Doctor Who 11×09 – It Takes You AwayTEMPO DI LETTURA 4 min

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“Tu non sei la mia irreperibile madre!” (Maccio Capatonda, in un passaggio chiave dell’episodio)

Sicuramente va apprezzato il gesto. “It Takes You Away” abbatte una delle critiche mosse nelle precedenti recensioni: quella di non osare e di non sfruttare il format del filler per proporre una trama che abbia dell’originalità.
Partendo dalla soluzione finale, viene smosso uno degli argomenti “tabù” della mitologia di DW. Se gli spostamenti nello spazio e nel tempo sono il pane quotidiano, la questione degli universi paralleli viene sempre presa con le pinze. In questo caso, addirittura, vi è l’incontro con un’entità addirittura mitologica per i bambini di Gallifrey, una specie di coscienza opposta all’ordine dell’universo stesso. L’idea è senz’altro da applausi, la modalità con cui tale idea viene espressa no. Un solo episodio da 50 minuti è senz’altro frettoloso per esprimere un concetto così particolare (lo stesso Dottore dice che ne ha appena grattato la superficie). L’impressione è che la scelta di non includere in questa stagione avventure doppie sia stata aprioristica, anche nei confronti di idee di sceneggiatura che avrebbero richiesto una narrazione di più ampio respiro.
Andando infatti ad analizzare la struttura dell’episodio, vi sono spunti per tre differenti episodi: la scomparsa di Erik e la casa abbandonata nella foresta norvegese, l’anti-zone – con la sua creatura interna per niente approfondita – e il Solitract, intuizione assolutamente affascinante per essere affrontata in così poco tempo e per non immaginare che possa tornare in un prossimo futuro. Senza contare poi le considerazioni sulle nonne del Dottore e quindi su un accenno di ritorno alla mitologia che lascia buone speranze per il futuro.
Ciò che sicuramente fa tendere l’episodio verso una valutazione positiva è la sequenza finale: bizzarra, suggestiva e soprattutto nuova dal punto di vista scenico. Il monologo sempre ben gestito da Jodie Whittaker ricorda forse un po’ troppo la versione sintetica del monologo di Smith in “The Rings Of Akhaten”, o comunque tante altre battute delle precedenti stagioni a proposito della meraviglia dell’universo e cose simili. Vedere il Dottore parlare con una rana su una sedia in un non-luogo dà finalmente allo show quel sapore di stramberia di fantascienza tipicamente british.
Certo, come detto, tutto ciò è frettoloso ed estremamente concentrato in un episodio che ha nel suo minutaggio porzioni intere dedicate al mal recitato personaggio di Grace e al lutto di Graham. Sicuramente è importante l’ulteriore caratterizzazione del companion e del suo processo di avvicinamento a Ryan. Tuttavia l’ulteriore tematica dell’elaborazione del lutto (assolutamente ben rappresentata) aggiunge carne al fuoco ad un episodio che obiettivamente ha avuto molto da dire e poco tempo per farlo. Volendo tirare in ballo l’ormai pluricitata serie classica, sembra proprio di assistere, all’interno della 11×09, a tante piccole versioni degli episodi da 20 minuti che costituivano i classici serial.
Purtroppo la rapidità nella narrazione porta al risultato che l’intuizione del Dottore sia troppo rapida per essere credibile. Il Dottore non si è mai posto limiti di immaginazione, ragionando spesso su parametri impossibili e per assurdo. Forse una delle soluzioni più estreme possono essere riscontrate alla fine dell’ottava stagione, quando decide di cercare una persona morta, scelta di trama che poi avrebbe rivelato i piani di Missy. Sta di fatto che spesso la soluzione assurda e fuori dalle righe arriva grazie ad un processo, ad un ragionamento, ad una serie di evidenze. Questa volta il ragionamento è per forza di cose talmente rapido da rendere quasi poco credibile l’immediata soluzione, riconducibile ad una storia sentita raccontare millenni prima. È difficile trovare qualcosa di non verosimile in Doctor Who, ma quando questo avviene spesso è per una gestione dei tempi e delle trame non proprio felicissima.
Sicuramente perfettibile, ma questo tentativo portato avanti dagli sceneggiatori è assolutamente degno di nota, se non altro nel dimostrare agli spettatori che la stagione è di rodaggio e sicuramente si spingerà un po’ di più nell’acceleratore e si cercherà di ritrovare quella complessità che piace tanto. Magari proprio a partire dal finale.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’idea del Solitract
  • Ora è montata troppa curiosità per la rivolta delle pecore
  • Riferimenti al passato gallifreiano
  • “Reverse the polarity!”
  • Companion funzionanti
  • Sequenza finale con la rana
  • Buona rappresentazione dell’elaborazione del lutto
  • Troppa carne al fuoco in un solo episodio con conseguente fretta nel trattare certe questioni
  • Grace recitata in maniera un po’ così
  • Gestione dei tempi che rende forzata l’intuizione del Dottore

 

Mantenendo i parametri di valutazione dell’intera stagione, non si può che ringraziare per un episodio così ricco di spunti, purtroppo solo accennati. La strada di Chibnall per affermarsi non sarà breve, vista la stagione puramente di rodaggio che ha inevitabilmente raffreddato i fan.

 

The Witchfinders 11×08 5.66 milioni – ND rating
It Takes You Away 11×09 5.07 milioni – ND rating

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Approda in RecenSerie nel tardo 2013 per giustificare la visione di uno spropositato numero di (inutili) serie iniziate a seguire senza criterio. Alla fine il motivo per cui recensisce è solo una sorta di mania del controllo. Continua a chiedersi se quando avrà una famiglia continuerà a occuparsi di questa pratica. Continua a chiedersi se avrà mai una famiglia occupandosi di questa pratica.
Gli piace Doctor Who.

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