Basta la bellezza del concept a giustificare 50 minuti settimanali (se non di più) caratterizzati da ben pochi avvenimenti di grande rilevanza? Questa domanda, quando si parla di show creati da Taylor Sheridan non è nuova. Yellowstone è diventato, soprattutto a partite dalla terza stagione, uno dei programmi più apprezzati nel panorama televisivo contemporaneo. Eppure, come ricorderanno i lettori di questo sito, la situazione non è sempre stata questa. Nelle prime stagioni, e in particolar modo nella seconda, varie volte ci si è interrogati sull’immobilismo narrativo che spesso caratterizzava le puntate. L’idea di base rimaneva affascinante, ma la sensazione era che vari episodi si reggessero principalmente sul fascino delle praterie del Montana e della vita in quei luoghi. Similmente, alcune puntate di 1883 fanno sorgere gli stessi interrogativi. L’America rurale di fine 1800 e il celebre (e terribile) Oregon Trail conferiscono allo show un fascino intrinseco che non si può negare. Al tempo stesso, però, il viaggio deve essere caratterizzato anche da trame e storyline che riescano a sostenere la narrazione. Il blocco dello scrittore di Sheridan – di cui si è già parlato nelle scorse recensioni – di certo non ha aiutato. Questa puntata ha visto un cambio di location, il che è apprezzabile, ma il finale lascia presagire al ripetersi di eventi già visti e già noti.
CITTÀ DI FRONTIERA
Gli Stati Uniti sono un paese geograficamente sconfinato. Inizialmente, gli insediamenti dei coloni si sono concentrati nella Costa Est, come dimostrato dalle 13 colonie che sono state protagoniste della Rivoluzione Americana. Tra di esse, quella che si estendeva leggermente più a occidente era la Georgia, che comunque si affacciava sulla costa Atlantica. Dopo la Rivoluzione, dunque, il processo di espansione a Occidente è stato molto laborioso, dato che la distanza da coprire era enorme. I risvolti di questa espansione sono noti e hanno riguardato non solo spostamenti come quelli della famiglia Dutton, ma anche guerre (come nel caso del Texas), trattati di acquisizione (come nel caso della Louisiana) e rimozione forzata delle tribù di Nativi Americani dai loro territori.
Anche più di un secolo dopo la Rivoluzione, il percorso di completamento degli USA non si era ancora concluso. Si pensi, ad esempio, che il Montana (ossia il luogo dove si insedierà la famiglia Dutton) sarà annesso all’Unione nel 1889, sei anni dopo gli eventi narrati in questo show). Anche nei territori annessi, gli insediamenti erano ancora pochi e isolati. Tutto ciò appare evidente nella visita dei protagonisti alla città di frontiera tra Texas e Oklahoma. La città si compone soltanto di pochi negozi. Il lento, ma costante, sviluppo delle comunità è esemplificato dal discorso della negoziante con la quale fa amicizia Margaret. La donna, infatti, parla con entusiasmo della costruzione di scuole nell’area, che testimonia la formazione di comunità che pian piano cercano di somigliare a quelle della Costa Est.
AI CONFINI DELLA CIVILTÀ (PER LA SECONDA O TERZA VOLTA)
La visita alla città di frontiera è la prima occasione per i protagonisti di incontrare sconosciuti dai tempi della partenza da Fort Worth. Inoltre, permetteva un cambiamento nelle dinamiche che, come detto prima, in diverse occasioni si sono dimostrate ripetitive. In questa puntata, l’elemento di principale interesse è rappresentato dall’elaborazione del lutto da parte di Elsa. La libertà, che tanto l’ha affascinata sin dall’inizio del viaggio, le ha mostrato il suo lato più crudele nello scorso episodio. Il suo personaggio è sempre più centrale nella narrazione e la morte di Ennis sta portando a un’ulteriore evoluzione da parte sua. Un ruolo importante, nella metabolizzazione del lutto, l’ha giocato Shea, che tutti i giorni deve convivere con delle perdite pesantissime.
Al di là del lutto di Elsa e del suo litigio nell’emporio, le altre dinamiche sono rimaste quelle classiche dello show. Per di più, l’enfasi è stata posta nuovamente sul fatto che il viaggio aveva raggiunto il punto in cui finiva la civilizzazione. Il passaggio era sancito non solo dalla città di frontiera, ma anche dall’attraversamento di un fiume. Il problema è che tutti questi argomenti erano già stati usati quando si era usciti da Forth Worth e quando bisognava attraversare il fiume Brazos. Il senso di ripetitività è lo stesso che si era avvertito anche nella quinta puntata, quando il giro di vite contro i ladri di provviste era molto simile a eventi già mostrati in precedenza.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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1883 continua ad affascinare, ma è necessaria un’evoluzione delle storyline. La speranza è che il blocco dello scrittore di Sheridan si sia esaurito prima della stesura degli episodi finali della stagione.
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Romano, studente di scienze politiche, appassionato di serie tv crime. Più il mistero è intricato, meglio è. Cerco di dimenticare di essere anche tifoso della Roma.