Se c’era una cosa che chiariva in maniera incontrovertibile il precedente episodio, è che si è ormai passati alla nuova generazione di Gallagher. Fiona ha lasciato la nave, sì, ma Frank è stato in maniera definitiva etichettato come puro e semplice figurante all’interno della famiglia.
Chiariamo: la figura paterna di Frank non è mai stata seriamente presa in considerazione da nessuno. Nemmeno da Liam, dopo il primo tiro mancino ricevuto. Quello che evidenzia questo cambiamento è, in un certo tal senso, l’accettazione del proprio status da parte di Frank.
Nello scorso finale di puntata infatti, quando la discussione riguardo la vendita della casa è effettivamente venuta a galla, l’uomo abbandona la stanza dopo aver recuperato una birra senza essere degnato di uno sguardo, si siede sul celebre porticato sfondo di tantissimi dialoghi accorati e semplicemente ascolta la nuova generazione di Gallagher prendere le proprie decisioni, decidere il proprio destino e futuro. Tutti insieme. Come una vera famiglia.
Perché in fin dei conti questo sta cercando di trasmettere questa ultima stagione dello show di Paul Abbott: ognuno dei Gallagher, membri della famiglia, si ritrova a dover intraprendere il proprio percorso personale, a formare la propria famiglia. La transazione sarà quindi allargare la famiglia Gallagher ed, eventualmente, allontanarla dal South Side di Chicago o quanto meno dalla casa che il pubblico ha imparato ad amare dopo oltre dieci anni di messa in onda.
A questa transazione, però, il nucleo fondamentale costituito dall’essenza Gallagher sopravviverà? Questo è il vero dilemma.
GALLAGHER ALLA CONQUISTA DEL MONDO
Ogni piccolo agglomerato-Gallagher si ritrova a dover affrontare pro e contro della vendita: accettare oppure no?
Lip e Tami sono di fronte ad un bivio decisamente negativo con lui disoccupato e la possibilità di andare a vivere (o sopravvivere?) con la famiglia di Tami dietro l’angolo. Un supplizio psicologico che affligge l’ormai autoproclamato capo famiglia, costretto a cercare lavoro in un magazzino gestito da Amazon. Ma è soprattutto la mancata vendita delle motociclette rubate a rendere tutto ancora più complicato, oltre a gettare ulteriori ombre sul futuro (l’arrivo della polizia che vuole interrogarlo non è sicuramente un fatto positivo).
Mickey e Ian sono alla ricerca del proprio equilibrio di coppia, scoprendo nuovi territori e provando nuove cose, come per esempio avere degli amici omosessuali. Cosa che ovviamente viene gestita in puro stile Shameless e ancora una volta l’accoppiata Gallagher-Milkovich si dimostra esplosiva e vera mattatrice della parte black humor del prodotto.
A fare da contraltare a quanto di positivo detto in precedenza c’è l’onnipresente Debbie, alle prese con un convinto diverbio con Sandy, colpevole d’aver tenuto celato alla giovane rossa un marito ed un figlio (Prince). Il diverbio sfocia in un litigio incandescente per via della pretesa di Debbie di immischiarsi in una scelta tanto privata come quella della crescita del proprio figlio (totalmente dato in affidamento all’ex marito di Sandy). Una reazione folle e controversa, ma che Sandy snocciola perfettamente mettendo in mostra in lato di Debbie che sicuramente troverà maggiore spazio nei prossimi episodi: la ragazza, infatti, trasla sulla fidanzata la pessima gestione familiare che Monica ebbe con i propri figli (in particolar modo con lei). Rivedere nell’abbandono da parte di Sandy quello vissuto da parte sua, quando Monica se ne andò, è stata sicuramente la molla che ha fatto scattare il tutto.
IL RESTO È POCA COSA
Attorno a queste sottotrame ben presentate gravitano a loro modo anche Carl in cerca di un proprio accasamento; V e Liam alle prese con la raccolta voti andata male; Kev e la sua scellerata decisione di guidare per Chicago con una motocicletta rubata e per nulla riconoscibile.
Frank a suo modo sta combattendo il sopraggiungere della propria demenza nell’unico modo in cui è in grado di farlo, ossia sfruttandola in ogni frangente possibile ed immaginabile.
IL TEMPO AVANZA INESORABILE… ANCHE PER FRANK
“Two At A Biker Bar, One In The Lake” è il miglior seguito si potesse chiedere per il precedente episodio: Shameless mostra il proprio desiderio di cambiamento e lo fa senza mezzi termini. Il buco creato da Lip a suon di mazzate nel muro che divide cucina e salotto all’interno della casa è tangibile, ma rappresenta a suo modo un metaforico segno di cambiamento, il primo ostacolo abbattuto verso un futuro via dal South Side.
Frank, sconsolato e completamente perso per le vie di Chicago per un’intera giornata, guarda sconvolto la creazione del figlio prendere lentamente forma. Ai suoi occhi il cambiamento, questo cambiamento, viene visto con negatività: Frank è pronto ad ostracizzare la vendita della casa per pura salvaguardia personale dal momento che questa decisione vorrebbe davvero significare che ha fatto il proprio tempo come capo famiglia. Insomma, Frank non si vuole arrendere all’evidenza che il tempo è passato e che si stanno aprendo possibilità un tempo insperate per la propria famiglia, costretta alla povertà e alla vita da ghetto in quel di Chicago.
Allo stesso modo anche lo spettatore, con un certo malessere, inizia a prendere coscienza della fine di un ciclo iniziato il 9 gennaio 2011 e che in oltre 120 puntate ha dimostrato di saper giocare con i sentimenti del proprio pubblico, ma anche con lo humor più bieco e scorretto. Cose che sicuramente mancheranno una volta archiviata questa undicesima stagione.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Un finale movimentato per una puntata in grado di regalare, ancora una volta, quella dose di emozioni e sentimenti a cui Shameless aveva in parte fatto disabituare il proprio pubblico. Difficile non ringraziare.
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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.