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Fumare le sigarette elettroniche fa male.
Se si volesse trovare una frase slogan per descrivere questo undicesimo episodio, questa sarebbe la frase adatta, in quanto Grey’s Anatomy sfrutta un caso medico di poca rilevanza (se non a livello di espediente per far interagire Meredith e Cormac) per ribadire la posizione degli USA nei confronti delle sigarette elettroniche, che non sono esenti da rischi e serie conseguenze per la salute come molti credono.
Premessa a parte, Grey’s Anatomy si lascia definitivamente alle spalle i caotici eventi che hanno caratterizzato il midseason finale e la midseason première, e lo fa in modo quasi decente. La cosa andrebbe anche bene, ma lascia un po’ di amaro in bocca perché lo show, invece di soffermarsi sugli ormai pochi punti di forza, pone fin troppa attenzione a delle storyline che non dovrebbero nemmeno essere raccontate, ovvero quelle di carattere amoroso. Ci si riferisce principalmente alla situazione di Amelia, Link e i dubbi sulla paternità del bambino portato in grembo dalla Shepherd.
Tralasciando il fatto che fino a un paio di stagioni fa Owen desiderava un figlio ad ogni costo senza riuscire ad averlo e adesso potrebbe addirittura averne tre al di sotto dei due/tre anni di età, è innegabile che questo espediente narrativo è veramente superfluo per più di un motivo. Il primo fra tutti riguarda l’assoluta non necessità di andare a creare l’ennesimo potenziale “dramma” nella vita di Amelia e crisi di coppia con Link (la cui reazione in parte risulta eccessiva, il cui rimprovero rivolto ad Amelia “puzza” un po’ di ipocrisia considerando che lui era ben consapevole della situazione sentimentale di Amelia quando si sono conosciuti). Oltretutto va anche a scombinare le carte per Owen e Teddy. Non perché si possa temere un ritorno di fiamma tra Amelia e Owen (sarebbe un suicidio narrativo a tutti gli effetti), ma perché non se ne capisce il motivo a livello di trama. La spiegazione più logica è che tale colpo di scena sia stato inserito solo per generare della fantomatica suspense agli spettatori, a prescindere dall’esito dell’eventuale test di paternità. L’unico risvolto potenzialmente interessante sarebbe la possibile scelta di Amelia di non sottoporre il bambino a un test del DNA, per ribadire il concetto che ciò che importa veramente è l’amore di un genitore, non a chi appartiene biologicamente.
Tra gli aspetti positivi dell’episodio, spicca sicuramente il caso medico principale, che vede come protagonista Suzanne, interpretata da Sarah Rafferty (la mitica Donna di Suits). Considerando che ultimamente i casi medici di un certo calibro scarseggiano o sono semplicemente riciclati, trovarsi davanti una paziente in condizioni tanto critiche quanto inspiegabili è sicuramente un elemento apprezzabile. La Rafferty è solo la ciliegina sulla torta. Tra l’altro, il caso viene seguito dalla Bailey, cosa che fa auspicare un maggiore approfondimento del personaggio, sia sul campo professionale che personale. È bene fare una piccola annotazione allo scambio avvenuto tra Tom e Miranda, in quanto è sicuramente un elemento positivo continuare a scoprire il lato profondo ed emotivo di Koracick, ma alla lunga la riproposizione dello stesso schema (lui si mostra insensibile e cinico, dicendo di tanto in tanto la cosa giusta, alla persona giusta, al momento giusto) potrebbe risultare stagnante e stufare. Considerato che è tra le migliori new entry dello show, sarebbe un vero peccato non sfruttare questa preziosa occasione.
Se nel frattempo, mentre si continua a tacere sulla patata bollente chiamata Alex Karev, gli autori iniziano a far conoscere al pubblico McVidow. Non è ancora chiaro quale sia lo scopo della sua presenza tra le schiere dei medici del Grey’s Sloan Memorial, né quale sia esattamente il suo ruolo, soprattutto nei confronti di Meredith con cui interagisce maggiormente, almeno al momento. Probabilmente servirà a creare l’ennesimo triangolo amoroso, ma questa non sarebbe la strada più auspicabile perché il personaggio ha del potenziale e sarebbe un peccato ridurlo a mero espediente per confondere testa e cuore della Grey.
“A Hard Pill To Swallow” è letteralmente una pillola difficile da mandare giù. Nonostante gli elementi positivi comunque presenti, rimane un episodio senza infamia e senza lode. Grey’s Anatomy può fare di meglio…
Se si volesse trovare una frase slogan per descrivere questo undicesimo episodio, questa sarebbe la frase adatta, in quanto Grey’s Anatomy sfrutta un caso medico di poca rilevanza (se non a livello di espediente per far interagire Meredith e Cormac) per ribadire la posizione degli USA nei confronti delle sigarette elettroniche, che non sono esenti da rischi e serie conseguenze per la salute come molti credono.
