True Detective: Night Country 4×01 – Part 1TEMPO DI LETTURA 4 min

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True Detective 4x01 RecensioneTanto tempo fa, in quella che venne considerata l’età dell’oro della serialità televisiva, faceva capolino sulla HBO True Detective. Show antologico, dalla struttura classicamente noir, con un omicidio da risolvere, detective maledetti, e un’esplorazione nelle sfaccettature più sporche e periferiche degli Stati Uniti. Il tutto scritto da un neofita Nic Pizzolato e diretto dalla mano di Cary Joji Fukunaga.
Il successo della prima stagione, rimasta per molti versi iconica, ha lasciato poi spazio alla imponente (ma forse un po’ confusa) seconda stagione, e poi ad una suggestiva terza stagione, risalente, udite udite, al 2017: 7 anni fa.
Sono cambiate le cose nel frattempo? Abbastanza.

IL RITORNO


Eppure in un’epoca completamente diversa, soprattutto sul piano televisivo, divenuto intanto periodo dello streaming, ci sono cose che funzionano ancora. Anche soltanto pensare di scrivere questa recensione ad alcuni giorni dall’uscita dell’episodio, senza essere sommersi dal dover per forza lanciarsi subito nella visione di altri episodi, magari usciti in blocco. L’attesa e gli elementi dell’indagine che si aggiungono di settimana in settimana, senza pericolo di spoiler, sono un qualcosa da assaporare in questi tempi e di assolutamente non scontato.
True Detective si presenta con uno scenario e protagonisti completamente diversi da quelli presentati nelle precedenti stagioni, eppure alcuni marchi di fabbrica sono assolutamente e piacevolmente riconoscibili nonostante l’addio pesante (ma necessario) di Nic Pizzolato, padre dello show.
La scrittura di questa “Part 1” funziona proprio per il dispiegarsi di questi elementi senza troppi fronzoli:

  • il mistero primario,
  • il vecchio caso irrisolto,
  • la presentazione dell’ambientazione geografica sotto diversi punti di vista,
  • l’illustrazione lavorativa e in parallelo familiare dei protagonisti,
  • l’ormai classico cliffhanger finale che contrasta con il carattere introduttivo dell’episodio.

Trovarsi di fronte a questi elementi è come riconoscere un vecchio amico che si è mantenuto in forma, magari è anche maturato e cresciuto e dopo un primo incontro si ha solo voglia di rivederlo.

LA NEVE


L’elemento onnipresente di questa stagione di True Detective è quello della neve, del freddo, del buio e di scenari artici. Da un lato Pizzolatto la nuova showrunner Issa López (qui anche nel doppio ruolo di regista) cerca lo scenario inedito, se si effettua un paragone con le precedenti stagioni dello show, ma allo stesso tempo si punta ad un suggestivo setting che in altri casi ha già funzionato. Si potrebbe citare la prima stagione dell’altra famosissima serie antologica dell’epoca di cui sopra, ovvero Fargo, ma alla mente torna una serie dalla diversa fortuna, sicuramente efficace in partenza che però si è persa un po’ con il tempo fino a finire in un forse giusto dimenticatoio. Si parla di Fortitude, serie che faceva dello scenario artico (in quel caso si era in nord Europa e non in Alaska) e delle presenze demoniache il DNA primario.
Proprio l’elemento sovrannaturale è quello che emerge quasi prepotente in questo primo episodio. Un elemento che è sempre stato sussurrato e vagamente presente nello show, quindi in questo caso si può parlare di continuità fedele anche se la penna che lo scrive è diversa. Le visioni della signora a cui parla un morto, ma soprattutto l’intera equipe che sparisce nel nulla dalla base (salvo poi essere ritrovati in condizioni non ottimali), suggeriscono che l’elemento soprannaturale potrà essere se non altro evocato.

TRUE DETECTIVE OGGI


La maggiore (e giusta) discontinuità con il passato, però, si ha con la coppia di protagoniste, per la prima volta interamente femminili. Con una Jodie Foster sugli scudi, i 7 anni trascorsi si fanno sentire più che mai ed emergono imponenti questioni di stretta attualità come la parità di genere, l’abbattimento di barriere e stereotipi, ma soprattutto il delicato tema della violenza sulle donne.
Il cold case qui affrontato rivela un’ossessione della detective Navarro, classica detective declassata, soprattutto per la questione di genere e razziale. La netta virata di True Detective: Night Country verso tematiche sociali e di stretta attualità non fanno che avvalorare il linguaggio “classico” per cui la serie 10 anni fa ha avuto così tanto successo.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Elementi classici di True Detective che tornano
  • Comunque si respira aria di 2024
  • Atmosfera e setting
  • Personaggi già ben delineati
  • Elemento sovrannaturale sussurrato
  • Niente di eclatante

 

Pur non percependo difetti degni di nota, occorre essere prudenti nella valutazione considerando che si tratta di un episodio meramente introduttivo. La visione comunque scorre e intrattiene, ma si tratta di un solo ottavo dell’intero Night Country. Sicuramente si aspetteranno i prossimi episodi con fiducia.

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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