Prosegue il trend più che positivo di The Flash. Man mano che proseguiamo i personaggi vengono delineati sempre meglio, lo stesso vale per i sentimenti e le dinamiche che si generano dalla trama principale. Il fil rouge della quarta puntata è l’amicizia, e per rafforzare maggiormente questa sfaccettatura scende in campo Felicity, dando vita così ad un piccolo crossover nell’Universo DC: Central City e Starling City in un incontro tra nerd.
La presenza della ragazza ha molteplici scopi: in primo luogo conclude l’apparente parentesi pseudo romantica apertasi nella passata stagione di Arrow con Barry, poi insegna una lezione sul come gestire un team, ed infine enfatizza, anche se senza esagerare, ancora una volta le differenze stilistiche e di ambientazione tra la serie madre ed il suo spin off.
Starling City è un posto cupo, le strade sono buie e il suo vigilante veste di verde scuro per proteggere la città. La dimensione e il background sono decisamente da “piedi per terra”, tutti sanno che Arrow nasce da una trasposizione fumettistica, ma la realizzazione televisiva assottiglia in modo più incisivo questo dettaglio. In The Flash è tutta un’altra storia, il lampo rosso gira per le strade in un contesto molto fumettistico e certi aspetti ricordano un piccolo film per il cinema. Grant Gustin e il suo Velocista Scarlatto riescono a convincere, l’attore dimostra di sentirsi sempre più in agio nei panni del protagonista, e inoltre sfodera un grande feeling sia con Emily Bett Rickards che con il suo rispettivo personaggio, Felicity.
Complice anche lo sviluppo lento e pressoché inesistente dell’infatuazione non corrisposta per Iris, l’arrivo della biondina di Starling lascia apprezzare il potenziale che la coppia Smoak-Allen potrebbe avere, d’altronde c’è anche da sottolineare il trend positivo (dal punto di vista sentimentale) che attraversa il personaggio della bella hacker informatica. Una recente puntata incentrata completamente sul suo passato e la sua visita a Central City regalano una grande visibilità al character, tra i più amati per la sua genuina ironia, alzando ancora di più la qualità di “Going Rouge” e più in generale dello show che ad oggi manca probabilmente di una figura femminile di spicco.
La struttura della quarta puntata, invece, è quanto di più classico ci possa venir offerto: un villain da annientare e l’ormai consono susseguirsi degli eventi, con l’unica differenza che per la prima volta il cattivo di turno, Snart (ribattezzato Capitain Cold da Cisco) non viene catturato o annientato, lasciando supporre che lo rivedremo presto con un alleato accattivante a sorpresa.
Passando a “Plastique”, la trama orizzontale subisce delle modifiche grazie al litigio tra Barry ed Iris che porta il loro rapporto di amicizia ad un’interruzione, certamente non permanente, ma che di certo influenzerà l’umore dell’uomo più veloce del mondo.
Di particolare importanza sono i primi due veri incontri tra la figlia del detective e Il Lampo. Una scena ben impostata, le giuste parole e l’atmosfera perfetta esplicitano al meglio la tipica situazione da supereroe ed amata, ormai inflazionata nel tempo talmente la si è vista tra cinema e fumetti, ma pur sempre azzeccata per descrivere la magia tra la ricerca del sovrannaturale e la necessità di nascondere un segreto per proteggere i propri cari. Così vicini eppure così lontani, un veloce incontro per rinforzare l’alone di magia che avvolge l’eroe e l’ammirazione di una donzella che si trova ad un passo da qualcosa che, in realtà, conosce meglio di chiunque altro.
Per quanto riguarda il resto della puntata, gli eventi scorrono con la solita fluidità e piacevole azione mentre i segreti che arrivano dal passato e che trascinano il Dott. Wells sempre più nel baratro del dubbio, si mescolano molto bene con le vicende presenti. L’ingenuità e la “purezza” di Caitlin, Cisco e Barry si contrappone in qualche modo all’indole ambigua del dottore che prima o poi svelerà quel che si cela dietro alla sua “maschera” ma che, nel frattempo, con le sue azioni succubi e riprovevoli volte alla “protezione” di Barry funziona benissimo all’interno dello show regalando una marcia in più.
Altro elemento estremamente interessante riguarda la scelta del metahuman della settimana: Beth Sans Souci, una cattiva non per vocazione ma costretta a fare cose sbagliate. Per la prima volta un metaumano non sfrutta i suoi superpoteri per andare nel lato oscuro della forza ma, anzi, potrebbe diventare potenzialmente un membro del team Flash. Il “potenzialmente” è d’obbligo perchè l’epilogo di questa storia brilla ben poco per originalità, poiché la povera donna muore poco prima di rivelare a Barry chi l’aveva indotta ad uccidere il Generale Eiling: Wells.
Complessivamente entrambe le puntate confermano la buona qualità di questo prodotto targato The CW, gli autori sanno mischiare con saggezza, ironia, pathos e le ambientazioni circostanti. “Going Rouge” brilla di una luce particolare, per il tema centrale dell’amicizia che si protrae anche nella puntata successiva, e per la presenza di una splendente Felicity che allieta il pubblico e strizza l’occhio ai fan di Arrow. Cosa dire? The Flash continua a rigare dritto e lo fa non annoiando e sfruttando bene tempistiche e luoghi comuni garantendosi l’apprezzamento di pubblico e critica.
