Si raccoglie quello che si semina. Una stagione finale dovrebbe tirare le somme di tutto ciò che è stato e soprattutto raccogliere i frutti, positivi o negativi, di determinati andamenti dello show.
Nelle precedenti 10 stagioni, TWD ha lasciato trasparire, per così dire, momenti morti, poco interessanti e di palese allungamento del brodo. Ha però anche saputo tenere lo spettatore con il fiato sospeso in altre situazioni, lasciandolo spiazzato e stupito per determinati risvolti di trama e per morti improvvise, seppure sempre più rare.
“Out Of The Ashes” non ha colpe né meriti, semplicemente è uno dei casi in cui escono fuori croci e delizie che inevitabilmente accompagnano una serie così lunga. Se non altro, fornisce finalmente allo spettatore una panoramica totale delle varie trame e di tutto il parco personaggi.
MAGGIE E NEGAN
Negan ha sempre rappresentato un lato di forte attrattiva, sin dalla sua prima comparsa, in TWD. Le sue storyline, seppur discutibili per una piega alla lunga buonista, hanno sempre beneficiato di un’efficace scrittura del personaggio, così come dell’ottima interpretazione di Jeffrey Dean Morgan.
L’intera parentesi tra Maggie e Negan sta mostrando le due facce dello show targato AMC. Personaggi carismatici e interesse negli sviluppi di determinate trame da un lato, la palese tendenza all’introspezione di una sotto trama che prometteva invece violenza e crudezza dall’altro. Negan ha fratturato il cranio di Glenn, Maggie si è allontanata dalla comunità di Alexandria per la scelta di Rick di non uccidere l’allora antagonista. Negan ha poi, di conseguenza, subito un processo di “umanizzazione” che ha portato all’ambiguità di tutte le scene con Maggie. Sicuramente ben riuscito il conflitto morale suscitato in personaggi e spettatori, tuttavia, è palese il definitivo tramonto (almeno allo stato attuale delle cose) della natura originariamente cruenta dell’ex nemico, così come il conflitto esplosivo che veniva promesso con la vedova di Glenn.
IL COMMONWEALTH
La deriva più naturale, per una serie che si appresta ad arrivare al termine, potrebbe essere proprio quella rappresentata dal Commonwealth. Finora si sono sempre incontrati prototipi di società organizzate di vario genere, tutte apparentemente funzionanti, tutte con la fregatura più o meno nascosta. In questo caso, fregatura o meno, il balzo in avanti sotto il punto di vista dell’organizzazione è nettamente superiore. Lo stile di vita degli abitanti pare talmente “definitivo” che far immergere i protagonisti in un contesto simile potrebbe ben prestarsi a battute finali di uno show che parla di morti viventi e della fine del mondo così come lo si conosce.
Tuttavia, anche qui emerge un problema che arriva “dal passato”. A gestire questo lato di trama, che magari sa destare anche una bella fetta di curiosità, ci pensano personaggi che forse non si sono mai riusciti ad affermare bene all’interno della serie. Il ricambio è sempre stato abbastanza frequente, ma non sempre ben riuscito. Basti pensare che in questo piccolo quartetto che ora vive nel Commonwealth, il personaggio di più vecchia data è Eugene, eterna macchietta.
Indubbiamente ciò non toglie che la curiosità per ciò che sarà rimane, in attesa anche di conoscerne i fondatori.
ALEXANDRIA
Problematica molto più reale, che investe anche Maggie, Negan e gli altri della spedizione, è quella della ricerca del cibo. Alexandria è un avamposto che sta durando da molto tempo. Legittimo credere siano le sue ultime battute, soprattutto considerando quanto descritto nel paragrafo precedente.
Il focus su Judith, seppur non particolarmente interessante e senza rubare particolarmente la scena, è importante per riportare la lente d’ingrandimento sulla figlia del protagonista storico, così come per amplificare la consapevolezza, nello spettatore, di un’intera generazione nata ad apocalisse già avviata.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Il quinto episodio di questa stagione finale è quello che per ora riesce a tenere in piedi tutte le varie frammentazioni di trama, senza abbandonarsi in monografie introspettive. Nella direzione che sta prendendo quest’ultima stagione emergono inevitabilmente pregi e difetti di tutto il decennale show.
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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.