Le malefatte di Chucky proseguono e ormai sembra che ad ogni episodio corrisponda un omicidio, non per importanza a livello di trama ma piuttosto per intrattenere lo spettatore.
La narrazione sembra entrare però finalmente nel vivo, con un Chucky scatenato ed un gruppo di persone ormai finalmente conscio della reale natura della bambola assassina. A questo punto la serie dovrebbe risultare più emozionante e coinvolgente, eppure qualcosa continua a non funzionare.
REAZIONI UMANE, QUESTE SCONOSCIUTE
Come già detto in svariate recensioni precedenti, la gestione del tempo (o più in particolare l’eccessivo tempo a disposizione) è un grosso problema della serie. L’impressione è quella di assistere a scene riempitive utili solo ad allungare il brodo, quando in realtà sarebbe evitabile una buona metà di episodio.
Se questo è il caso di “Give Me Something Good To Eat” e “I Like To Be Hugged”, per “Just Let Go” la cosa si fa ancora più frustrante.
L’episodio infatti avrebbe avuto molti argomenti da approfondire e situazioni da mostrare, come magari le conseguenze dell’assalto di Chucky sulla psiche di Lexy. Tuttavia viene totalmente skippata la presa di coscienza di Lexy ed i postumi del trauma subito poche ore prima.
Viene del tutto ignorato lo stress post-traumatico e lo shock che dovrebbe aver subito la ragazza solo e unicamente per coinvolgerla maggiormente nella narrazione e far evolvere il suo rapporto con Jake, cosa che dunque avviene in maniera innaturale ed affrettata. Di conseguenza Lexy dà vita a una serie di reazioni tutt’altro che credibili e dialoghi al limite del surreale e dell’imbarazzante, anche per gli standard del franchise di Child’s Play.
“So that was him talking? For real talking? …What a dick.”
Purtroppo ciò che evidenzia il terzo episodio di Chucky è una scrittura povera e pigra, in grado di mettere in scena alcune sequenze divertenti e interessanti di tanto in tanto, ma comunque complessivamente insufficiente.
IL BIVIO
“Just let go. This ain’t a coincidence, Jake. This is a crossroads.”
Ancora una volta la serie tenta di costruire ed evolvere il personaggio di Jake, ponendolo in alcune situazioni come ombra di Chucky e in altre come suo contrapposto.
Le parole della bambola non sono casuali e di fatto l’episodio rappresenta un vero e proprio bivio per il giovane protagonista. Da una parte i flashback di Charles Lee Ray mostrano ciò che Jake sarebbe potuto ipoteticamente diventare; dall’altra invece la persona che realmente è e che vuole essere.
Lexy: “How was I supposed to know how upset you were?”
Jake: “Well, usually when you treat people like shit, they get upset.”
Lexy: “But you didn’t just get upset. You wanted to kill me.”
Jake: “I didn’t know what else to do, all right?”
Lexy: “So you went straight to murder?!”
Jake: “You dressed up as my dead dad in front of everyone!”
Lexy: “I know, but still, there’s gotta be something really wrong with you to want to kill someone…”
Jake: “But I didn’t want to kill somebody, all right?! I wanted to kill you!”
Nonostante l’episodio glissi totalmente su punti fondamentali della psicologia dei personaggi, almeno il confronto tra Jake e Lexy risulta potenzialmente interessante.
I due ragazzi sono sì costretti a fare squadra per fronteggiare un nemico comune, ma non possono comunque sfuggire all’inamovibile elefante nella stanza. Jake e Lexy hanno infatti troppe situazioni irrisolte ed era inevitabile assistere a un loro confronto a riguardo. Tuttavia la discussione non arriva ad una vera e propria risoluzione, pur rendendo ugualmente manifesta la decisione di Jake di abbandonare l’equazione “omicidio = pace interiore”.
Dopo vari episodi volti dunque a indirizzare Jake in una determinata direzione, “Just Let Go” rappresenta effettivamente un bivio morale per il ragazzo che, con il salvataggio di Lexy, rinuncia definitivamente a seguire le orme di Chucky.
APPROFONDIMENTI E RIMANDI
L’episodio mostra effettivamente come Charles abbia sempre cercato una sorta di erede. In questo senso i flashback presenti in “Just Let Go” aiutano lo spettatore a comprendere un minimo la psicologia del personaggio.
Dopo aver ricevuto il riconoscimento di qualcuno per aver intrapreso la via dell’assassino, Charles tenta di fare lo stesso con altri, volendo forse ricoprire il ruolo di mentore per qualcuno.
“You got guts, kid.”
Come già reso noto nel primissimo film della saga, Chucky aveva effettivamente già un suo protetto, ovvero Eddie Caputo. Il personaggio ha un piccolo ruolo anche in questo quarto episodio della serie, nelle vesti di giovane compagno d’orfanotrofio di Charles e, appunto, suo primo erede.
Quello di Eddie non è però l’unico rimando alla filmografia di Chucky e infatti “Just Let Go” è molto ricco di riferimenti alle pellicole. In particolare vengono citate Tiffany Valentine, Nica Pierce e gli eventi di Cult Of Chucky, ultimo film della saga. Il tutto sotto forma di nuove informazioni apprese dal personaggio di Devon, ormai ufficialmente divenuto il terzo membro della banda di Jake.
Le informazioni sono dunque ben contestualizzate e hanno senso con la trama in corso, rappresentando dei dettagli interessanti e affascinanti da riscoprire per il fan di vecchia data.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Just Let Go” rappresenta alla fine un vero e proprio turning point per la narrazione della serie. Jake, Lexy e Devon sono ora ufficialmente alleati e hanno in Chucky un nemico comune. Ciò che purtroppo ancora sembra mancare è una struttura salda e scorrevole. Senza di essa infatti lo spettatore rischia di sentirsi a bordo di una montagna russa che alterna picchi e piattume. Una condizione che si spera possa cambiare al più presto possibile.
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Un tempo recensore di successo e ora passato a miglior vita per scelte discutibili, eccesso di binge-watching ed una certa insubordinazione.