Qualcosa dopo la clamorosa debacle dell’anno scorso doveva essere modificato. Qualcosa dello spirito originale di The Flash doveva venire dissotterrato. In qualche modo, nei cinque mesi di assenza dagli schermi, bisognava salvare il salvabile per riuscire ad andare avanti. Questo porta alla domanda cruciale che pone “The Flash Reborn” al termine della visione: si è riusciti effettivamente a far rinascere lo show? La risposta breve è no, ma non tutto è da buttare.
Così come ad est sorge il sole, into the West tramontano le nostre speranze.
“Okay, guys, maybe a little less fooling around and a little more taking things seriously. It’s up to us protecting this city, right? Because there’s no one else.”
Come molto spesso è stato ricordato su questi lidi, i fratelli West rappresentano uno di quei problemi che lo show si porta dietro da molto tempo e che al posto di essere stati risolti continuano a pesare sempre più sulla qualità generale del prodotto. Dopo mesi di bombardamento mediatico in cui praticamente ogni membro della troupe si pentiva pubblicamente di aver contribuito a creare una terza stagione dai toni troppo scuri e deprimenti, promettendo al tempo stesso che questo nuovo ciclo sarebbe stato più sereno e scanzonato, con cosa si ritrova in mano lo spettatore alla fine dell’episodio? Poco altro di un misero fallimento di intenti (Wally) e un ipocrita passo indietro (Iris). Se Kid Flash occupa il suo fortunatamente ridotto minutaggio (c’è una fugace apparizione in DC’s Legends Of Tomorrow in compenso) per mostrare a tutti quanto si stia divertendo, riducendosi a “linea comica” poco riuscita dello show, è alla sorella maggiore che andrebbero imputate le accuse più pesanti. Non sarà certamente una coincidenza se la qualità generale di The Flash sia inversamente proporzionale allo spazio e all’importanza data ad Iris: non tanto per demeriti professionali di Candice Patton (che comunque ci mette un po’ del suo ma è migliorata molto nel corso degli anni), quanto per dell’esplicito e per questo ancora più sgradevole bad writing. Basterebbe osservare la differenza di reazione, evoluzione e comportamento che intercorre tra lei e Cisco in seguito agli avvenimenti di “Finish Line” e in questi quaranta minuti per – paradossalmente – non trovare alcuna risposta ai quesiti più basilari che potrebbero venire in mente.
Quali meriti e capacità ha dimostrato la ragazza finora per ritrovarsi alla guida del team-chiamatelo-come-volete? Perché se gli autori hanno dimostrato che si poteva benissimo rappresentare con dignità il cordoglio a seguito della scomparsa di Barry, con lei si è deciso di aggiungere quel pizzico di dramma sentimentale che ha rovinato tutto. Davvero non si è più in grado di escogitare un modo per risolvere le situazioni avverse che non sia il rapporto speciale tra i due protagonisti? Come può essere anche solo sensata l’idea di consegnarsi a un robo-samurai per far rinsavire il proprio fidanzato da un’eternità trascorsa al di fuori dello spazio-tempo? A quale stagista di sceneggiatura verrebbe mai in mente di far parlare Wally in giapponese, così all’improvviso, di botto? Si sentiva davvero la necessità di avere una Iris West in versione Overwatch?
Ai supereroi piace mantenere il proprio status quo invariato
“I’m just not sure I’m like you, Oliver.”
Ben consapevoli di come queste domande non troveranno risposta facilmente, e altrettanto consapevoli che forse l’offesa più grande alla dignità di Iris è l’averla paragonata a Felicity Smoak, si può però facilmente asserire con un certo grado di confidenza come la china mostrata da The Flash ricordi pericolosamente gli ardui sentieri intrapresi da Arrow tra la terza e la quarta stagione. Bypassando l’immediato paragone con “Flashpoint“, creato vissuto e distrutto nel giro di un episodio, le modalità con cui si affronta il ritorno di Barry dalla Speedforce sono fin troppo simili alla morte, caduta e rianimazione di Oliver Queen a seguito dello scontro con Ra’s Al Ghul. In entrambi i casi (e questo, è molto importante, lo si afferma a posteriori) gli autori hanno sviluppato una situazione altamente affascinante dal punto di vista narrativo e dei suoi innumerevoli e potenziali sviluppi, per poi non riuscire più a gestirne le conseguenze e risolvere il tutto in un semplicistico “c’è un disperato bisogno dell’eroe quindi lo facciamo tornare”. Inutile dire che questa linea di condotta, oltre a segnare un esplicito limite nella fantasia degli showrunner, è anche un modo che si potrebbe definire fraudolento di fare televisione.
Inoltre, un’altra pericolosa similitudine tra lo speedster di questi giorni e il Freccia Verde dei tempi più bui è la decisione di virare completamente rotta a proposito dei villain. Anche Damien Darhk doveva rappresentare la svolta necessaria per lo show e, per quanto non si possa che ringraziare per aver scampato un altro velocista per il quarto anno consecutivo, porsi qualche domanda su quanto The Thinker possa giovare allo show è altamente consigliato.
Ma allora è tutto da buttare?
Risposta un po’ più lunga: non proprio, perché “The Flash Reborn” rappresenta sicuramente una pessima première, un modo indegno di raccogliere l’eredità di un pesantissimo cliffhanger e un altrettanta indegna prosecuzione del mythos di Barry Allen. Però, al di là di questo, è paradossalmente anche un episodio che, in quanto episodio, funziona abbastanza bene, con una sua solidità e un crescendo di tensione e azione che è proprio dello show. Il già citato Cisco, insieme a uno strepitoso Joe, regalano i momenti più intensi e coinvolgenti della puntata e, ultimo ma non ultimo, il protagonista conferma per l’ennesima volta le sue capacità recitative. Una performance in stato di grazia che sostiene quella che si spera diventerà la storyline più intrigante dei prossimi episodi: la sua confusione mentale dopo essere stato liberato dalla prigione della Speedforce e i relativi simboli misteriosi necessitano uno sviluppo serio, non qualche battutina buttata lì solo per rendere la serie “più scanzonata e serena”.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Finish Line 3×23 | 3.04 milioni – 1.1 rating |
The Flash Reborn 4×01 | 2.84 milioni – 1.1 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.