Winning Time: The Rise Of The Lakers Dynasty 1×08 – California DreamingTEMPO DI LETTURA 6 min

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Winning Time 1x08Winning Time prosegue con la sua marcia stagionale confezionando, tanto per cambiare, un altro ottimo episodio, stavolta maggiormente incentrato sulla dirigenza Lakers e in particolare sulla lotta tra coach per preservare il proprio ruolo all’interno della squadra.
Una puntata che decisamente non punta sulla gioia e sull’allegria per mandare avanti la narrazione, eccezion fatta per qualche momento più leggero, di solito all’interno degli spogliatoi, ma che decide invece di puntare maggiormente sulla componente drama e, in generale, sulla tristezza (a palate) più totale.

SAD PAUL


Paul Westhead e Pat Riley, ritrovatisi inaspettatamente tra le mani le sorti dei Lakers, sono riusciti a ribaltare la situazione, facendo schizzare la squadra al primo posto della lega contro ogni pronostico. Tuttavia, la loro grande corsa è minacciata dall’imminente ritorno di Jack McKinney, che sembra essersi ripreso dall’incidente in bicicletta. Paul, in particolare, si trova in mezzo a due fuochi, tormentato dal senso di colpa per aver anche solo pensato di “soffiare” la squadra al suo mentore e preoccupato per le sorti del suo vice Pat una volta reintegrato McKinney.
L’interpretazione di Jason Segel continua a stupire in positivo, confermando anche una notevole chimica negli scambi con il Pat Riley di Adrien Brody, e in generale la storyline che coinvolge i due interim coach è senza dubbio quella più interessante, vero e proprio nucleo pulsante della puntata grazie ai suoi ritmi incalzanti e al già menzionato dilemma morale di Paul sullo sfondo.
La serie mette così in mostra la spietata lotta tra allenatori che sgomitano in cerca di un’occasione per poter coronare il proprio sogno. Se Paul risulta di fatto l’unico a tener conto dei sentimenti dei suoi colleghi, discorso ben diverso può essere fatto per quest’ultimi: se da una parte McKinney si rivela un uomo molto più cinico e presuntuoso di quanto già non sembrasse prima, discostandosi ampiamente dalla figura fraterna idealizzata dal povero Paul, dall’altra Riley decide di rispondere al fuoco con il fuoco, servendosi della televisione per insinuare nel suo pubblico il dubbio in merito alla precedente direzione McKinney. Uno scontro all’ultimo sangue tra uomini che vogliono arrivare in cima e che sono disposti a tutto pur di realizzare i propri obiettivi, ma che per il momento – a maggior ragione dopo la sconfitta subita da Pat nel finale – sembra pendere ancora a favore della vecchia guardia.

VERY SAD EARVIN JR.


Continua anche l’approfondimento in merito al giovane EarvinMagic” Johnson, in particolare per quanto riguarda la sua vita personale e i suoi atteggiamenti oltremodo bambineschi ed immaturi quando si tratta di venire a patti con le responsabilità che comporta la vita adulta. Un segmento forse un po’ ridondante, quantomeno in questo continuo tira e molla tra lui e Cookie, ma che in qualche modo risulta funzionale in relazione al repentino cambio di atteggiamento, prima nei confronti di Julius “Dr. J” Irving (che cerca di manipolare il ragazzo con i suoi modi affabili e i suoi giochetti mentali) e poi, dopo la chiacchierata finale con Jerry West, anche nei confronti di se stesso, del suo gioco e del suo atteggiamento da happy guy soltanto di facciata. Un momento, lo scambio a quattr’occhi con West, davvero molto intenso e che conferma il talento di Jason Clarke, in grado di conferire al suo personaggio, a discapito del poco entusiasmante percorso narrativo e della poca presenza a schermo, la giusta credibilità per rendere il cambiamento – quantomeno simbolico – di Johnson il più organico possibile rispetto al percorso del character.
La rivalità Magic vs Larry, almeno per questa settimana, non va da nessuna parte. Si aggiungono comunque nuove piccole rughe al loro travagliato rapporto personale e sportivo, segnale che probabilmente la cosa verrà ripresa in mano dagli autori molto presto. Magic sembra inoltre trovare un nuovo alleato nella figura del futuro commissario NBA David Stern, il quale però, anche abbastanza prevedibilmente, sembra guardare a lui, Larry e alla loro costante gara a chi ce l’ha più lungo, soltanto dal punto di vista del mero sfruttamento economico, considerandoli in pratica pedine all’interno di un’operazione di marketing su larga scala utile a rendere la Lega ancora più popolare e seguita dal pubblico a casa.

