La serie basata sui famosi romanzi di Isaac Asimov prosegue sviluppando le diverse trame che compongono la narrazione, anche se non tutte risultano riuscite e d’impatto, come invece è sicuramente il continuo scontro tra scienza e fede, vera colonna portante di questa prima stagione sin dal pilot.
L’IMPERATORE PELLEGRINO
Con la prima crisi in pieno svolgimento secondo le predizioni della psicostoria di Hari Seldon, l’Imperatore è costretto a cambiare completamente modus operandi per non perdere l’appoggio di una delle religioni più importanti tra i pianeti, esponendosi personalmente per completare il sacro cammino della spirale
L’esito finale è una sottilissima, ma molto tagliente, critica al fanatismo religioso che si piega all’astuzia di Brother Day, capace di manipolare l’alta gerarchia del Luminismo con le giuste leve tra visione e misticismo. Inoltre è splendido il dialogo tra Demerzel e Zepira Halima prima che questa venga uccisa, per un momento breve ma molto significativo della puntata.
Le successive parole di Demerzel rivolte all’Imperatore rappresentano un’evidente critica al culto della personalità, iniziato da Cleon I, proseguito poi nei secoli dalle sue copie genetiche, con Brother Day che forse per la prima volta realizza quanto poco ci sia di umano in lui e nei suoi fratelli.
Da sottolineare inoltre la splendida interpretazione di Lee Pace, autore di una prova attoriale sopra le righe che grazie a un’esasperata mimica facciale rende allo spettatore tutta la sofferenza dell’Imperatore durante la traversata nel deserto.
SCONTRO SULL’INVICTUS
Lo scontro tra Phara e Salvor prosegue sull’Invictus, con diversi colpi di scena, per un esito ancora imprevedibile riguardo l’effettivo salto verso Trantor, ma senza dubbio tale filone narrativo è quello che continua a non convincere.
Come già accennato nell’episodio precedente, la caratterizzazione superficiale della grande cacciatrice di Anacreon è evidente e di certo gli altri personaggi secondari che le ruotano attorno non risultano carismatici.
Anche Salvor, nonostante una buona evoluzione avvenuta nella prima parte di stagione, nelle ultime due puntate sembra bloccata nell’arginare i piani di genocidio di Phara senza spunti interessanti, sperando che il finale di puntata porti a una svolta narrativa anche in questa porzione di trama.
LA SECONDA FONDAZIONE
Uno dei momenti più interessanti di questo ottavo appuntamento è senza dubbio la scoperta dell’esistenza di una Seconda Fondazione nei piani di Hari Seldon, con base su Helicon, suo pianeta natale e creata all’oscuro della Prima Fondazione.
Lo scontro tra Hari e Gaal giunge a un punto di non ritorno, tanto che la giovane originaria di Sinnax decide di staccarsi da Seldon e fare ritorno sul suo pianeta di origine, con una svolta narrativa che scompagina ulteriormente una delle parti più intricate della storia narrata.
Grazie a un budget enorme è innegabile come l’intero comparto tecnico sia di altissima qualità, in particolar modo la fotografia e la resa visiva della serie sono straordinarie, degne di un film hollywoodiano, in tutti i diversi luoghi in cui è ambientata la narrazione, dai pianeti alle navicelle spaziali, una vera goduria per lo spettatore.
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Uno splendido episodio per il prodotto di punta di casa Apple TV+ che a livello visivo regala agli spettatori dei momenti veramente incredibili, peccato solo per la storyline a bordo dell’Invictus. Globalmente la serie continua a crescere puntata dopo puntata, nonostante le critiche dei tanti lettori di Asimov che, ovviamente, non hanno gradito i cambiamenti apportati all’opera cartacea. Certo è che la complessità di un tale adattamento è oggettiva e il risultato per ora fa ben sperare, ricordando sempre che questa prima stagione, salvo sorprese, sarà la prima di una lunga serie.
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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.