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Con la stagione arrivata agli sgoccioli e un series finale da preparare, The Americans sfodera due episodi veramente notevoli, probabilmente il top dell’anno, e predispone le carte nella giusta maniera collegando alla perfezione tutti gli elementi all’interno delle due puntate.
“Haevest”, tra i due, sembra effettivamente l’episodio più preparatorio, tutto quello che accade è filtrato da un silenzio abbastanza inquietante e da una scrittura egregia che, unendo i vari punti, porta ad una sensazione di ultima volta e lascia tutti gli indizi al posto giusto.
La vita di Philip ed Elizabeth a questo punto si presenta in una situazione limite in cui entrambi sentono la pressione sulle spalle tanto che, comprese le difficoltà incontrate dalla moglie nel viaggio a Chicago, Philip decide di aiutarla in prima persona, tornando sul campo per quella che non viene introdotta come l’ultima missione, pur avendo tutta l’aria di esserlo. La sensazione, guardando gli eventi, è proprio quella della fine, ogni momento può sembrare quello decisivo, quello in cui qualcosa di ormai prossimo stronca definitivamente le vite e la volontà dei due coniugi.
Il piano degli sceneggiatori e del regista però è un altro, l’obiettivo è quello di sviluppare le paure dei Jennings e di chi ruota attorno alla coppia, e anche di mettere alla prova le loro convinzioni e quelle dei due personaggi secondari più importanti: Paige e Stan, con quest’ultimo che, in uno dei primissimi momenti (forse il primo in assoluto) all’interno dello show, inizia ad avere qualche sospetto sui suoi vicini di casa. Anche per questi motivi la sceneggiatura non è molto giocata sui dialoghi e riprende, proprio a causa della natura dei fatti raccontati vicini a quelli di una puntata conclusiva, tante parti degli episodi e delle stagioni precedenti e non solo per rimettere insieme i pezzi: i flashback, infatti, sono utili anche come ritorno emozionale, un esempio è quello di Stan che tiene in mano la foto di famiglia dei Jennings.
Così come i riferimenti al passato, la scena della morte di Harvest, che maledice il padre, riporta al contesto dell’episodio; stesso discorso vale per le scelte di Paige, fermamente convinta nello sposare la causa della madre. Il dialogo tra genitore e figlia riporta in primo piano la crescita della ragazza, in quanto nella conversazione il personaggio lascia intravedere tutti i segni della propria maturità, come se volesse rassicurare la madre di essere diventata adulta.
“Haevest”, tra i due, sembra effettivamente l’episodio più preparatorio, tutto quello che accade è filtrato da un silenzio abbastanza inquietante e da una scrittura egregia che, unendo i vari punti, porta ad una sensazione di ultima volta e lascia tutti gli indizi al posto giusto.
La vita di Philip ed Elizabeth a questo punto si presenta in una situazione limite in cui entrambi sentono la pressione sulle spalle tanto che, comprese le difficoltà incontrate dalla moglie nel viaggio a Chicago, Philip decide di aiutarla in prima persona, tornando sul campo per quella che non viene introdotta come l’ultima missione, pur avendo tutta l’aria di esserlo. La sensazione, guardando gli eventi, è proprio quella della fine, ogni momento può sembrare quello decisivo, quello in cui qualcosa di ormai prossimo stronca definitivamente le vite e la volontà dei due coniugi.
Il piano degli sceneggiatori e del regista però è un altro, l’obiettivo è quello di sviluppare le paure dei Jennings e di chi ruota attorno alla coppia, e anche di mettere alla prova le loro convinzioni e quelle dei due personaggi secondari più importanti: Paige e Stan, con quest’ultimo che, in uno dei primissimi momenti (forse il primo in assoluto) all’interno dello show, inizia ad avere qualche sospetto sui suoi vicini di casa. Anche per questi motivi la sceneggiatura non è molto giocata sui dialoghi e riprende, proprio a causa della natura dei fatti raccontati vicini a quelli di una puntata conclusiva, tante parti degli episodi e delle stagioni precedenti e non solo per rimettere insieme i pezzi: i flashback, infatti, sono utili anche come ritorno emozionale, un esempio è quello di Stan che tiene in mano la foto di famiglia dei Jennings.
Così come i riferimenti al passato, la scena della morte di Harvest, che maledice il padre, riporta al contesto dell’episodio; stesso discorso vale per le scelte di Paige, fermamente convinta nello sposare la causa della madre. Il dialogo tra genitore e figlia riporta in primo piano la crescita della ragazza, in quanto nella conversazione il personaggio lascia intravedere tutti i segni della propria maturità, come se volesse rassicurare la madre di essere diventata adulta.
“When you were working whit Gregory Thomas, you remember the woman he was hanging out with? […] Anything at all?”
“She was beautiful. […]”
“Anything else?”
“She smoked like a chimney.“
“She was beautiful. […]”
“Anything else?”
“She smoked like a chimney.“
In “The Summit” la narrativa cambia il suo modus operandi e i protagonisti, Philip in particolare, vengono attanagliati dai dubbi cadendo facilmente in atti mancati. Anche Elizabeth, abituata ad una certa risolutezza quando si tratta di prendere decisioni, fallisce due volte degli importanti test, lasciando scappare Jackson e non uccidendo Nesterenko.
