Paragoni ingiusti a parte, è bene specificare che lo show ha un bel potenziale, ma purtroppo al momento, non sembra essere sfruttato appieno. È innegabile che il materiale ci sia, soprattutto perché l’universo da cui attinge è sicuramente molto vasto, cosa che ovviamente non rende semplice la trasposizione su schermo. Tenendo anche conto della difficoltà oggettiva, non si può non notare che il team autoriale non sia riuscito a gestire bene la narrazione degli eventi, che risultano per lo più confusi e buttati lì quasi a casaccio, con tre storyline principali apparentemente slegate tra loro e con linee temporali diverse.
Con questo terzo episodio si apprende che le avventure di Geralt avvengono molti anni dopo rispetto agli eventi riguardanti Yennefer, cosa che probabilmente riguarderà anche la principessa Ciri. Questa pessima gestione delle linee temporali rappresenta
Che ci sia un filo conduttore si sa, ma solo perché si parte dal presupposto che l’opera letteraria è composta da svariati romanzi, ma non lo si capisce nell’immediato perché ogni episodio sembra essere quasi a sé. È evidente che la serie è pensata per il binge-watching, ma un pizzico di concretezza nell’orizzontalità della trama non guasterebbe, così come maggiore chiarezza nella narrazione.
Yennefer: “A life holding dustpans while you brush off forgotten bones? That’s not destiny. It’s slow suicide. […] I will not be schooled by a man who pimps the world as some romantic adventure. My world is cruel. Unpredictable. You enter, you survive, you die.”
Messa da parte la premessa generale sullo show, bisogna precisare che “Betrayer Moon” è l’episodio meglio riuscito finora, sia dal punto di vista dell’evoluzione di due dei personaggi principali (quello di Yennefer in primis), che dal punto di vista stilistico, con una regia e una fotografia migliori dei precedenti episodi. L’evoluzione di Yennefer è assolutamente da lodare, con la sua trasformazione da “apprendista stregona” storpia e un po’ sfigata a donna cazzuta che, non solo decide di sottoporsi alla trasformazione senza “anestesia”, ma che non le manda a dire a Istredd.
Volendo fare un piccolo appunto a riguardo, si potrebbe dire che la maggior parte della sua evoluzione è avvenuta offscreen, ma va anche bene così, considerata l’importanza ottenuta dal personaggio.
Triss Marigold: “Anyone else would’ve killed the princess. You chose not to.”
Sul fronte Geralt, invece, si continua, lentamente, a far luce sulla vera natura, nascosta e non, del personaggio, che è in contrasto con le dicerie che girano sulla sua specie. Si dice che i witcher non provino sentimenti umani, ma seguendo le vicende di Geralt Of Rivia è evidente che non sia così. Lo strigo non è certamente il classico eroe che salva il mondo, ma agisce seguendo una morale molto più solida degli umani con cui si ritrova a interagire e che lo additano come “mostro”. A questo proposito, in questo terzo capitolo appare ancora più evidente che una delle tematiche principali che lo show vuole affrontare sia proprio la definizione della parola “mostro”, che si addice molto di più ad alcuni umani che agli esseri che Geralt combatte fisicamente.
The Witcher continua a meritarsi di essere seguito, nonostante la poca chiarezza sulle linee temporali e una trama orizzontale non ancora delineata, con la speranza che proseguendo con la visione non venga soddisfatta soltanto la curiosità, ma che vengano chiariti i tanti dubbi che albergano nelle menti dei “non lettori”.
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Four Marks 1×02 | ND milioni – ND rating |
Betrayer Moon 1×03 | ND milioni – ND rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.