Era stato “teaserato“, sussurrato, disseminando indizi, colti da qualcuno prima e da altri poi. Il titolo di questa settima puntata, “Dominion”, non lascia dubbi sull’andamento intrapreso da questa terza e ultima stagione di Star Trek: Picard che sta, di fatto, dando un giusto epilogo a tanti personaggi amati dai fan negli anni ’80/’90. Dopo aver riunito la crew dell’Enterprise nello scorso episodio è finalmente tempo di qualche “spiegone”, stavolta fornito dall’ottima Vadic.
C’è spazio anche per l’ennesima strizzata d’occhio a Voyager, con la guest star Tuvok in avvio di puntata e qualche riferimento a Kathryn Janeway. La serie non esita nemmeno un secondo a regalare easter egg e momenti di fanservice. Tuttavia bisogna dare merito agli autori per la competenza messa in campo nel non cadere quasi mai in trappole come omaggi gratuiti. Tutto è quasi sempre perfettamente contestualizzato e calato nel contesto che questa stagione di Picard sta continuando a sviluppare.
PROGETTO PROTEUS
Inutile negare che il momento topico di “Dominion” sia stato il confronto tra Vadic e i due genitori della pedina cruciale di questa stagione: Jack Crusher. Questa puntata riesce finalmente a donare tridimensionalità a uno dei migliori villain che Star Trek abbia visto probabilmente negli ultimi anni. È impressionante, e bisogna dar merito alla regista Deborah Kampmeier per questo, come risultino disturbanti allo spettatore delle sequenze che, fuori contesto, sarebbero normali scene da laboratorio.
Invece vedere scienziati (della Sezione 31?) usare la violenza contro semplici sostanze liquide assume tutto un altro significato all’interno di Picard. È anche questo sense of wonder una delle maggiori forze di un mondo fantascientifico come quello di Star Trek. Anche l’aspetto dell’attrice Amanda Plummer assume una motivazione precisa, così come il fischiettio che ha sempre accompagnato in scena l’antagonista Cambiante. Vadic ha praticamente assunto le sembianze della responsabile effettiva di quello che è un vero e proprio genocidio ai danni della loro stravagante specie. Un ottimo lavoro di caratterizzazione del personaggio che, di conseguenza, impreziosisce l’intera storia.
Vadic: “The symphony I discovered didn’t have brass and strings, but, rather, the squealing of wheels down a hall. The squeaking of boots on concrete. Creaks of cage doors. Screams of all tempos… pitches… and whistling. She whistled, while she injected us, exposed us, inflicted us with more pain than any being should ever be expected to endure.”
NESSUNA SINDROME IRUMODICA
Con questa terza stagione Picard sta anche compiendo un massiccio lavoro di retcon riguardante una delle caratteristiche più famose del personaggio interpretato da Patrick Stewart. La diagnosi della sindrome irumodica era stata infatti oggetto di numerosi episodi di The Next Generation. Un pretesto per mostrare un lato fragile del severo e rigido capitano dell’Enterprise. Questa condizione era stata poi ripresa dalla prima stagione di Picard, rendendo la sindrome irumodica la causa della morte dell’ammiraglio della Flotta Stellare.
Dopo tutti questi anni, però, grazie alla ricerca del dottor Altan Inigo Soong, ecco che si scopre che era tutto sbagliato. Un escamotage narrativo che potrà far storcere il naso a qualche spettatore più puntiglioso o a qualche fan meno flessibile. Tuttavia in franchise ultradecennali come Star Trek qualche retcon qua e là spesso tornano utili per raccontare storie, purché vengano opportunamente giustificate. In tal senso i superpoteri di Jack sono certamente un qualcosa di interessante ed originale allo stesso tempo. Peccato si debba aspettare ancora una settimana per scoprire finalmente cosa sta accadendo al figlio biologico di Jean-Luc, con l’ennesimo cliffhanger di questa stagione.
LEGAMI DI AMICIZIA
Come già detto, quest’ultima stagione di Picard sta regalando un piccolo sogno ai fan di vecchia data di Star Trek. Riuscendo in quel che Star Wars non è stato capace con la trilogia sequel, si sta dando un degno epilogo ai vecchi personaggi di TNG, pur mantenendo il focus su una nuova generazione di ufficiali della Flotta Stellare. Jack Crusher è sempre più protagonista, puntata dopo puntata, ma in sottofondo ci sono quelle carezze ai fan che scaldano il cuore senza sembrare meri riempitivi.
Ad esempio il confronto tra Geordi e Lore, in cui il commodoro cerca di risvegliare il suo amico Data nel corpo dell’androide. Legami di amicizia riesumati e trattati con la giusta attenzione, toccando le corde opportune. Un discorso analogo che può essere fatto anche per Sette nella scena iniziale con Tuvok. Picard si spinge oltre il revival di TNG, pescando a piene mani anche da Deep Space Nine e Voyager. Un’operazione che ha come scopo probabilmente il rendere la lore più omogenea e consistente, e che non delude affatto lo spettatore.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Anche “Dominion” si chiude con un cliffhanger abbondantemente annunciato. Una caratteristica ormai per lo show, che però perde di efficacia settimana dopo settimana.
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Giovane musicista e cineasta famoso tra le pareti di casa sua. Si sta addestrando nell'uso della Forza, ma in realtà gli basterebbe spostare un vaso come Massimo Troisi. Se volete farlo contento regalategli dei Lego, se volete farlo arrabbiare toccategli Sergio Leone. Inizia a recensire per dare sfogo alla sua valvola di critico, anche se nessuno glielo aveva chiesto.