La Vita Bugiarda Degli Adulti 1×04 – SolitudineTEMPO DI LETTURA 3 min

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La Vita Bugiarda Degli Adulti 1x04 recensione“Solitudine” è un quarto episodio in cui emergono con forza le problematiche derivanti dalle rivelazioni dell’episodio precedente che hanno portato allo sfascio due intere famiglie.
Il microcosmo narrativo ne esce completamente alterato, così come il personaggio di Giovanna, in balia degli eventi e alla disperata ricerca di una nuova direzione, una ricerca già di per sè complessa per un adolescente.
La puntata si apre con un‘ottima open cold molto particolare e ricercata, dove tramite l’effetto slow motion, al contrario, vi è un time skip in cui si intuiscono i grandi cambiamenti avvenuti all’interno delle due famiglie protagoniste della serie.

IL CAOS FAMIGLIARE


Andrea, padre di Giovanna a cui da il volto un ottimo Alessandro Preziosi, ha lasciato moglie e figlia per mettersi con Costanza, dando il via a un effetto domino che sconvolge la vita di Giovanna, bocciata a scuola e arrabbiata con il mondo intero e soprattutto con se stessa, in un’età già complessa per la relazioni sociali e la scoperta della propria sessualità.
Un personaggio, quello dell’intellettuale professore di sinistra dalla dubbia moralità ma dai grandi ideali, già visto nelle opere tratte dai romanzi di Elena Ferrante, basti pensare a Pietro ma soprattutto a Nino Sarratore ne L’Amica Geniale.
Le location di una Napoli degli anni ’90, con tutte le sue contraddizioni tra il ricco quartiere del Vomero e quello poverissimo del Pianto, sono splendide e vengono accompagnate da una colonna sonora degna di nota, quasi tutta all’italiana, impreziosendo una narrazione nelle quale si respira a pieno l’atmosfera di quegli anni.

MANCA QUALCOSA


Sin dal pilot le interpretazioni di Valeria Golino e Giordana Marengo sono state perfette e carismatiche, vero punto di forza di questo prodotto televisivo. A sorprendere in particolar modo è stata quest’ultima, un’attrice alle prime armi ma in grado di reggere sulle spalle il ruolo di protagonista di una miniserie di una certa complessità e teatralità che, spesso, ricorda una pieces teatrale per come è stata messa in scena.
In questo quarto appuntamento se da un lato l‘ampio screen time dedicato a Giovanna ha esaltato la performance attoriale della Marengo, lo stesso non si può dire per Vittoria che, purtroppo, appare pochissimo e la puntata ne risente visto che la sorella di Andrea è di gran lunga il personaggio più interessante, complesso e sfaccettato della serie.
A non convincere inoltre, come già sottolineato per “Somiglianza“, sono alcuni dialoghi poco riusciti e scritti in maniera non “ottimale” (leggasi: manca una certa fluidità), forse anche a causa dell’aspetto teen che in questa puntata ha più spazio rispetto alla precedenti con il risultato che tale mancanza spicca di più nella visione generale.
Tuttavia, visto l’opera cartacea su cui si basa la serie e la collaborazione della stessa Elena Ferrante per la stesura della sceneggiatura, ci si aspettava di più in tal senso ed è un peccato perchè globalmente lo show diretto da Edoardo De Angelis è un buon prodotto televisivo, ben al di sopra della media per quanto riguarda il mondo della serialità prettamente italiano.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Open cold particolare e molto ricercata
  • Splendida colonna sonora
  • Location e fotografia, gli ann’90 si respirano a pieno
  • L’interpretazione di Giordana Marengo perfetta come al solito
  • Poco spazio per Valeria Golino e la puntata ne risente: l’interpretazione dell’attrice è un punto di forza dello show
  • Qualche dialogo poco esaltante. Ci si aspettava di più in questo ambito

 

Un buon episodio per la nuova miniserie di casa Netflix che è senza dubbio un discreto prodotto seriale ma si porta dietro qualche passaggio a vuoto sin dal pilot e alcuni dialoghi non all’altezza della situazione. Sul versante puramente tecnico invece regia, fotografia, location e colonna sonora sono ottime e rendono al meglio la Napoli degli anni ’90. La valutazione della puntata si attesta su una sufficienza bella piena, consapevoli del fatto che negli ultimi due episodi lo show può ambire a quel salto di qualità che per ora è mancato.

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Venera due antiche divinità: Sergio Leone e Gian Maria Volontè.
Lostiano intransigente, zerocalcariano, il suo spirito guida è un mix tra Alessandro Barbero e Franco Battiato.

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