EXTREMELY SAD JERRY


L’ultima grande porzione di trama spetta invece alla triste storia che coinvolge Jerry e Jessie Buss, e che vede quest’ultima nella condizione di malata terminale a completa insaputa del figlio. Un segmento narrativo che nasconde volutamente la sua componente più drammatica, distraendo lo spettatore con le consuete chiacchierate a rompere la quarta parete – decisamente efficaci se usate addirittura come cold opening – e sfruttando lo stile di vita di Buss votato al più completo onanismo prima come specchietto per allodole per sviare l’attenzione del pubblico e poi come punto di rottura con Jeanie, stremata dalla sregolatezza (soprattutto ormonale) del padre.
John C. Reilly mostra qui un personaggio molto sfaccettato, a tratti indecifrabile, in grado di passare da un modo di fare allegro ed affabile, come nella sequenza d’apertura, ad atteggiamenti decisamente più ambigui che rendono spesso difficile decifrare le sue vere intenzioni. A maggior ragione se c’è una bella donna coinvolta.
Non stupisce dunque la reazione di Jeanie, profondamente scossa dal comportamento edonistico di suo padre, soprattutto quando la sua irrefrenabile sessodipendenza si concentra su Lucia (Natalia Cordova-Buckley aka Yo-Yo per gli amanti di Marvel’s Agents Of S.H.I.E.L.D) l’infermiera che si prende cura di Jessie dopo che la matriarca della famiglia Buss ha deciso di rifiutare ulteriori cure per combattere il cancro che si è scatenato all’interno del suo corpo. Nel momento in cui giunge la consapevolezza riguardo la morte della madre, Jerry sembra quindi profondamente scosso emotivamente, salvo poi finire col singhiozzare in grembo a Lucia, quasi fosse la figura materna che da lì a poco non sarà più al suo fianco, e sfociando prevedibilmente nel consueto atto sessuale riparatorio. Poco prima l’uomo si è infatti offerto di pagare per l’istruzione del figlio di Lucia e questo è il prezzo che la donna accetta di pagare per garantirgli un futuro. Si tratta di un momento profondamente sgradevole e disturbante, ma che serve a mettere in evidenza quanto la natura di Jerry Buss sia molto simile a quella del ritrovato Jack McKinney, due uomini che vogliono semplicemente avere tutto dalla vita e che non si fanno troppi problemi a ferire altre persone durante il percorso intrapreso pur di raggiungere i propri scopi.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La cold opening
  • John C. Reilly e il suo indecifrabile Jerry Buss
  • Il dilemma morale di Paul
  • L’accesa rivalità tra McKinney e Pat
  • Le dichiarazioni di Pat alla tv
  • La rottura con Jeanie e la successiva reazione di Jerry (in pieno stile Jerry) al lutto
  • Il vis a vis finale tra Magic Johnson e Jerry West
  • Il tira e molla tra Magic Johnson e Cookie un po’ ridondante

 

Un altro episodio in zona verde che non si aggiudica il gradino più alto del podio solo per la sfortuna di essere capitato dopo un piccolo gioiello come “Invisible Man“. La serie sta volgendo al termine ma, con una seconda stagione già in saccoccia da un po’, ci saranno ancora molte altre occasioni per assistere a puntate da Bless.

 

 

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Ventinovenne oramai da qualche anno, entra in Recenserie perché gli andava. Teledipendente cronico, giornalista freelance e pizzaiolo trapiantato in Scozia, ama definirsi con queste due parole: bello. Non ha ancora accettato il fatto che Scrubs sia finito e allora continua a guardarlo in loop da dieci anni.

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