Di una cosa si ha certezza in Better Call Saul: difficilmente i suoi personaggi mostrano emozioni precise e, soprattutto, durature. Si prenda ad esempio questo episodio. La paranoia si allargata a tutti. Nessuno riesce più a dormire tranquillamente ma, nonostante questo, i piani vanno avanti. Nessuna certezza viene scalfita ma anzi c’è una fede quasi irrazionale sull’attenersi al percorso prescelto. Nessuno può permettersi un passo indietro.
LIVIDI, SIAMO FATTI DI LIVIDI
Come suggerisce il titolo dell’episodio (e l’occhio di Saul dopo il match con Howard), i nostri lividi definiscono quello che si è. La stessa Kim, scherzandoci, suggerisce quando anche un livido possa essere usato per dimostrare all’esterno chi si vuole essere, portando avanti una recita che sempre più inesorabilmente si sta trasformando in realtà. All’inizio dell’episodio, si vede come Kim e Gus siano preda della paranoia, in attesa che Lalo compaia per vendicarsi. Entrambi però scelgono di andare avanti coi loro piani: Gus nel costruire il suo laboratorio personale di meth, Kim nel compiere la sua vendetta contro Howard.
…PARLANDO DI HOWARD
È interessante la scelta di rendere subito Howard edotto delle macchinazioni di Kim e Saul. Banalmente, si era portati a pensare che avrebbe scoperto il tutto al compimento della vendetta mentre ora anche lui entra nel gioco di “chi controlla chi”, un gioco in cui ci sono tanti attori. Molto godibile lo scontro sul ring tra lui e Saul, un modo per risolvere la questione tra i due da veri macho anche se sappiamo che entrambi non ci avrebbero mai creduto. Va detto che ormai nessuno crede che le cose possano cambiare ma anzi agiscono perché fiduciosi del piano che hanno in mente. Certo, Saul sembra cadere di nuovo vittima della sua umanità quando si chiede come mai sia cascato nel tranello di Howard, confermando così le parole di Mike rivolte a Kim sulla sua maggiore capacità di gestire le emozioni. Saul rimane sì un avvocato (di successo) di criminali ma non riuscirà mai a distinguere esattamente da quale lato della barricata si trova in quel momento (preda o predatore?). Ovviamente, come al solito, userà quest’esperienza sul ring in uno spot della sua nuova attività, utilizzando la stessa identica frase suggerita da Kim all’interno dell’episodio: “I’m Saul Goodman…Pow! I fight for you“.
LALO E MIKE
Qualche parola per gli altri due personaggi dell’episodio. Il primo, Lalo, compare negli ultimi minuti che caricano ulteriormente di tensione l’episodio. Ha raggiunto la moglie di Werner in Germania per seguire la traccia del soldi trasferiti da lei al marito per fuggire. Il suo scopo è capire cosa stava costruendo Gus in quel posto che aveva scoperto prima di tutta la parentesi messicana. Trova un regalo fatto dai collaboratori a Werner, che ad inizio episodio, sembra voler ricordare allo spettatore che sta arrivando il momento dell’arrivo di Walter e Jesse per cucinare la meth. Peccato che, prima il piano di seduzione verso Margarethe, poi il rientro a casa improvviso della stessa, interrompano le sue indagini, confermando però la notevole lucidità di Lalo nelle indagini e nel suo piano di vendetta.
Anche Mike, che in questo episodio compare per pochissimo tempo, ci regala un punto di vista diverso, già emerso nello scorso episodio. Infatti, è evidente come, di tutto il gruppo di personaggi, sia quello che nonostante sia stanco di quella vita, riesca ancora ad “aiutare” gli altri nel loro percorso. Va ricordato che lui rimane a bere con Nacho prima di picchiarlo per l’incontro con Salamanca. Sempre lui parla con Kim per avvertirla. Ed è sempre lui a stare accanto a Gus cercando di fargli superare la sua paranoia. Nessuno di questi probabilmente lo ascolterà, ma rimane il fatto che ognuno dei personaggi sembra “dovergli qualcosa”: un briciolo di umana comprensione che loro non hanno il coraggio di permettersi. Forse il personaggio più umano di tutti nella calata verso il buio.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Better Call Saul continua su un livello altissimo nonostante questo sia un episodio di passaggio. Il punto è che gli episodi di passaggio rimangono sempre fondamentali in questa serie.
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Dopo miliardi di ore passate a vedere cartoni giapponesi e altra robaccia pop anni ’80 americana, la folgorazione arriva con la visione di Twin Peaks. Da allora nulla è stato più lo stesso. La serialità è entrata nella sua vita e, complici anche i supereroi con le loro trame infinite, ora vive solo per assecondare le sue droghe. Per compensare prova a fare l’ingegnere ma è evidentemente un'illusione. Sogna un giorno di produrre, o magari scrivere, qualche serie, per qualche disperata tv via cavo o canale streaming. Segue qualsiasi cosa scriva Sorkin o Kelley ma, per non essere troppo snob, non si nega qualche guilty pleasure ogni tanto.