- Lip ed il proprio periodo di riabilitazione;
- Ian ed i suoi problemi con la legge;
- Deb e la sua gravidanza;
- Carl ed il suo desiderio di avere una carriera militare.
I tentativi sono stati tanti eppure, volente o nolente, lo show faceva sempre ritorno nel luogo in cui si sentiva più sicuro ed apprezzato: tra le braccia di Fiona. Un porto placido, calmo e sempre in grado di regalare storyline valide (a volte sotto la media, bisogna ammetterlo, ma pur sempre godibili).
Questa decima stagione si ritrova a percorrere questo ennesimo tentativo di allontanamento senza un elemento fondamentale: il porto sicuro rappresentato da Fiona. Non è un caso quindi che, dopo sette episodi, lo spettatore si ritrovi a pensare “ok, ma cosa è successo questa stagione?”. Assegni dilapidati nella maniera più stupida; storie d’amore che finiscono senza alcun tipo di approfondimento; relazioni che diventano improvvisamente serie; personaggi secondari che svaniscono nel giro di poche riprese.
Ad intervallarsi in questo fiume in piena di avvenimenti, però, non c’è nessuna sequenza relativa a Fiona, nessuno sguardo di malcelata intolleranza verso la propria famiglia o verso il Southside. No, questa decima stagione si ritrova in mezzo all’oceano senza un valido paio di remi per poter fare ritorno alla terra ferma. Ecco quindi che personaggi sbadatamente lasciati nell’angolo per numerose stagioni tornano a far parlare di sé (si pensi a Veronica, per esempio, ma anche allo stesso Kevin a cui finalmente viene concesso maggiore spazio). Sequenze queste che, per ovvi motivi (uno di questi, come appuntato, la lunga ed indecorosa assenza nello show) non suscitano quel magnetico attaccamento che forse l’ennesima rottura in amore di Fiona avrebbe prodotto.
La figura di Tami, per quanto fortemente legata a Lip, non può bastare come figura femminile sufficiente per sopperire alla mancanza di Fiona e lo show sembra non averlo ancora del tutto compreso, ma risiede proprio qui il problema principale di questa stagione: in cabina di regia ed in fase di sceneggiatura si è dovuto pensare che bastasse introdurre come personaggio fisso una figura femminile (in questo caso Tami) per permettere allo show di mantenere inalterato il proprio equilibrio interno, dimenticandosi del peso specifico di Fiona in ogni singola relazione umana e sociale tra i vari personaggi.
È uno show claudicante e sarebbe dura ammettere qualcosa di diverso: sette puntate prive di veri sviluppi con trame che si sfaldano nel giro di pochi episodi e zero progressioni narrative. Si prenda ad esempio la trama di Deb oppure di Liam, esempi lampanti di scritture svuotate di un qualsivoglia tipo di interesse. Tralasciando Lip, personaggio cardine (quasi quanto Frank) dello show, l’unica vera trama che desta interesse e potrebbe risultare una boccata d’aria fresca potrebbe essere quella riguardante Ian (nuovamente riunito a Mickey). Da non sottovalutare, anche se potrebbe essere l’ennesima sottotrama pronta a sciogliersi sotto il sole, lo sviluppo narrativo attorno a Carl e al suo interesse per rendere il Southside un posto più civile e vivibile.
Ma dopo sette episodi poter contare su due miseri punti di trama risulta sicuramente uno dei punti più bassi raggiunti da questo show.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
|
|
Adios Gringos 10×06 | 0.89 milioni – 0.2 rating |
Citizen Carl 10×07 | 0.84 milioni – 0.2 rating |
Quanto ti è piaciuta la puntata?
0
Nessun voto per ora
Tags:
Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.