Continua la linea orizzontale degli eventi di The Terminal List. e dopo Saul Agnon è la volta di un’altra “vittima” della lista che dà il nome allo show. Un altro tassello fondamentale per l’ex Navy SEAL James Reece (Chris Pratt) per ricostruire il mosaico di avvenimenti che hanno portato all’uccisione della sua famiglia.
Nel fare questo però lo show, come al solito, si prende i suoi tempi, non avendo alcuna fretta di risolvere alcun mistero. In compenso si decide di cospargere la narrazione di altrettanti momenti onirici e flashback vari abilmente inseriti all’interno della narrazione stessa. Il che dovrebbe essere un difetto ma, in qualche modo, è proprio il motivo principale per vedere tale show.
Una sequenza iniziale come quella di questo episodio infatti, magistralmente diretta e orchestrata da Frederick E.O. Toye (già dietro alcuni episodi di The Boys e Watchmen) che riesce a creare il giusto climax di suspense nella “caccia” di Reece intervallata dai flashback delle “gite in montagna” con la figlia Lucy.
GITA IN MESSICO
C’è infatti in The Terminal List un’attenzione particolare per l’uso della musica e l’incalzare degli eventi. Che molto spesso viene declinato in scene abbastanza ridondanti e inutili (le mille volte in cui Chris Pratt è assorto in un qualche momento onirico o dove è impegnato a lucidare armi), ma in altre occasioni si trasformano in scene che esplodono in una violenza inaudita, anche troppo esagerata per una serie che comunque è abbastanza mainstream e lineare nella sua narrazione.
In questo episodio l’esplosione finale la si ha nell’ultima scena, preceduta da tutta una sequenza che vede il protagonista immergersi in una sorta di “missione secondaria” in Messico con la solita compagnia di scappati di casa ex-commilitoni al seguito. Ospite del suo amico Marco Del Toro (Marco Rodriguez, qui finalmente approfondito dopo la fugace apparizione in “Encoding“), deve infatti indagare su una banda di narcotrafficanti-schiavisti che, in qualche modo, è legata anch’essa con il suo passato. Una missione quasi-suicida che porta ad uno scontro finale sotto la pioggia dove si sprecano i colpi di pallottola e addirittura scene splatter-gore. Il tutto però impreziosito dall’ambientazione particolarmente “caliente” dell’episodio e da scene di convivialità e calore umano fra la famiglia di Del Toro e lo stesso Reece. E con l’aggiunta di dialoghi che mischiano bene inglese e spagnolo (per una volta) senza risultare stereotipati o banali.
STRUTTURA CIRCOLARE
Si tratta di una struttura narrativa particolare che segue, in realtà, un certo ritmo da serie tv classica. Di fatto l’episodio, pur essendo di raccordo, è un ulteriore tassello per l’evoluzione del personaggio che, a contatto con la famiglia Del Toro, sembra intravedere un barlume di lucidità e coltivare altri pensieri che non siano solamente quelli della propria vendetta privata.
A questo punto in una serie tv classica questo avrebbe dato il via ad un’intera saga in cui l’eroe diventava una sorta di mercenario che si metteva al servizio delle cause dei più deboli (come lui) diventando una sorta di giustiziere personale. Ma ovviamente The Terminal List è una serie moderna che s’inserisce in un determinato contesto, e gli sceneggiatori sono molto abili a riportare il tutto sui giusti binari con le tensioni “sotterranee” fra Steve (Jai Courtney) e Richard (Stephen Bishop) che sicuramente avranno ripercussioni anche sullo stesso Reece.
La linea orizzontale quindi ritorna in maniera prepotente anche nel finale con il ritorno a casa dalla “gita in Messico” rilasciando comunque un ottimo episodio che non annoia pur presentando una storyline meramente verticale.
KATIE E LE REUNION FAMIGLIARI
In tutto questo viene finalmente approfondito anche tutto il resto del cast dello show, che comunque presenta una struttura abbastanza “corale” pur facendo del personaggio di Chris Pratt l’indiscusso eroe-protagonista-assoluto.
In questo episodio, oltre a Del Toro, risultano preponderanti almeno due figure femminili (cosa non banale in prodotti del genere): Liz (Tyler Rushing) e soprattutto Katie (Costance Wu). Quest’ultima diventa protagonista di una storyline secondaria in cui, al di là, dell’aspetto drama della vicenda, riesce in qualche modo ad alleggerire una trama generale (altrimenti fin troppo pesante) con alcuni aspetti comedy da commedia degli equivoci quando cerca di nascondere la propria attività di fronte ai parenti giunti in visita inaspettata.
Una piccola nota di colore che non guasta mai e che contribuisce a rendere più vivace e frizzante il prodotto in questione, che ora finalmente comincia ad ingranare e a diversificarsi rispetto a mille altri show simili.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un “episodio di raccordo” fondamentale però per la stessa trama orizzontale. James Reece si prende una piccola “pausa” in Messico dove comunque non mancano i flashback sulla sua precedente vita e i problemi psicologici. Ma con una dose di rabbia e vendetta ancora maggiore, forse in virtù della location “caliente”.
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Laureato presso l'Università di Bologna in "Cinema, televisione e produzioni multimediali". Nella vita scrive e recensisce riguardo ogni cosa che gli capita guidato dalle sue numerose personalità multiple tra cui un innocuo amico immaginario chiamato Tyler Durden!