- La via citata nell’episodio (“tra la quarta e la Kolins”) è un riferimento a Scott Kolins, il disegnatore che ha accompagnato lo sceneggiatore Geoff Johns per la maggior parte dei numeri nella sua celebre run su Flash. Insieme a quella di Mark Waid, la gestione di Johns è considerata l’apice narrativo del Velocista Scarlatto.
- “Dust in a red costume”. Letteralmente, “Polvere in un costume rosso”. E’ un più che esplicito riferimento alla morte di Barry Allen, nei comics avvenuta nel climax del crossover Crisi Sulle Terre Infinite; è in quella saga che Flash sacrifica la sua stessa vita per fermare l’Anti-Monitor, il villain principale della storia, portando a limiti mai testati la sua velocità, essendo questo l’unico modo per fermare l’arma con cui intendeva distruggere l’universo. Purtroppo per lui, lo sforzo sarà tale che il suo potere produrrà una velocità tale che il corpo non riuscirà a reggere, portandolo totalmente a consumarsi, lasciando come lascito solo il costume che indossava.
- Sul furgone blindato con cui viene trasportato il diamante, oggetto dell’ossessione di Leonard Snart, compare la scritta “Blackhawk Security”. Lo squadrone Blackhawk era una squadra di piloti aerei incaricati di offrire supporto a chi ne abbisognava durante la lotta contro l’Asse nella Seconda Guerra Mondiale.
- Sempre parlando del diamante, la pietra preziosa appartiene alla Dinastia di Kahndaq, una nazione fittizia situata tra Egitto e Israele, patria del celebre supervillain Black Adam: avversario di Shazam (Capitan Marvel, per i nostalgici).
- A proposito di Leonard Snart: in quest’episodio, fa il suo doppio debutto ufficiale nel Flash/Arrow Universe, sia come Snart, ma sopratutto come Capitan Cold, uno dei nemici più famosi del personaggio e uno dei preferiti dai fans. Vittima di un’infanzia piena di abusi da parte del padre, Snart si trasferisce in giovane età dal nonno; quando questi morì, comincio la sua carriera criminale sopratutto per allontanarsi dal padre. Vedendo in Flash un’occasione per farsi una reputazione, irruppe in un laboratorio e costruì una pistola basata sull’emissione di ciclotroni, nel tentativo di provocare una reazione contraria e contrastare la velocità dell’alter-ego di Barry Allen. Ovviamente, Leonard ci riuscì e questo diede vita alla loro eterna faida.
- L’uomo che era a capo del trivia-quiz dell’episodio si chiama Oswald Loomis. Nei fumetti, a seguito di un crollo nervoso avvenuto per la cancellazione del suo programma televisivo per bambini, diventerà il villain conosciuto come The Prankster: un killer che uccide le sue vittime organizzando pittoreschi giochi a premi dove l’unico è quello della morte del partecipante.
- Il gorilla che si intravede a fine puntata, credeteci o no, ma sarà uno dei villain più spietati a rendere difficile la vita di Barry Allen nei panni di Flash. Come dice la targhetta identificativa, il gorilla si chiama Grood e fa un cameo nell’episodio pilota. Se consultate lo specchietto di quella puntata, avrete tutte le informazioni che vi servono per conoscere il personaggio, dato che ne avevamo già parlato in quella occasione.
- Comparso per la prima volta su Captain Atom #1 del 1987, il Generale Wade Eiling è un subdolo militare esperto in ricatti e manipolazione delle persone al fine di raggiungere i propri scopi, che (solitamente) sono mirati a circondarsi di esseri con superpoteri al suo servizio. Celebre è, infatti, la volta in cui manipolò lo stesso Capitan Atom per farlo diventare un supereroe al servizio dell’esercito o quando creò gli Ultramarine Corps (supergruppo a stampo militare in risposta alla Justice League). Rimasto un personaggio utilizzato abbastanza poco perché abituato ad operare dietro le quinte e a tirare i fili delle situazioni, Eiling ottenne più luci della ribalta negli anni ’90, quando si iniettò un siero che lo fede diventare un corpulento ominide dai denti aguzzi per contrastare personalmente la JLA. In “Plastique” è interpretato da Clancy Brown, famoso per il ruolo del Capitano Byron Hadley in Le Ali Della Libertà.
- Le origini di Bette Sans Souci, qui rinominata da Cisco con l’alter-ego fumettistico “Plastique”, sono molto diverse da quelle viste nella puntata. Comparsa per la prima volta su Fury Of Firestorm #7 del 1982, Bette tentò di causare un’esplosione di massa contro il New York Herald-Express (un giornale fittizio dell’universo DC), utilizzando una serie di bombe attaccate al suo costume…solo per farsi vaporizzare il costume da Firestorm, che la lasciò nuda ed umiliata davanti al pubblico. Per vendicarsi dell’umiliazione subita dal supereroe, a seguito di una serie di esperimento, Bette ottenne il potere mostrato nell’episodio e adottò il famigerato alias. Successivamente, divenne un villain abbastanza ricorrente nel roster di nemici di Capitan Atom, status che non durò molto poiché la donna s’innamorò dell’eroe e i due convolarono presto a nozze; il matrimonio, purtroppo, non durò a lungo e dopo il divorzio Plastiaque tornò alla sua vita criminale.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Things You Can’t Outrun 1×03 | 3.59 milioni – 1.4 rating |
Going Rogue 1×04 | 3.53 milioni – 1.4 rating |
Plastique 1×05 | 3.46 milioni – 1.4 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.