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Avete presente la 9×22 di How I Met Your Mother, la puntata prima del doppio (e discusso) series finale? Al termine di The End Of The Aisle, CBS fece vedere subito le anticipazioni di The Last Forever, durante le quali la classica voce da pubblicità e trailer dice: “We’ve laughed with them, we’ve cried with them…“. Questa frase, in effetti, era vera, perché ci sono stati dei momenti drammatici nella storia di come Ted Mosby incontrò la moglie (uno su tutti: la morte del padre di Marshall). Se questo si addiceva bene ad una comedy tradizionale come HIMYM, lo fa ancora di più ad un prodotto ibrido come The Last Man On Earth, la cui forza sta proprio nella forte presenza di una componente drama in una serie all’apparenza demenziale e dalla durata di 20 minuti. Quando venne presentata agli upfronts 2014-2015, noi di Recenserie commentammo con “L’idea di base è la più coraggiosa che si sia sentita da qualche lustro a questa parte” e un bel meme di Obama (Not bad) come incoraggiamento. Inutile dire che la nostra fiducia è stata ampiamente ripagata. L’unico dubbio che sollevammo all’epoca riguardava la futuribilità di una serie con un solo personaggio e, quindi, senza dialoghi. Abbastanza prevedibilmente, Phil Lord e Chris Miller hanno man mano inserito alcuni personaggi. The Last Man On Earth è da sempre una serie audace, e non è un caso che gli episodi più sottotono siano quelli dove diventa una comedy classica, fatta di gag e battutine.
Dopo una puntata dolorosa dal punto di vista emotivo, anche questo finale continua a premere con convinzione il piede sul tasto del drama, in particolare alla storyline dedicata a Phil e Mike, il cui arrivo sulla Terra ha da subito dato un’ulteriore ventata di freschezza, grazie anche alla grande interpretazione di Jason Suidekis, sulle cui doti comiche nessuno dubitava e che è stato assolutamente convincente anche quando ha dovuto interpretare un Mike malato e che prova a mandare via il fratello usando anche parole forti (in sostanza, tutto un altro livello rispetto al Phil 2.0, che soffriva di una scrittura non particolarmente efficace e di una recitazione non eccellente di Boris Kodjoe). Non è stata, però, la parte dedicata ai due fratelli (anche in questo caso, la presenza del drama è fortissima, perché la scena dopo la rasatura di Phil è incredibilmente intensa) a sorprendere di più, bensì una decisione che potrebbe cambiare le carte in tavola per sempre, modificando il DNA della serie. Infatti, in 30 puntate, le notizie sul virus sono state pochissime e spesso ci si dimenticava quasi di assistere ad un mondo post-apocalittico. In questo “30 Years Of Science Down The Tubes”, inaspettatamente, si viene immersi per la prima volta in un’atmosfera da fine del mondo. Lo testimoniano vari aspetti, quali il dover vedere i propri cari morire a causa del virus e il non fidarsi più di nessuno, neanche degli altri sopravvissuti. Oltre a Melissa, che in questa puntata è diventata una sorta di Shane Walsh ai tempi della fattoria di Hershel, rischiando quasi di uccidere Carol, questa diffidenza la si può vedere in Pat Brown e i suoi due “colleghi”, che si attraccano di fronte alla villa di Malibu dell’ex gang di Tucson e, a giudicare dalle mitragliatrici, le loro intenzioni non sembrano essere delle migliori. Che Brown avesse la fobia dell’estinzione della specie umana, tanto che raramente metteva piede sulla terraferma, lo si era già capito da Pitch Black, uno dei migliori episodi della stagione. C’è ora da chiedersi, quindi, quale sia la motivazione che l’ha spinto ad attraccare a Malibu, in quanto nei paraggi non sembrano esserci punti di rifornimento. Che la sua fobia sia peggiorata portandolo ad uccidere i superstiti? Potrebbe anche essere, ma ciò vorrebbe dire osare tantissimo, forse anche troppo. Inutile stare qui a creare teorie, bisognerà aspettare settembre e vedere come il dynamic duo della televisione, Lord&Miller, sarà in grado di stupirci per l’ennesima volta. Nel frattempo, un plauso doveroso ad un’altra grande stagione.
Dopo una puntata dolorosa dal punto di vista emotivo, anche questo finale continua a premere con convinzione il piede sul tasto del drama, in particolare alla storyline dedicata a Phil e Mike, il cui arrivo sulla Terra ha da subito dato un’ulteriore ventata di freschezza, grazie anche alla grande interpretazione di Jason Suidekis, sulle cui doti comiche nessuno dubitava e che è stato assolutamente convincente anche quando ha dovuto interpretare un Mike malato e che prova a mandare via il fratello usando anche parole forti (in sostanza, tutto un altro livello rispetto al Phil 2.0, che soffriva di una scrittura non particolarmente efficace e di una recitazione non eccellente di Boris Kodjoe). Non è stata, però, la parte dedicata ai due fratelli (anche in questo caso, la presenza del drama è fortissima, perché la scena dopo la rasatura di Phil è incredibilmente intensa) a sorprendere di più, bensì una decisione che potrebbe cambiare le carte in tavola per sempre, modificando il DNA della serie. Infatti, in 30 puntate, le notizie sul virus sono state pochissime e spesso ci si dimenticava quasi di assistere ad un mondo post-apocalittico. In questo “30 Years Of Science Down The Tubes”, inaspettatamente, si viene immersi per la prima volta in un’atmosfera da fine del mondo. Lo testimoniano vari aspetti, quali il dover vedere i propri cari morire a causa del virus e il non fidarsi più di nessuno, neanche degli altri sopravvissuti. Oltre a Melissa, che in questa puntata è diventata una sorta di Shane Walsh ai tempi della fattoria di Hershel, rischiando quasi di uccidere Carol, questa diffidenza la si può vedere in Pat Brown e i suoi due “colleghi”, che si attraccano di fronte alla villa di Malibu dell’ex gang di Tucson e, a giudicare dalle mitragliatrici, le loro intenzioni non sembrano essere delle migliori. Che Brown avesse la fobia dell’estinzione della specie umana, tanto che raramente metteva piede sulla terraferma, lo si era già capito da Pitch Black, uno dei migliori episodi della stagione. C’è ora da chiedersi, quindi, quale sia la motivazione che l’ha spinto ad attraccare a Malibu, in quanto nei paraggi non sembrano esserci punti di rifornimento. Che la sua fobia sia peggiorata portandolo ad uccidere i superstiti? Potrebbe anche essere, ma ciò vorrebbe dire osare tantissimo, forse anche troppo. Inutile stare qui a creare teorie, bisognerà aspettare settembre e vedere come il dynamic duo della televisione, Lord&Miller, sarà in grado di stupirci per l’ennesima volta. Nel frattempo, un plauso doveroso ad un’altra grande stagione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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In una situazione comedy (non animate) quasi disastrosa per la Fox, The Last Man On Earth è, più o meno, come un diamante nel fango. Il fango, però, non riesce a rovinare lo splendore del diamante, al quale vanno tutte le nostre benedizioni.
Smart And Stupid 2×17 | 2.21 milioni – 0.9 rating |
30 Years Of Science Down The Tubes 2×18 | 2.23 milioni – 0.9 rating |
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.