She-Hulk: Attorney At Law 1×05 – Mean, Green, And Straight Poured Into These JeansTEMPO DI LETTURA 3 min

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She-Hulk 1x05 recensioneOrmai sembra abbastanza chiaro che la serie creata da Jessica Gao vuole prendere una certa distanza da tutte le precedenti. Una distanza che si misura nell’assenza di una trama orizzontale portante, un umorismo più accentuato del solito, situazioni piuttosto particolari ed un neanche tanto accennato percorso di formazione ed accettazione di Jennifer Walters con la sua nuova identità.
Sotto tutti questi punti di vista She-Hulk: Attorney At Law può essere considerato un ottimo buon prodotto che non vuole prendersi troppo sul serio riutilizzando le stesse dinamiche e gli stessi toni della versione fumettistica. Sotto molti altri angoli diversi, un certo disappunto è però naturale, soprattutto quando una cospicua porzione di spettatori si aspetta una serie diversa, più votata all’azione (c’è pur sempre un Hulk come protagonista) e soprattutto dotata di una trama orizzontale da poter seguire e che tenga incollato il pubblico per 9 settimane.
Arrivati al giro di boa, la sensazione (ora piuttosto netta) che molti di questi fattori non faranno mai parte della serie deve venire a compromessi con puntate che hanno il compito di sopperire queste aspettative mancate (ma non necessariamente giustificate), un compromesso che è arrivato grazie a divertissement e comparsate di Wong, Bruce Banner o Emil Blonski ma che viene colpito a morte in questa “Mean, Green, And Straight Poured Into These Jeans”.

SHE-HULK® E TRAMA SECONDARIA NON PERVENUTA


Sicuramente il pregio principale di questo episodio è lo scontro tra Titania e She-Hulk dal punto di vista legale. Uno scontro che non arriva alle mani ma solo alle parole e questo è proprio il bello della battaglia perché non si svolge sul campo di battaglia ma nell’aula del tribunale. E in puro stile She-Hulk il movente è talmente assurdo e surreale da suscitare un sorriso costante da cui non ci si può esimere.
Il fatto che Titania abbia registrato She-Hulk come marchio è un qualcosa di geniale che viene anche messo in relazione alle esperienze precedenti di Jennifer e al suo processo di crescita ed accettazione del suo nuovo ruolo, che è alla base di tutto. Quindi è più che apprezzabile la battaglia legale, il movente e la surrealità del tutto ma si rimane sempre un po’ con l’amaro in bocca per come tutto nasca e muoia nel giro di 30 minuti, salvo piccoli spunti (vedasi Todd) che potrebbero essere ripresi più avanti.

She-Hulk by #Titania

Una delle principali mancanze di questo episodio è l’assenza di un plot secondario che intrattenga, come poteva essere l’utilizzo del Tinder del MCU per trovare un fidanzato o di Madisynn nella scorsa “Is This Not Real Magic?“. Specificamente si sta parlando di Nikki e Pug, due supporting character che sono talmente importanti per lo show che dopo 5 episodi chi scrive deve ancora andare a cercare dettagliatamente i nomi nei titoli di coda e conseguentemente visitare Google Immagini per attribuire nomi a facce.
Se la migliore amica/assistente di Jennifer (Nikki Ramos) ha maggiori chance di essere ricordata, molto meno le ha Augustus “Pug” Pugliese che, nonostante un minutaggio piuttosto consistente in questo episodio, continua a non sapere né di carne né di pesce. Ed è un problema considerando che da questo punto di vista la serie allora può solamente contare sulla protagonista e le sue interazioni ma non sui singoli.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Molto interessante e alternativo il modo di inserire Titania 
  • Titania
  • Lo stilista Luke Jacobson
  • L’elmo di Daredevil
  • Trama secondaria non all’altezza
  • Trama orizzontale ancora non pervenuta

 

Un episodio con alcuni guizzi interessanti ma che lascia un po’ con l’amaro in bocca considerate le potenzialità insite in questo tipo di confronti. Il tutto macchiato da una trama secondaria e dei supporting character che non portano nulla in più alla narrazione. Piccola bocciatura.

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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.

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