“I fear you would not be welcome there, Lady. The widows of these men will not forgive you easily. Still, you may receive adoration in this place. It may be some compensation.”
Come guidate da una forza di gravità narrativa, tutte le storyline della quarta stagione di The Last Kingdom convergono sul campo di battaglia di Tettenhall, dove si decide il destino della Mercia, anzi, di tutti i regni anglosassoni e forse persino cristiani dell’Inghilterra. C’è chi combatte per la gloria, chi per ambizione, chi per difendere la propria patria o il sogno del proprio predecessore, chi solo per raccattare un buon bottino, chi per vendetta.
La battaglia campale è come al solito ben fatta: The Last Kingdom non può ancora vantare il budget al livello di Game of Thrones ma forse questo è un bene, perché costringe a mettere in scena scontri più verosimili e vicini alle vere battaglie medievali, in cui a scontrarsi c’erano poche migliaia o a volte persino poche centinaia di uomini, non gli immensi eserciti visti nei fantasy. E come spesso accade in questa serie, nonostante Uhtred sia il protagonista il racconto si fa corale, concedendo spazio e approfondimenti per tutti. E quando cala il sipario sulla carneficina, si ha l’impressione che nessuno ci abbia davvero guadagnato: Æthelflæd ha perso la fiducia del fratello Edward, contravvenendo ai suoi ordini, e a sua volta il giovane re del Wessex ha subito uno smacco non da poco accorrendo in aiuto della Mercia all’ultimo minuto e lasciando agli avidi gallesi tutto il bottino di guerra; Æthelred ci ha rimesso la faccia, dimostrandosi un sovrano inetto soprattutto a confronto della moglie, e probabilmente la ferita riportata in battaglia gli sarà mortale; per non parlare del povero Steapa, altro pilastro della serie che sacrifica la propria vita per difendere fino alla fine il proprio re.
Ma soprattutto è Uhtred a rimetterci, compiendo sì la sua vendetta nei confronti di Cnut, ma perdendo per sempre Brida nel momento in cui lascia che i soldati del Dehuebarth la facciano prigioniera. Una decisione infelice, sì, ma anche inspiegabile: il guerriero dovrebbe sapere quale sorte attende una danese prigioniera e ci si chiede perché non l’abbia rivendicata come propria prigioniera, anche a costo di rischiare un incidente diplomatico coi Gallesi (ma quando mai Uhtred è stato diplomatico?), o ancora meglio perché non le abbia dato la morte eroica per andare nel Valhalla. Probabilmente si voleva giocare anche sul parallelismo con quanto successo poco prima, nel bel mezzo della mischia, tra Æthelflæd e Aldhelm, con la regina merciana che invoca la morte per sfuggire alla cattura dei Danesi e il suo fedele servo (che bell’evoluzione ha vissuto Aldhelm, da braccio destro di un poco di buono come Æthelred a indispensabile aiuto della sua regina!) che esita, incapace di affondare il coltello nella gola. La differenza è che l’esitazione di Aldhelm consente a Æthelred di sopravvivere fino al provvidenziale arrivo di Edward, quella di Uhtred condanna la sua vecchia amica e amante a una sorte ben peggiore della morte. Di sicuro questa scelta peserà sul futuro rapporto tra i due, perché è difficile che Brida esca così di scena ed è ancora più improbabile che perdoni il tradimento.
Se la battaglia è il fulcro dell’episodio e dell’intera prima parte della stagione, non va comunque trascurato tutto il minutaggio che la precede e in cui si delinea un quadro poco rassicurante. Edward non ha più alcuna fiducia nei suoi parenti, né nella sorella né tanto meno nella madre, e si rafforza sempre più la solida stretta dell’ambizioso suocero; anzi, è abbastanza paradossale vedere padre e figlia affiatati come non mai per difendere la posizione conquistata a corte, mentre la casa reale di Wessex apparecchia inconsapevolmente la propria distruzione (che non avverrà, lo dice la Storia, ma al momento il destino dei figli di Alfred sembra davvero appeso un filo). Purtroppo all’orizzonte fa capolino anche un’altra minaccia, quella dello spregiudicato Eardwulf, che salvando il giovane re ne ha conquistato la gratitudine e potrebbe piegarla alle proprie ambizioni. In nome delle stesse ambizioni, il merciano non ha esitato a sacrificare dignità e onore della sorella Eadith, un personaggio che dopo quattro puntate continua a essere difficile da inquadrare: potrebbe continuare a svolgere la funzione di strumento di Eardwulf, così come potrebbe essere vicino per lei il momento della rivolta, che la trasformerebbe in una figura positiva, magari anche in un’inaspettata alleata per Uhtred.
A tal proposito, bisogna dare per scontato che i prossimi episodi vedranno il guerriero coinvolto ancora una volta nello scenario merciano, lontano da Bebbanburg: è palpabile il suo forte sentimento per Æthelflæd, con cui prosegue la relazione clandestina, ma anche la sua fedeltà al disegno di Alfred di un’Inghilterra unita, quindi è improbabile che abbandoni il sud proprio adesso che le due cose che gli stanno più a cuore sono in pericolo.
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Episode 3 4×03 | ND milioni – ND rating |
Episode 4 4×04 | ND milioni – ND rating |
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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.