Il ritorno di Mayor Of Kingstown è un momento piuttosto divisivo anche discusso di recente nel podcast perché c’è chi ci vede del potenziale (ed è la stessa persona che scrive queste righe) e c’è chi invece è deluso dalla gestione e dalla ripetitività delle trama, specialmente dopo una seconda annata molto deludente. A tutto ciò si somma il ritorno sulle scene di Jeremy Renner dopo l’incidente, il che genera un leggerissimo strato di curiosità, ma niente più.
La terza stagione di Mayor Of Kingstown inizia con una sorpresa che, bisogna ammettere, è anche un po’ una liberazione: il funerale di Miriam McLusky, la madre di Kyle e Mike. Un character che ha sempre avuto un talento naturale nel risultare detestabile, quindi la sua dipartita (dopo che suo figlio le ha sparato per sbaglio) è stata accolta con una bottiglia di spumante stappata al cielo accompagnata da urla di gioia e, soprattutto di liberazione. Dianne Wiest dovrà cercarsi un nuovo lavoro ma va anche detto che non è tanto colpa dell’attrice quanto delle sceneggiature che l’hanno sempre dipinta come una pigna.
SEASON PREMIERE DI TRANSIZIONE
Questo episodio si pone come un ponte tra la seconda e la terza stagione, ma manca di una direzione chiara, un po’ lo stesso problema della scorsa annata e verosimilmente dovuto al fatto che Dave Erickson, essere umano colpevole di crimini contro l’umanità per via delle sue sceneggiature di Fear Of The Walking Dead, sia uno degli showrunner della serie e in questo caso anche unico sceneggiatore della season premiere.
È comprensibile che un episodio di transizione possa essere meno avvincente, ma qui la confusione regna sovrana. Non è evidente quale strada voglia prendere la serie e questo potrebbe far storcere il naso a chi cerca una narrazione più coerente e diretta, magari anche con qualche spiegazione in più circa intenzioni e l’introduzione di nuovi character.
NUOVI VILLANI
A tal proposito, l’introduzione di due nuovi villain, Konstantin il russo e Merle Callahan capo del gruppo di Ariani, sembra quasi un tentativo disperato di aggiungere pepe alla trama che ora, dopo la morte(?) di Milo ha bisogno di un sostituto per tenere alta la bandiera sovietica.
Konstantin arriva senza troppe spiegazioni ricevendo un minutaggio smisurato in relazione al quantitativo di informazioni circa il character e soprattutto all’interesse del pubblico verso questa storyline che, si può serenamente dire, ha fatto il suo tempo. Konstantin viene introdotto senza un background chiaro e questa mancanza di spiegazioni rischia di frustrare anche i fan più fedeli che si trovano a dover colmare le lacune narrative da soli.
Merle Callahan, invece, viene trasferito da un’altra prigione a quella di Kingstown, un dettaglio che teoricamente dovrebbe entusiasmare dato che arriva in seguito alla “vendetta” della polizia, ma in pratica si perde nel mare della confusione narrativa visto che è gestito in modo talmente veloce che alla fine dell’episodio ci si trova a chiedersi perché questo personaggio sia stato trasferito e soprattutto dove sia stato trasferito.
Si ringrazia sempre lo stile molto accurato di Dave Erickson in questo caso.
ACTION BUNNY
Uno dei pochi punti saldi dell’episodio è la dinamica tra Mike e Bunny. La loro amicizia e rispetto reciproco continuano a essere uno degli aspetti più affascinanti della serie. Fa specie però constatare come all’improvviso Bunny abbia delle mire espansionistiche al di fuori di Kingstown, mire che vengono rapidamente ridimensionate da Mike che non le prende seriamente e, a giudicare dallo sguardo di Bunny, quest’ultimo non apprezza moltissimo. Questi momenti sono tra i più riusciti dell’episodio e lasciano intravedere un potenziale che, si spera, verrà sviluppato meglio nei prossimi episodi.
Le poche scene d’azione presenti sono ben realizzate e riescono a mantenere alta l’attenzione dello spettatore. Tuttavia, non sono sufficienti a compensare una trama che spesso sembra andare a tentoni. La narrazione ha bisogno di maggiore chiarezza, soprattutto riguardo a situazioni che riguardano nuovi character, come il trasferimento di Callahan e l’introduzione di Konstantin, situazioni che non vengono spiegate adeguatamente, costringendo lo spettatore a fare affidamento su forum online per capire cosa stia accadendo. Niente di meglio che dover fare ricerche su internet per godersi una serie TV, solo che questo non è Lost e tutto dovrebbe essere un po’ più semplice di così.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Questa season premiere, a parte far gioire chiunque con la morte di Miriam McLusky, introduce dei nuovi villain ma in maniera poco interessante. La relazione tra Mike e Bunny continua a essere uno degli aspetti più interessanti della serie, ma non basta a risollevare un episodio che fatica a trovare una direzione chiara. Al momento sembra che il vero villain della serie sia il proprio showrunner…
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.