Premessa a parte, Grey’s Anatomy si lascia definitivamente alle spalle i caotici eventi che hanno caratterizzato il midseason finale e la midseason première, e lo fa in modo quasi decente. La cosa andrebbe anche bene, ma lascia un po’ di amaro in bocca perché lo show, invece di soffermarsi sugli ormai pochi punti di forza, pone fin troppa attenzione a delle storyline che non dovrebbero nemmeno essere raccontate, ovvero quelle di carattere amoroso. Ci si riferisce principalmente alla situazione di Amelia, Link e i dubbi sulla paternità del bambino portato in grembo dalla Shepherd.
Tralasciando il fatto che fino a un paio di stagioni fa Owen desiderava un figlio ad ogni costo senza riuscire ad averlo e adesso potrebbe addirittura averne tre al di sotto dei due/tre anni di età, è innegabile che questo espediente narrativo è veramente superfluo per più di un motivo. Il primo fra tutti riguarda l’assoluta non necessità di andare a creare l’ennesimo potenziale “dramma” nella vita di Amelia e crisi di coppia con Link (la cui reazione in parte risulta eccessiva, il cui rimprovero rivolto ad Amelia “puzza” un po’ di ipocrisia considerando che lui era ben consapevole della situazione sentimentale di Amelia quando si sono conosciuti). Oltretutto va anche a scombinare le carte per Owen e Teddy. Non perché si possa temere un ritorno di fiamma tra Amelia e Owen (sarebbe un suicidio narrativo a tutti gli effetti), ma perché non se ne capisce il motivo a livello di trama. La spiegazione più logica è che tale colpo di scena sia stato inserito solo per generare della fantomatica suspense agli spettatori, a prescindere dall’esito dell’eventuale test di paternità. L’unico risvolto potenzialmente interessante sarebbe la possibile scelta di Amelia di non sottoporre il bambino a un test del DNA, per ribadire il concetto che ciò che importa veramente è l’amore di un genitore, non a chi appartiene biologicamente.
Tra gli aspetti positivi dell’episodio, spicca sicuramente il caso medico principale, che vede come protagonista Suzanne, interpretata da Sarah Rafferty (la mitica Donna di Suits). Considerando che ultimamente i casi medici di un certo calibro scarseggiano o sono semplicemente riciclati, trovarsi davanti una paziente in condizioni tanto critiche quanto inspiegabili è sicuramente un elemento apprezzabile. La Rafferty è solo la ciliegina sulla torta. Tra l’altro, il caso viene seguito dalla Bailey, cosa che fa auspicare un maggiore approfondimento del personaggio, sia sul campo professionale che personale. È bene fare una piccola annotazione allo scambio avvenuto tra Tom e Miranda, in quanto è sicuramente un elemento positivo continuare a scoprire il lato profondo ed emotivo di Koracick, ma alla lunga la riproposizione dello stesso schema (lui si mostra insensibile e cinico, dicendo di tanto in tanto la cosa giusta, alla persona giusta, al momento giusto) potrebbe risultare stagnante e stufare. Considerato che è tra le migliori new entry dello show, sarebbe un vero peccato non sfruttare questa preziosa occasione.
Se nel frattempo, mentre si continua a tacere sulla patata bollente chiamata Alex Karev, gli autori iniziano a far conoscere al pubblico McVidow. Non è ancora chiaro quale sia lo scopo della sua presenza tra le schiere dei medici del Grey’s Sloan Memorial, né quale sia esattamente il suo ruolo, soprattutto nei confronti di Meredith con cui interagisce maggiormente, almeno al momento. Probabilmente servirà a creare l’ennesimo triangolo amoroso, ma questa non sarebbe la strada più auspicabile perché il personaggio ha del potenziale e sarebbe un peccato ridurlo a mero espediente per confondere testa e cuore della Grey.
“A Hard Pill To Swallow” è letteralmente una pillola difficile da mandare giù. Nonostante gli elementi positivi comunque presenti, rimane un episodio senza infamia e senza lode. Grey’s Anatomy può fare di meglio…
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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… ma anche di peggio, quindi meglio accontentarsi per il momento.
Help Me Through The Night 16×10 | 1.4 milioni – 6.66 rating |
A Hard Pill To Swallow 16×11 | 1.1 milioni – 5.56 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.