“Why are you joking right now?“
La coppia di episodi “Null And Annoyed” e “Lose Yourself” puòo benissimo essere presa come esempio del percorso altalenante che ha caratterizzato, fin qui, questa quarta stagione di The Flash. Inoltre, le due puntate finiscono col presentare anche diversi tratti in comune, come l’approfondimento di tre personaggi in particolare, una precisa tematica fondante, fino all’evidente ruolo preparatorio della prima in funzione della seconda.
“Null And Annoyed”, innanzitutto, segna il ritorno in cabina di regia (ormai praticamente un classico stagionale) di Kevin Smith, stavolta però con un episodio, in generale, ben più debole rispetto al passato, soprattutto pensando a quel gioiellino all’esordio che è stato “The Runaway Dinosaur“. In quel caso, infatti, si era di fronte ad una puntata delicata e intimista, probabilmente aiutato dal suo essere la 2×21, ovvero quella precedente al season finale. Ma per apporto alla trama e densità di contenuti, “Null And Annoyed” non si avvicina neanche a “Killer Frost“, ossia la seconda intromissione di Smith nella serie, datata lo scorso anno.
La citazione scelta per aprire la recensione esplica allora una delle caratteristiche più controverse di questa stagione, ossia la continua e a tratti inspiegabile ricerca della comicità, portata avanti soprattutto col personaggio di Ralph, che stavolta arriva addirittura ad essere elemento di discordia degli stessi protagonisti. Così il fatto che la maggior parte delle battute di Dibny non facciano ridere o che si debba assistere all’ennesima meta-umana riempitiva e poco carismatica, sembra quasi “fatto apposta”. Un intrattenimento scadente, in linea con le accuse di Barry e di tutto il team al compagno d’avventura. O almeno sarebbe sicuramente bello pensarlo, altrimenti “Null And Annoyed”, in generale, varrebbe davvero una visione quasi solo per le sue guest star, per quanto altalenanti anch’esse. Se infatti Jay e Silent Bob (storico personaggio interpretato dallo stesso Kevin Smith) regalano brevi ma epici momenti d’ilarità, Danny Trejo appare ben più “stanco” ed eccessivamente ridicolo di altre apparizioni.
L’episodio trova, piuttosto, i suoi spunti più interessanti col trittico chiave, ossia quello formato da Dibny-Wells-DeVoe, in relazione a tutti gli elementi citati in precedenza, dalla pura trama all’approfondimento psicologico dei personaggi. Dibny, come anticipato, rappresenta perfettamente, come mai prima, il suo essere al tempo stesso croce e delizia di questa stagione. Il suo “apprendistato” da supereroe trova anche stavolta i suoi momenti felici, con un background arricchito dal ricordo della madre persa prematuramente, peccato che anche in questo caso viene “usato” in maniera eccessivamente bipolare: ora è una macchietta, ora è serio, ora è spaventato, ora è spericolato.
Se, tuttavia, il suo arco troverà finalmente un degno quanto purtroppo tragico, chiarimento nell’episodio successivo, quello di Harrison Wells presenta invece le prime avvisaglie di pericolosità per la sua salute (mentale e fisica). Incrinature poi suffragate sia nella scena pre-credits finali in cui lo si vede sfoderare nuovamente Gideon, sia (anche per lui) nella puntata seguente. Ma è con DeVoe che Kevin Smith e soci mettono in scena la loro intuizione più fine e importante per la storia. Fino ad ora, infatti, le trame e le azioni del villain non avevano mai realmente intaccato il rapporto con sua moglie, pur presentando qualche indizio, rimasto comunque sempre puro e devoto. Con la rivoluzione del loop in cui ha intrappolato l’amata, invece, DeVoe perde inesorabilmente anche l’ultima fiammella di umanità, presentandosi agli occhi dello spettatore come “cattivo” in tutto il suo essere.
Dibny: “I am not afraid of DeVoe and what he might do to me. I am afraid of what he might do to you and Iris and Caitlin and Cisco, Joe, Harry, Cecile. DeVoe has taken out everyone who’s gotten in his way, and Team Flash they will always be in his way.”
