Ritorna The Good Fight con la sua ultima stagione, l’inizio della fine, come cita il titolo dell’episodio. Torna The Good Fight affermando più che mai il suo proposito di non raccontare una storia in particolare o di seguire una linea narrativa specifica e progressiva, ma di svariare su diversi fronti: aspetti da commedia, spaccati di società, approfondimenti legali, attualità, vicende criminali…
Il tutto con un parco personaggi estremamente variabile, ben caratterizzato, sostituibile e funzionale all’occorrenza e con inserimenti degni delle migliori comedy. Andre Braugher nel ruolo di Ri’chard è solo la ciliegina sulla torta del cast in continua evoluzione delle creature dei coniugi King.
ESERCIZIO DI STILE
Scegliere di non avventurarsi in una trama orizzontale solida e rigida lascia spazio a sperimentazioni di vario genere sul piano scenico. Non è questa certo una novità nel mondo legale di cui fa parte Diane Lockhart. In questo primo episodio (o chissà se nell’intera stagione) ci si avventura addirittura nel metaverso, esplorandone da subito le storture e ambiguità (vale una violenza sessuale al suo interno?), ma soprattutto le potenzialità per una figura persa nella routine e nei corsi e ricorsi storici.
Ecco quindi che di fianco ad un inserimento “tecnologico” se ne accosta uno filosofico: quello della ciclicità.
SFONDO SOCIO-POLITICO E DIANE
Diane cerca di affrontare la perenne sensazione di déjà-vu, e più nello specifico del déjà-vecu. Anche questo potrebbe tranquillamente classificarsi come elemento ricorrente dell’intera stagione. Sicuramente possono essere individuate alcune letture sia della figura della protagonista, sia del mondo circostante che The Good Fight ha sempre voluto mostrare con grande cura dei dettagli.
Diane è un personaggio che ha 13 stagioni di vita, se si sommano quelle di The Good Wife. Giunta alla sua stagione finale, gli autori possono tranquillamente mettere in campo un richiamo alla ciclicità della forma narrativa delle loro creature. Normale, quindi, che il loro personaggio più longevo provi un senso di ripetizione e di eterno ritorno. Ma al di là di questa lettura assolutamente meta-narrativa, molto più esplicito è l’aspetto politico-sociale che emerge. Anche chi scrive e chi legge questa recensione, proprio come Diane, potrebbe avere la nettissima sensazione di trovarsi all’interno di un momento storico che per tantissimi aspetti è già esistito: dal punto di vista delle crisi economiche, delle proteste di piazza (lasciate volutamente vaghe e lontane all’interno dell’episodio), dei venti di guerra, dei nazionalismi.
CARMEN, MARISSA E RI’CHARD
Le innumerevoli sfumature che caratterizzano lo show sono riscontrabili in tre personaggi chiave di questo episodio. Se il mondo esplicitamente thriller e criminale è rappresentato da Carmen Moyo, quello più da commedia grottesca è individuabile nella figura familiare di Marissa e nel nuovo inserimento di Ri’chard, interpretato dall’apprezzatissimo Andre Braugher.
Queste correnti differenti, come sempre nel mondo dei King, dialogano facilmente tra loro, influenzandosi a vicenda. Da un lato, infatti, le vicende di Carmen, avvocato di criminali, disposta ad accettare anche la più torbida delle situazioni, acquisiscono sfumature quasi comiche e al limite dell’assurdo. Di contro, la figura sempre sorridente e gioviale di Marissa perde di leggerezza nel suo voler essere in prima linea a tutti i costi. E infatti i due personaggi si scontrano in un momento quasi liberatorio per chiunque stesse empatizzando con Carmen Moyo e con il suo stress, contrastato dalla logorrea della figlia di Eli Gold (chissà se in questa stagione farà capolino).
Differente il discorso riguardante Ri’chard, classica figura di nuovo eccentrico inserimento all’interno dello studio legale. Figura inevitabilmente contrapposta a Diane e Liz (almeno temporaneamente), i cui siparietti comici, dettati anche dal potenziale dell’interprete, finiranno per muovere la trama ed essere determinanti per l’avanzamento degli eventi.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Un buon inizio della fine. Ai posteri l’apporto di The Good Fight nel mondo seriale.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.