Why Women Kill 1×05 – There’s No Crying In MurderTEMPO DI LETTURA 4 min

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Sapendo che leggete queste recensioni solo per scoprire il riferimento al titolo dell’episodio, si prosegue il discorso già espresso nel precedente “You Had Me At Homicide“. Marc Cherry ed il suo gruppo di sceneggiatori si sono infatti appassionati alle citazioni di frasi famose provenienti dalla “AFI’s 100 Years… 100 Movie Quotes” e raccolti dalla American Film Institutionm continuando quindi il loro peculiare lavoro citazionistico. In questo caso il titolo “There’s No Crying In Murder” proviene direttamente dal film “Ragazze Vincenti” del 1992 con protagonisti Madonna, Tom Hanks e Geena Davis e, nello specifico, da una frase di Hanks che dice “Are you crying? Are you crying? Are you crying?! There’s no crying! There’s no crying in baseball!“. Anche qui manca effettivamente il nesso con l’omicidio in questione ma a quanto pare bisogna aspettare altri 5 episodi per vederlo.
Parlando dell’episodio invece che del titolo, si nota che ovviamente qualcosa ancora troppo lentamente sta cambiando. E non poteva che essere altrimenti, visto che questa puntata sancisce il perentorio giro di boa per la stagione, quindi qualcosa deve accadere e si deve abbandonare quel formato meramente incentrato sulla trama verticale. Nello specifico, visto che a Cherry piace sempre molto focalizzarsi su un tema per ciascun episodio, qui si identifica chiaramente il tema del tradimento, in tutte le forme concesse dalle linee temporali ed è il caso di analizzare nel dettaglio le varie sfaccettature.

1963: IL TRADIMENTO DEI PROPRI IDEALI

I don’t get it: this is war. You are fighting with another woman over your husband and you are losing.

Negli anni ’60 il concetto di tradimento era visto in una maniera ancora peggiore rispetto a quella attuale, soprattutto visto e considerato che la figura della casalinga (perfettamente rispecchiata da Beth) viveva all’ombra ed in funzione del marito. Il caso di Beth però si allontana leggermente da questi canoni per via dell’amicizia con April che sta prendendo una piega abbastanza inaspettata ma, in qualche modo, comprensibile. Beth, come April, è una donna tutto sommato sola e senza amiche, motivo per cui riesce ad empatizzare molto con la sua “rivale”, arrivando addirittura a compromettere i propri ideali.
Si può osservare un passaggio di alleanze nel trio, se così possiamo chiamarle, e Beth sembra optare più per un sodalizio con April, dimenticandosi il suo obiettivo. La trama, studiata perfettamente a tavolino, ovviamente aiuta a mettere in luce tutte le diverse prospettive di questo triangolo, lasciando tuttavia da parte quella di Rob che, in questa storia, è semplicemente una figura bidimensionale utilizzata per altri fini. Cosa che non si può dire di Eli nel 2019.

1984: IL TRADIMENTO LEGALIZZATO

Karl: We have stumbled into the perfect arrangement: you will have your lovers and I will have mine, and then we will come home to sparkling conversation. It’s very European.
Simone: It doesn’t bother you that I’m having sex with someone else?
Karl: Darling, I’m gay. Look, for me, sex with a woman is like emptying the dishwasher. I mean, I’ll do it if I’m asked, but if someone else volunteers, I won’t complain.

Il tradimento vissuto da Simone è chiaramente diverso per forza di cose e, confrontato con le altre due storyline, è anche quello meno interessante perché ancora più lontano per ora da quell’omicidio già anticipato. Nonostante rappresenti il lato più comico della serie, al tempo stesso è anche la storyline più statica al momento, visto che il tradimento sulla carta è ben visto da entrambi i coniugi e di fatto potrebbe continuare per sempre. Spetta a Simone il compito di dare il via ai prossimi colpi di scena, per il momento ci si deve limitare a qualche classico siparietto, divertente ma niente di più.

2019: IL TRADIMENTO PARZIALMENTE CONSENSUALE

Are we allowed to do this without Taylor?

La trama del 2019 sembra essere quella più intrigante di tutte ma, come le altre, anche questa soffre per l’emancipazione/semplificazione di un membro del triangolo. In questo caso Jade è il Rob del 1963 o il Karl del 1984: un character utile alla trama ma di fatto totalmente bidimensionale, il che rende problematico l’impatto quando viene messo al centro di un’intera puntata. Di questo episodio infatti a memoria non rimane impresso molto la scappatella con Eli, quanto piuttosto la side-quest di quest’ultimo per consegnare la sceneggiatura. Ovviamente il lato più interessante dovrebbe essere quello che porta alla domanda etica “si può fare sesso con l’amante della moglie senza coinvolgere la moglie?” ma per ora la risposta è rimandata. E anche qui si avrebbe avuto un migliore effetto se alla Daddario fosse stato dato un character con un minimo di profondità e non solo due tette ed un bel sorriso per conquistare le persone.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Continua ad essere tutto molto stile Desperate Housewives, specie nel 1984
  • Cominciano ad intravvedersi le prime sfumature che portano ai futuri omicidi
  • Musiche sempre ottime
  • Continua ad essere tutto molto stile Desperate Housewives
  • Manca quella capacità di rompere gli schemi e si sà già che a fine episodio nulla, o quasi, sarà cambiato
  • I personaggi bidimensionali rimangono bidimensionali

 

Prosegue il trend positivo per Why Women Kill, un trend che non eccelle mai ma nemmeno illude il pubblico. Questa volta “salviamo” solo l’episodio perché, arrivati al giro di boa, si sente un po’ la necessità di cambiare passo e di questo cambio ritmo al momento c’è solo un accenno.

 

You Had Me At Homicide 1×04 ND milioni – ND rating
There’s No Crying In Murder 1×05 ND milioni – ND rating

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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