Barry: “This was never about protecting yourself.”
Dibny: “I know that killing DeVoe would mean throwing away everything I’ve done to become a hero But aside from my mom, this team is the only family that I have ever had, and I would throw myself into a furnace to keep them safe. DeVoe cannot have them. They are mine.“
Citando ancora una volta Dibny, si passa allora a “Lose Yourself”, episodio decisamente chiave per la stagione, quanto per il percorso di tutti e tre i protagonisti sopracitati. Guardandolo a posteriori, “Null And Annoyed” appare quindi in tutta la sua funzione preparatoria, con il team di autori che rispolverando Eminem decide di sancire la fine del lungo arco di DeVoe in versione Sylar di Heroes, preparando, a sua volta, il rush finale con uno dei topoi più classici della narrazione supereroistica: il cattivo mette a segno la sua azione più malvagia e devastante, l’eroe raggiunge il suo punto più basso, prima di dar via alla sua riscossa finale.
Non sembra allora un caso che questo accada proprio nella puntata successiva alla trasformazione di DeVoe in villain a tutto tondo. La scena pre-credits, che stavolta vede lui e la moglie come protagonisti, sembra essere messa lì ad evidenziare il forte contrasto con le rivelazioni precedenti e la reale natura del loro rapporto. In questo senso, allora, la trovata che lo vede riacquistare il proprio volto originale appare decisamente più significativa, oltre che rappresentare un’assoluta finezza registica: DeVoe ha infatti smesso di indossare delle maschere, rivelando la sua vera e incontrovertibile natura.
Come anticipato, “Lose Yourself” è soprattutto l’episodio che segna la conclusione del percorso di Ralph, chiarendolo e al tempo stesso rovesciandolo totalmente. Col tragico finale che lo vede protagonista, il suo personale “viaggio dell’eroe” si spezza inesorabilmente, trasformandolo da eroe, appunto, a colui che dev’essere salvato. Tutta la quarta stagione, fin qui, poteva quasi essere letta come la più tradizionale della “storia delle origini” di un supereroe, avvalorata da tutte le classiche prove di passaggio che ogni protagonista deve affrontare, tra cui, come in quest’ultimo caso, la prima regola del “non uccidere”. Alla fine, però, Dibny si rivela solo essere, in qualche modo, una “vittima” di eventi più grandi di lui e delle sue capacità, caratterizzato però dalla forte volontà di proteggere le persone che ama, a tutti i costi e con ogni mezzo. Accomunato allora, in quest’ultimo aspetto, ancora una volta con Harrison Wells, preda più che mai delle proprie ambizioni.
Da potenziale eroe, allora, Dibny diventa fonte di ispirazione per i propri compagni, proprio lui che da essi si era lasciato a sua volta ispirare. La trama è infatti, stavolta, decisamente l’aspetto migliore dell’episodio, con la vittoria di DeVoe che arriva in maniera più che inaspettata e soprattutto in tempi rapidi e per questo sconvolgenti. Una totale disfatta per il team Flash “originale”, messo di fronte alla sua colpevole passività degli ultimi tempi, dominati come detto dal protagonismo di Dibny, tra Cisco in netta difficoltà nell’usare i propri poteri, Caitlin che addirittura arriva a perdere Killer Frost. Il più colpito di tutti è poi sicuramente Barry, che vede concretizzarsi il proprio fallimento da leader di un team distrutto e da “maestro” di un allievo perduto. Dopo tutto l’arco di Dibny, quindi, ora bruscamente interrotto, sembra decisamente arrivato il momento per Barry Allen di trovare la propria riscossa, come ogni eroe che si rispetti.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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Run, Iris, Run 4×16 | 2.09 milioni – 0.7 rating |
Null And Annoyed 4×17 | 1.82 milioni – 0.6 rating |
Lose Yourself 4×18 | 1.88 milioni – 0.7 rating |
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.