Era nell’aria. Anzi, era una certezza già dalla fine della scorsa stagione che Star Trek: Picard avrebbe visto la reunion della storica ciurma della USS Enterprise NCC-1701-D, una delle più amate dai trekker. Ma un conto è sapere che accadrà, un conto è vederlo succedere.
E’ stato un processo graduale. Preparato già nella prima stagione dai momentanei ritorni di Riker e Deanna e dall’addio a Data. Costruito, passo dopo passo, gradualmente, con la richiesta d’aiuto di Beverly e la ricomparsa di Worf. E giunto finalmente a compimento con un episodio che gronda fanservice e nostalgia da tutti i pori, ma che non per questo andrebbe liquidato negativamente.
TRA PASSATO E FUTURO
L’intera serie su Picard, fin dal primo episodio, si è mossa tra nostalgia e voglia di innovare. Innovare la narrazione superando la formula tradizione delle serie Trek con una maggiore orizzontalità, tanto che ogni stagione segue di fatto un’unica macro-storia. Innovare i personaggi, specialmente il protagonista, facendogli compiere passi in avanti nel suo processo di maturazione. Innovare anche la lore, con trovate a volte riuscite e a volte meno (il reset dei Borg con la nuova regina Jurati grida ancora vendetta).
Nella terza stagione, questa dimensione è ben evidente nella scelta di puntare da un lato sugli eroi del passato, e dall’altro di dare spazio alla nuova generazione. A Jack Crusher, il ritrovato figlio di Picard condannato dalla stessa sindrome del padre. Ad Alandra La Forge, la figlia della vecchia gloria Geordi La Forge che in questo episodio ha ricevuto più spazio del solito, perché coinvolta nelle dinamiche padre-figlia con l’ex ingegnere che finalmente mostra il lato di genitore premuroso.
IL RITORNO (ENNESIMO) DI DATA
Gli spettatori di Star Trek: Picard hanno una sola certezza: la presenza di Brent Spiner in ogni stagione. Lo storico interprete di Data ha dato il volto, nel corso dei decenni, anche ad altri personaggi dell’ambientazione trekkiana, risultando senza ombra di dubbio l’attore più presente nella saga.
Il suo ritorno sulla scena, però, pone un problema non da poco. Anzi due. Il primo è che a differenza dell’androide, Spiner è invecchiato. E questo costringe gli autori della serie a cercare una spiegazione logica e coerente di questo invecchiamento. Spiegazione che, duole dirlo, sembra un po’ tirata per i capelli, perché basata sull’idea che un aspetto più anziano rifletta la maggiore saggezza che dovrebbe avere la nuova incarnazione di Data.
Il secondo problema, ben più grande, riguarda l’utilità narrativa di questo ritorno. In altre parole: è necessario che Data torni in scena? Dopotutto l’arco del personaggio aveva avuto una sua conclusione perfetta già nel finale della prima stagione, in un addio con Picard che rappresentava la conquista, da parte dell’androide, di ciò che ci rende veramente umani: la mortalità.
E infatti il Data che torna in “The Bounty” non è lo stesso che abbiamo conosciuto e amato per anni. E’ un qualcosa di diverso, un nuovo prototipo in cui convivono le personalità di Data, Soong, B-4 e l’immancabile Lore, il gemello cattivo. Tutto questo per la gioia dello spettatore nostalgico, che andrà in visibilio vedendo tanti personaggi concentrati in uno solo.
IL TROPPO STROPPIA?
Proprio il ritorno di Data solleva per la centesima volta una questione che accompagna il nuovo corso di Star Trek fin dall’inizio di Discovery: l’uso indiscrimato del fanservice.
E’ ovvio che una saga tanto vecchia, tanto imponente e tanto amata debba fare ricorso, di quanto in quanto, a citazioni e ritorni in scena di vecchi personaggi. Il problema è che questo strumento sta venendo usato in modi che risultano, sotto certi aspetti, fastidioso.
Innanzitutto c’è un problema di quantità. Va bene qualche citazione al passato o qualche vecchia gloria che torna in scena, ma infarcire ogni episodio di questi elementi risulta stucchevole. Ma ancor più grave è il fatto che spesso questo fanservice viene inserito in modi goffi e pasticciati. Data ne è un esempio: l’ennesima versione dell’androide tirata fuori solo per scaldare i cuori dei fan e dare un lavoro a Brent Spiner. Ma anche il modo in cui è stata ripescata Deanna denota pigrizia nella scrittura.
Ciò non toglie che la terza stagione sia costruendo un crescendo di alta tensione e coinvolgimento; ma davvero non c’era altro modo per realizzarlo che scomodare personaggi che non avevano più nulla da dire?
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Il fanservice ucciderà Star Trek: Picard? Forse l’ha già fatto, in parte. Ma lo show sta vivendo un crescendo verso il gran finale che viene solo in parte intaccato da questo abuso di nostalgia e citazionismo. Con la ciurma della vecchia Enterprise finalmente riunita, si prepara una seconda parte di stagione piena di potenzialità.
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Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.