Shameless 11×04 – NimbyTEMPO DI LETTURA 4 min

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Shameless 11x04 recensione
Con questa ultima stagione Shameless è chiamata a chiudere un percorso lunghissimo, con oltre dieci anni di messa in onda per una serie che è sicuramente unica nel suo genere.
Ma nonostante un esordio stagionale interessante, questa ultima stagione fatica enormemente a decollare,  con storyline che non lasciano il segno e pause continue dovute ai problemi di post produzione legati alla pandemia mondiale.
Allora forse non sarebbe stato meglio aspettare qualche altro mese, in attesa di una situazione sanitaria migliore, e mandare in onda la stagione in modo regolare?
Sicuramente vedere una puntata ogni 2-3 settimane non aiuta, per un’undicesima stagione già non brillante, almeno sino ad ora.

LA MATURITA’ DI LIP


E’ lecito sottolineare come la porzione di trama dedicata a Marcos e Tami, con Lip attonito spettatore, rasenti la noia assoluta, ennesimo segno di come forse le idee in case Showtime siano al minimo storico: tuttavia è piacevole vedere la grande maturità raggiunta da Lip che in passato avrebbe preso a calci Marcos senza pensarci due volte, mentre non solo mantiene la calma ma in qualche modo fa comprendere a Tami alcune problematiche legate al suo passato.
Certo si potrebbe e si dovrebbe fare molto di più con un personaggio splendido come Lip, con mille sfaccettature che si possono utilizzare in svariati modi, ma in questo episodio c’è stato ben di peggio e quindi per ora bisogna accontentarsi, in attesa che anche il secondogenito di Frank possa esprimere tutto il suo potenziale a livello narrativo

OFFICER GALLAGHER


L’evoluzione di Carl nel corso delle stagioni è stata enorme, portandolo dall’essere uno spacciatore qualsiasi in riformatorio a divenire membro della polizia di Chicago, senza però mai dimenticare le proprie origini.
E’ interessante notare come il personaggio interpretato da Ethan Cutkosky sia in fondo il classico bullo dal cuore d’oro e come la sua personalità venga utilizzata per mostrare le problematiche all’interno del quartiere e i numerosi comportamenti scorretti della polizia, senza nessuna distinzione razziale visto che la collega di Carl è afroamericana.
Sulla stessa linea si può inserire l’arrivo dei Milkovich come nuovi vicini di casa che, con una buona dose di ironia e caricature grottesche, rappresentano i bianchi razzisti statunitensi, appartenenti alle classi meno abbienti, con tutto ciò che ne consegue a livello ideologico, dal razzismo alla criminalità, con qualche rigurgito confederato sullo sfondo.
Nei momenti in cui la narrazione si approccia a tematiche razziali, sociali e politiche in maniera originale, senza perdere il proprio lato comico, la serie dà il meglio di sé, e di gran lunga.

LITTLE MISS SOUTH SIDE


La porzione di trama dedicata a Little Miss South Side è veramente imbarazzante sotto ogni punto di vista, con Debbie che continua a essere uno dei personaggi peggiori dello show e Veronica che da tempo fatica a trovare il proprio ruolo all’interno della narrazione.
Stabilito una volta per tutti che Debbie non è e non sarà l’erede di Fiona, viene da chiedersi quale sia lo sbocco narrativo del character, che di stagione in stagione viene catapultato da una storyline insensata all’altra, senza convincere mai o lasciare il segno.
La sensazione è che le idee ormai siano poche e non tutti i personaggi vengano gestiti in maniera ottimale, anche se gli spunti interessanti ci sono sempre, come le opportunità offerte dalla legalizzazione della cannabis a Frank o ai Gallavich, senza dimenticare la proposta di Jenkins a Veronica per un impegno politico nelle fila dei Democratici di Chicago.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’evoluzione di Carl ed il modo in cui viene utilizzato per mostrare i comportamenti scorretti della polizia e le problematiche di quartiere
  • Lo stesso dicasi per i Milkovich che con grande ironia rappresentano i razzisti bianchi americani e tutto ciò che ne consegue
  • La maturità raggiunta da Lip…
  • Ha senso far uscire una puntata ogni 2-3 settimane? Forse era meglio aspettare
  • Imbarazzante la storyline dedicata a Little Miss South Side
  • …anche se  la porzione di trama dedicata a Marcos-Tami rasenta la noia assoluta

 

Un episodio abbastanza mediocre per la serie targata Showtime, lontana ormai dai vecchi fasti e con qualche problema a decollare in questa ultima stagione, tra storyline insipide e pause continue. La valutazione è appena sufficiente, ma da questa ultima stagione bisogna aspettarsi molto di più, visto che le puntate trasmesse sino ad ora sono state veramente deludenti.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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