorno nei lugubri e fatiscenti corridoi dello Snowpiercer, impegnati nell’ennesimo sotterfugio ai danni di chi comanda il treno. Niente di nuovo, dunque.
MANI MOZZATE E PASSI INDIETRO
In “North Star” c’è spazio anche per un nuovo mistero che terrà banco nei successivi episodi: il ritrovamento della mano mozzata da parte di Oz.
Javi, dopo averla attentamente esaminata, trova un chip per aprire le porte dello Snowpiercer, segno che il proprietario della mano è uno di loro. Dove vorranno andare a parare gli autori con questa storia? Ma soprattutto, frega qualcosa a qualcuno?
Il personaggio di Layton subisce una brusca involuzione, passando da eroe e leader a uomo egoista, interessato solo a salvare la figlia (e ci mancherebbe!), ma menefreghista nei confronti degli abitanti dello Snowpiercer. Lo scontro tra l’uomo e l’Ammiraglio Milius porta sullo schermo l’unico momento adrenalinico della puntata, anche se il tutto sembra un ripetersi del medesimo schema (aka Wilford).
Nulla da eccepire alla performance di Clark Gregg, che regala un’interpretazione notevole, ma dopo aver passato tre stagioni in compagnia di Sean Bean e del suo Wilford, tutto il resto risulta solo monotono.
Anche i soldati dell’Animal Squad, risultato di esperimenti condotti dal dottor Nima Rousseau, sono delle brutte copie dei soldati mutanti di Wilford e davvero non si capisce questo continuo accanirsi sulla ripetitività.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Un episodio inutile di un’ultima stagione inutile: personaggi e situazioni che continuano a ripetersi in un noioso eterno ritorno. Gli autori copiano se stessi e non si degnano nemmeno di costruire una trama e una narrazione decenti.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
3
Nessun voto per ora
Tags:
Se volete entrare nelle sue grazie, non dovete offendere: Buffy The Vampire Slayer, Harry Potter, la Juventus. In alternativa, offritele un Long Island. La prima Milf di Recenserie, ma guai a chiamarla mammina pancina.