Tutti gli avvenimenti riportano a delle verità scomode nella serie, Elizabeth e Philip infatti non compiono i loro atti mancati perché vogliono farlo, sono più che altro costretti dalla loro natura. Elizabeth specialmente, spia che ha vissuto anni a portare a termine il suo lavoro senza battere ciglio, in uno dei rari casi di esitazione si riconnette con la sua natura umana; questo avviene soprattutto nel caso di Jackson, facilmente associabile al figlio Henry, facendosi domande sul perché delle azioni che compie e mettendo in dubbio la sua tesi iniziale. Le parabole dei due coniugi, che sembrano molto simili a qualche tempo fa, si sono lentamente riunite nei dubbi e nei dolori che attualmente condividono, non dal punto di vista politico (che anzi appare ancora più distante rispetto a quanto visto recentemente), e stanno percorrendo strade legate tra loro nelle proprie diversità.
Le differenza tra i due si evidenzia su un elemento, ossia il modo di vivere la situazione: Elizabeth da una parte è sempre molto attiva su tutti i fronti e cerca sempre di fare del suo meglio per se stessa e per sua figlia; Philip invece è precipitato in un pozzo senza fondo, tanto da apparire rassegnato al suo destino e poco incline a volerlo cambiare, come se aspettasse la fine lasciando che l’acqua scorra senza problemi sotto il ponte. Il suo atteggiamento è ben chiarito nel dialogo finale con la moglie e, in modo ancor più preciso, nella scena in cui noleggia un film sovietico guardandolo nella più totale libertà nel salotto di casa.
Su questo sfondo si staglia la figura di Stan, già menzionata in precedenza. Il suo compito ormai è ben chiaro, ha in mente tutte le giuste conclusioni solo che si ritrova, come molti in questa puntata, con le mani legate. Le sue indagini proseguono in maniera impeccabile eppure nel marasma sembra sfuggirgli qualcosa. L’indizio del fumare come una ciminiera e l’immagine delle sigarette trovate a casa dei Jennings lo perseguitano, sa di avere tutte le carte in mano, il problema è aggiungere altre informazioni importanti che possano incastrare definitivamente la coppia e confermare i suoi sospetti.
Tutti gli avvenimenti riportano a delle verità scomode nella serie, Elizabeth e Philip infatti non compiono i loro atti mancati perché vogliono farlo, sono più che altro costretti dalla loro natura. Elizabeth specialmente, spia che ha vissuto anni a portare a termine il suo lavoro senza battere ciglio, in uno dei rari casi di esitazione si riconnette con la sua natura umana; questo avviene soprattutto nel caso di Jackson, facilmente associabile al figlio Henry, facendosi domande sul perché delle azioni che compie e mettendo in dubbio la sua tesi iniziale. Le parabole dei due coniugi, che sembrano molto simili a qualche tempo fa, si sono lentamente riunite nei dubbi e nei dolori che attualmente condividono, non dal punto di vista politico (che anzi appare ancora più distante rispetto a quanto visto recentemente), e stanno percorrendo strade legate tra loro nelle proprie diversità.
Le differenza tra i due si evidenzia su un elemento, ossia il modo di vivere la situazione: Elizabeth da una parte è sempre molto attiva su tutti i fronti e cerca sempre di fare del suo meglio per se stessa e per sua figlia; Philip invece è precipitato in un pozzo senza fondo, tanto da apparire rassegnato al suo destino e poco incline a volerlo cambiare, come se aspettasse la fine lasciando che l’acqua scorra senza problemi sotto il ponte. Il suo atteggiamento è ben chiarito nel dialogo finale con la moglie e, in modo ancor più preciso, nella scena in cui noleggia un film sovietico guardandolo nella più totale libertà nel salotto di casa.
Su questo sfondo si staglia la figura di Stan, già menzionata in precedenza. Il suo compito ormai è ben chiaro, ha in mente tutte le giuste conclusioni solo che si ritrova, come molti in questa puntata, con le mani legate. Le sue indagini proseguono in maniera impeccabile eppure nel marasma sembra sfuggirgli qualcosa. L’indizio del fumare come una ciminiera e l’immagine delle sigarette trovate a casa dei Jennings lo perseguitano, sa di avere tutte le carte in mano, il problema è aggiungere altre informazioni importanti che possano incastrare definitivamente la coppia e confermare i suoi sospetti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Ancora una volta The Americans fa centro, portando in scena la bellezza, i misteri e le controversie russe negli ultimi anni di Guerra Fredda. Elizabeth e Philip, vicini per certi versi e distanti per altri, vanno a braccetto su due piani differenti: la prima stremata da una stagione che l’ha vista rimbalzare faticosamente a destra e a manca, per portare a termine con grande dedizione il suo lavoro, continua a rimanere fedele, nonostante qualche dubbio; il secondo ha scelto invece la strada dell’avvilimento. Lo show giungerà alla fine tra poche settimane e il destino dei Jennings, ormai vicinissimi ad essere scoperti, è più che mai in bilico.
Rififi 6×06 | 0.5 milioni – 0.1 rating |
Harvest 6×07 | 0.6 milioni – 0.2 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.