“A bigger issue, which would re-emerge in the wake of the 9/11 attacks, was chronic interagency rivalry. In 1995, the FBI and the ATF were both monitoring the radical far right, but trust between the two was at rock bottom following a disastrous ATF raid two years earlier on a religious compound outside Waco, Texas, and an ensuing FBI-led siege that ended with the place burning to the ground […] In early 1995, the ATF didn’t tell the FBI it had an informant inside a remote community in eastern Oklahoma, that the informant had reported talk of bombings, and that the ATF – afraid of triggering another Waco – had decided to pull the informant out rather than act on her information. John Magaw, who was ATF director in 1995, said in a 2010 interview with me that if the informant had been kept on, the bomb plot may have been thwarted.” (Andrew Gumbel, The Guardian, 2015)
Il sistema politico degli Stati Uniti è alquanto particolare e, sotto diversi punti di vista, unico nel suo genere a livello mondiale. In particolare, è prevista una duplice separazione dei poteri. La prima separazione è tra il governo federale e i singoli Stati. La seconda separazione è all’interno delle istituzioni federali e statali. Al fine di garantire il funzionamento del sistema sono stati previsti meccanismi di checks and balances. Tuttavia, il sistema americano può operare solo se esiste cooperazione tra le varie istituzioni. Le due serie tv dedicate all’assalto di Waco e alle sue conseguenze mostrano invece cosa accade quando le agenzie e le istituzioni smettono di cooperare. Questa tematica, che in Italia appare (giustamente) lontana e astratta, è molto sentita nel Paese a stelle e strisce. Di conseguenza, non c’è da stupirsi che le 5 puntate di Waco: The Aftermath abbiano deciso di mostrare le conseguenze dell’assedio in senso ampio. Conseguenze che culmineranno nei pressi dell’edificio “Alfred P. Murrah” di Oklahoma City.
IL TRIBUNALE
Le conseguenze più dirette dell’assedio di Waco sono rappresentate, ovviamente, dai procedimenti giudiziari contro i pochi sopravvissuti di Mount Carmel. Dopo i flashback precedentemente dedicati a Clive Doyle, questa puntata ha approfondito la figurata di Livingstone Fagan. Britannico, studente di teologia, e probabilmente il più acculturato tra i componenti dei Davidiani.
Nel corso della puntata, è stato inoltre possibile vedere all’opera un avvocato difensore diverso da Dan Codgell. Il controinterrogatorio svolto da Rocket non ha successo, a causa di una scelta errata. Il Texas non è la California (in quegli anni si svolgeva il processo a O. J. Simpson), quindi incentrare una tesi difensiva sul razzismo in una corte texana non è una scelta vincente.
La prima stagione, infatti, era incentrata sulla tematica dell’estremismo religioso. Al contrario, questa stagione sta mostrando il forte legame, sviluppato negli USA durante gli anni ’90, tra l’estremismo religioso (di matrice cristiana) e il suprematismo bianco.
Tuttavia, occorre anche precisare che – nel caso specifico dei Davidiani – i sopravvissuti hanno spesso detto di non essere rappresentati da gruppi come quello di Elohim City. Ad esempio, Clive Doyle ha spesso apertamente condannato Timothy McVeigh. Ciò che conta, però, è che l’assedio di Waco ha rappresentato un punto di svolta per i gruppi di estrema destra negli Stati Uniti, come si vedrà in data 19 aprile 1995.
LE INDAGINI DI ALI SOUFAN GARY NOESNER
L’attentato di Oklahoma City del 19 aprile 1995 è poco noto in Italia o, in generale, nel resto del mondo. All’interno degli Stati Uniti, al contrario, è un evento di prim’ordine. D’altronde, per 6 anni è stato il peggior attentato nella storia del paese (prima di essere superato dall’attentato contro le Torri Gemelle) con 168 morti e 680 feriti.
Di conseguenza, lo show è stato realizzato partendo dal presupposto che lo spettatore (statunitense) conosca benissimo Timothy McVeigh e il suo atto terroristico. Le indagini dell’agente Noesner (con un sempre ottimo Michael Shannon), dunque, sono state pensate con il retrogusto amaro della sconfitta già conclamata. Lo spettatore sa già che i tentativi di Noesner non avranno successo, e che le scelte poco sagge dei vertici di FBI ed ATF sul terrorismo domestico porteranno a conseguenze drammatiche.
In questo senso, il personaggio di Noesner ricorda l’agente dell’FBI Ali Soufan, protagonista di The Looming Tower. L’agente Soufan, infatti, è considerato l’agente che aveva previsto l’attentato dell’11 settembre. Tuttavia, non fu possibile sventarlo a causa della mancata collaborazione della CIA con l’FBI a causa di dispute personali. Ancora una volta, dunque, il tema menzionato nell’introduzione ritorna al centro dell’analisi: Cosa succede quando le agenzie e le istituzioni smettono di cooperare?
POCHI SPUNTI DAL PASSATO
La miniserie “Waco” è andata in onda a partire da gennaio 2018. Dopo più di 5 anni, dunque, lo spettatore potrebbe avere ricordi non molto definiti di personaggi come Clive Doyle, Gary Noesner o Livingstone Fagan. Tuttavia, se c’è una cosa che è rimasta impressa dello show, quella è rappresentata da David Koresh e dalla grande interpretazione di Taylor Kitsch.
Per questo motivo, i flashback dedicati all’ascesa di Koresh all’interno di Mount Carmel rappresentano il punto debole di queste prime 3 puntate. Koresh è stato il protagonista indiscusso della prima miniserie. Il suo personaggio è stato quello maggiormente caratterizzato. Quando, nel corso dei flashback, viene mostrata la sua mitomania e la sua convinzione di essere il Messia, lo spettatore non apprende nulla di nuovo.
Detto ciò, i flashback dedicati agli imputati possono essere, al contrario, utili. Nel caso specifico di questa puntata, vedere l’arrivo di Livingstone Fagan da un’università britannica al Texas è senza dubbio interessante. Inoltre, mostrare la sua profonda conoscenza della Bibbia e del libro della Rivelazione porta alla scene finale dell’episodio: Livingstone è quello che conosce meglio le scritture ed è colui che più di tutti ha finito per credere che David fosse il secondo Messia. Ciò lo rende, di conseguenza, anche l’imputato più restio a rinnegare la propria fede per ottenere un’assoluzione.
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Il presente continua a essere interessante, il passato un po’ meno. Nonostante ciò, Waco: The Aftermath continua a porsi su un livello più che soddisfacente.
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.