The New Pope 2×05 – Episode 5TEMPO DI LETTURA 5 min

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“No!” ripete più volte un impenetrabile Giovanni Paolo III di fronte alla folla di fedeli riunita a Lourdes, dopo un brutale massacro di disabili in sedia a rotelle. In quella parola così insignificante eppure così pregna di significati, in quella singola sillaba il sir inglese scelto come nuovo capo della Cristianità trova un motto conciso ed efficace, un imperativo morale scolpito nella pietra.
I discorsi pomposi e altisonanti di questo perfetto dandy britannico, che sembra a suo agio più in giacca e cravatta che nelle vesti pontificie, cedono il posto a due sole lettere, umili e anonime eppure capaci di farsi largo tra la gente come un hashtag.
“No!” alla violenza professata dal capo islamico del momento, a cui non si può certo rispondere con altra violenza.
“No!” alla linea dura del precedessore Pio XIII, che dell’assenza aveva fatto il punto di forza del proprio pontificato, mentre questo nuovo vescovo di Roma non disdegna di passare tra le folle e di dimostrare che la Chiesa c’è e pensa e ripensa a quel famoso barbone di qualche episodio fa.
“No!” all’idea di aggiornare la Chiesa a mo’ di smartphone, come chiede nientemeno che Sharon Stone in una sequenza iniziale che fa il paio con quella di Marilyn Manson dello scorso episodio e che gioca sulla cultura pop, sul citazionismo del più celebre film della bionda di Meadville, ma anche su un tema sempre di grande attualità quale la sessualità per la Chiesa.
E se al timore reverenziale di sir Brannox per l’accavallamento delle gambe della femme fatale si ride di gusto, immaginando il venerabile pontefice consapevole di essere fatto di carne suscettibile al fascino di ciò che si cela tra le gambe della donna, ci si fa più seri quando la Stone affronta con franca brutalità la questione dei matrimoni omosessuali. La risposta di Giovanni Paolo III è quella ufficiale della Chiesa: il sesso esiste al solo scopo procreativo e non può essere approvato ufficialmente in contesti al di fuori della riproduzione, ergo al di fuori del naturale ordine eterosessuale.
Eppure con Sorrentino non si può mai essere certi di nulla, non si possono mai fare previsioni. In The Young Pope ci presentò un papa relativamente giovane, americano, fumatore, atletico, tutte qualità che immancabilmente si associano all’idea di modernità, salvo renderlo un conservatore degno del più cupo Medioevo; in The New Pope ci offre un adepto della medietas newmaniana, un papa fashion che dà consigli di moda alla duchessa Megan ma che sembra inamovibile sulle tradizioni millenarie della Chiesa, e poi sgancia un’autentica bomba facendogli affermare, in un colloquio con l’orma intima confidente Sofia Dubois, la propria volontà di aprire le porte al matrimonio del clero per arginare il fenomeno della pedofilia.
Ancora una volta torna in primo piano questa vexata quaestio del cattolicesimo su cui il regista partenopeo ha tanto insistito nella scorsa stagione e su cui, sembrerebbe, insisterà ancora in questa; ma ci si è spostati dal rigore senza pietà alcuna di Lenny Belardo alla propensione al compromesso (e dunque all’apertura, anche quando epocale) del suo successore.
Come spiega sir Brannox, non si può combattere la piaga con la repressione o la punizione, per quanto dura, per quanto esemplare: l’amore non ha cura, non può essere estinto, al massimo spostato verso un altro oggetto.
Si potrebbe discutere a lungo sull’ingenuità di Sorrentino di risolvere la piaga della pedofilia eliminando l’obbligo del celibato: del resto, molti casi di molestie su minori si registrano anche nei paesi protestanti, dove i pastori possono regolarmente sposarsi ma non per questo rinunciano al vizio.
Quello che conta rilevare, semmai, è ancora una volta la centralità del tema dell’amore, che in The New Pope continua a essere più assente che presente: di certo non ha fatto parte della vita di sir John Brannox, condannato all’astio di due genitori che emotivamente sono stati assenti tanto quanto quelli che abbandonarono il piccolo Belardo; né sembra far più parte della vita della Dubois, legata a un marito che al piacere del contatto visivo nell’amplesso preferisce la perversione di un gloryhole. Né c’è amore nella vita di Esther, protagonista di una storyline che, pur forte nella tematica e nei toni, stenta a coinvolgere perché finora troppo slegata dal resto della narrazione.
Tornando ai progetti di Giovanni Paolo III, questo cambiamento nelle politiche papali rende noi spettatori ancora più impazienti di assistere all’incontro tra i due pontefici, reso sempre più vicino da un piccolo ma significativo cambiamento nella respirazione del comatoso Pio XIII in cui forse si nasconde un vero e proprio conto alla rovescia prima del risveglio. E intanto cresce il fanatismo attorno al papa giovane, i cui respiri diventano addirittura oggetto di una trasmissione radiofonica non-stop e della solita sequenza di scene sorrentiniane in cui le immagini, i gesti, i piccoli movimenti e le reazioni dei personaggi dicono più di mille parole.
E sarà interessante capire quale sarà, nell’eventualità di un ritorno di Lenny Belardo, la posizione del cardinale Voiello, che nel nuovo pontificato da lui fondato appare sempre più come un pesce fuor d’acqua perché costretto a retrocedere di fronte all’incalzare del cardinale Spalletta (un Massimo Ghini che si è ricordato di essere un bravo attore, sprecato nei cinepanettoni).
Per ora possiamo gustarci l’ennesimo scorcio di umanità del personaggio, lontano dagli intrighi vaticani per una gita all’ombra degli Appennini che regala una dimostrazione di come, tutto sommato, in The New Pope, l’amore si nasconde dovunque e può manifestarsi in piccoli gesti, come la carezza che un don Mimmo ormai totalmente escluso dal mondo sensibile dona a Girolamo: le anime umane si anelano, si cercano, e a volte riescono a trovare un contatto, tanto più prezioso nella sua semplicità. Chissà che un giorno non lo trovino anche gli amletici protagonisti di questo ennesimo capolavoro sorrentiniano.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • La scena d’apertura con Sharon Stone, tra citazionismo cinematografico e tematiche forti
  • “No!”
  • Il feeling tra Giovanni Paolo III e Sofia Dubois
  • L’amore che non si trova, l’amore che si nasconde nella più semplice delle carezze
  • I respiri di Pio XIII: countdown per il suo ritorno? 
  • La vicenda di Esther è per ora troppo scollegata dal resto della narrazione

 

Se il papa americano e giovane si era rivelato, un po’ a sorpresa, il peggior conservatore possibile, adesso il papa inglese e moderato si rivela, ancora una volta un po’ a sorpresa, favorevole alla più epocale trasformazione della Chiesa cattolica. Ma le vie del Signore sono imperscrutabili e noi attendiamo con ansia il prosieguo delle vicende vaticane così magistralmente portate in scena finora da Sorrentino.

 

Episode 4 2×04 ND milioni – ND rating
Episode 5 2×05 ND milioni – ND rating

 

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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

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