The Walking Dead è apparso per la prima volta sul piccolo schermo quasi 12 anni fa, nel lontano 31 ottobre 2010. Nel giro di questa dozzina di anni il mondo è drasticamente cambiato, così come la serie stessa.
Difatti, nello show, solo due personaggi sono attualmente presenti sin dalla prima stagione: Carol e Daryl. Questo duo, che avrà in futuro uno spin-off completamente dedicatogli, ha visto passare un’era di cambiamenti in cui la serie ha percorso ogni strada possibile: riciclo di personaggi, cambi di tono, rivelazioni continue e molto altro. Nel frattempo, lo show AMC è passato dall’essere una serie costante in termini di buona qualità, all’essere costante nel fornire episodi di dubbia qualità, caratterizzata da un’estrema discontinuità con soli premiere, mid e final season eccellenti inframmezzati da episodi più che dimenticabili.
Arrivati ora a metà dell’ultimo ciclo di puntate non si può che provare una certa nostalgia di quel 31 ottobre, con un certo rammarico ma anche un senso di liberazione per essere arrivati così vicini alla conclusione.
“Everything’s fine. Pamela’s on board. In fact, we’re gonna bring even more people in. Get ready, Aaron. We are going to remake the world.”
HOUSE OF DEAD
“All Or Nothing” è probabilmente il culmine di questo nuovo periodo storico di The Walking Dead, con il fattore politico portato all’eccesso con dialoghi e prese di posizioni importanti. Grazie al flashforward di “No Other Way” si conoscono già molte cose del prossimo futuro della serie ed ora, con gli sviluppi offerti da Maggie & Co., si iniziano ad individuarne i percorsi.
“Just don’t get too comfortable. The only reason you’re out of your armor is because someone thought it’d be good for appearances.”
Attualmente la scelta di Meggie di non collaborare con il Commonwealth sembra tutto tranne che sensata, eppure la reazione del personaggio interpretato da Lauren Cohan risulta essere coerente con il suo passato. Nel corso degli anni lo show ha dimostrato che il reale problema del mondo in cui è ambientato non sono gli zombie, bensì le persone, i desideri e l’avidità. Maggie ha sofferto troppo e teme sia di commettere altri errori che di entrare in conflitto con altre comunità, eppure, nonostante i suoi sforzi questa nuova battaglia è già stata sancita.
A muovere le fila della prossima grande guerra che i protagonisti dovranno affrontare non è che Lance, l’ultimo villain prima del tanto atteso finale. Un cattivo che trama nell’ombra e che, probabilmente, salirà al potere con inganni e tradimenti.
THE BORING DEAD
A fare da contraltare, per tenere fede alla già citata “costanza di dubbia qualità” è la totalità dei restanti personaggi che non sono alle prese con gli intrighi del tron… ehm delle comunità.
La soap opera tra Carol e Ezekiel non può che essere commentata con termini ingiuriosi, così come le fantastiche avventure di Eugene alle prese con deliri, amori e gelati sprecati. Non ci sono mezze misure per definire storyline talmente inutili che potrebbero benissimo essere completamente eliminate ma, dovendo arrivare ai canonici quarantacinque minuti di puntata, sembrano obbligatorie a discapito della sanità mentale del povero spettatore.
Per concludere, questa 11×12 sarebbe potuto essere un ottimo capitolo se fosse durato una ventina di minuti in meno. Per il resto, non si può che sperare che gli ultimi 12 episodi prima della conclusione di The Walking Dead migliorino quel tanto che basta per dare una degna conclusione ad una serie in cui, ormai, nessuno ripone più fiducia.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Arrivati a metà dell’ultima stagione gli intrighi di potere segnano ormai il nuovo filone narrativo dello show. Potrebbe andare meglio, ma potrebbe anche andare decisamente peggio.
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Detto anche Calendario Umano, si aggira nel sottobosco dei prodotti televisivi e cinematografici per trovare le migliori serie e i migliori film da recensire. Papà del RecenUpdate e Genitore 2 dei RecenAwards, entra in tackle in pochi ma accurati show per sfogarsi e dire la propria quando nessuno ne sente il bisogno.