
All’uscita del titolo ufficiale della puntata il fandom di Star Wars è andato comprensibilmente in ebollizione e l’attesa era enorme: si può dire che le aspettative siano stato ampiamente ripagate visto che questo tredicesimo capitolo rappresenta senza dubbio l’apice dello show.
I collegamenti con le serie animate The Clone Wars e Rebels sono molteplici e diversamente non poteva essere visto che entrambe sono state create da Dave Filoni, scrittore e regista anche di questa puntata: per chi volesse saperne di più si consiglia la lettura di questo approfondimento sulle due serie, necessario per comprendere appieno questa seconda stagione.
Un episodio che trova le proprie radici nel cuore del fandom essendo diretta conseguenza del mondo espanso di Star Wars e che già nella splendida open cold parte fortissimo con l’introduzione dell’attesissima Ahsoka Tano, ex padawan di Anakin Skywalker, subito in azione con le sue due letali spade laser bianche. Inoltre non si può che constatare piacevolmente che la scelta di affidare il personaggio a Rosario Dawson risulta vincente, sia a livello visivo che come performance recitativa.
“A Mandalorian and a Jedi? They’ll never see it coming.”
La narrazione non perde tempo e dopo dieci minuti vi è già l’incontro tra l’ex Jedi e Din Djarin che ovviamente si alleano per liberare un’installazione mineraria governata da un Magistrato fedele all’Impero, sottoposta del Grand’Ammiraglio Thrawn, l’ufficiale imperiale creato dalla penna di Timothy Zahn e apparso soprattutto in Rebels.
Certo tra un citazione (sempre gradita) del maestro Yoda ed una spiegazione di cosa sia la Forza, ripresa direttamente dal famoso monologo di Alec Guinness/Obi-Wan Kenobi in “A New Hope“, si potrebbe accusare “The Jedi” di volersi ingraziare i fan ad ogni costo, ma sarebbe veramente riduttivo fermare il proprio giudizio al mero citazionismo, specie visto il comparto tecnico di enorme valore che contraddistingue l’intera puntata.
Infatti alla regia perfetta in ogni inquadratura ed un montaggio esemplare di Filoni si unisce una fotografia veramente eccelsa che regala ai fan un pianeta Corvus da brividi, caratterizzato da una particolare luce lunare che rende ogni scena splendida per gli occhi della spettatore.
Le rivelazioni su Grogu, vero nome di The Child, risultano fondamentali per il proseguo della serie, con il personaggio che si scopre essere cresciuto nel tempio dei Jedi su Coruscant, per poi nascondersi dopo l’Ordine 66, ennesimo riferimento alla trilogia prequel, celando le proprie abilità negli anni per riuscire a sopravvivere.
Il duello tra il Magistrato e Ahsoka Tano è veramente splendido, sia per come è stato girato, sia per quanto riguarda lo scontro vero e proprio tra le due contendenti, con chiari riferimento al cinema del maestro Kurosawa e a Quentin Tarantino, cultore a suo volte del regista giapponese, per una puntata che trae a piene mani non solo dall’epopea western, ma anche da quella samurai.
L’episodio diretto da Dave Filoni è allo stesso tempo un omaggio alla trilogia prequel ed un passo in avanti per la trama orizzontale visto che, con il rifiuto di Ahsoka Tano di addestrare Grogu, Din Djarin dovrà ora dirigersi verso un nuovo pianeta, aprendo de facto una nuova pagina narrativa per la serie di casa Disney+ che grazie alle avventure del Mandaloriano permetterà allo spettatore di esplorare ulteriormente l’enorme universo di Star Wars.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un episodio meraviglioso, perfetto sotto ogni punto di vista e che si aggiudica senza dubbio il massimo dei voti, per il terzo Bless Them All consecutivo per la serie targata Disney+, segno che lo show è ormai entrato nel vivo della narrazione. Dall’intero comparto tecnico alla parte prettamente action della puntata, la sensazione è di trovarsi di fronte a un piccolo capolavoro inerente al mondo di Star Wars.
Grazie Dave Filoni, meglio di così era impossibile fare.
Grazie Dave Filoni, meglio di così era impossibile fare.
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.