My Brilliant Friend: The Story Of The Lost Child 4×04 – The EarthquakeTEMPO DI LETTURA 5 min

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“Quando ero piccolo e stavo all’orfanotrofio, lo sai che mi dicevano le suore? Il terremoto è volere di Dio. Fa bene alla terra. Come quando una persona sta male e accumula, accumula, finché o si libera e sfoga … o muore.” (Ciro di Marzio, Gomorra)

La ripresa della famosa citazione di Ciro Di Marzio da Gomorra è strettamente collegata al terremoto emozionale che coinvolge Lina e non quello storico raccontato nell’episodio. Il titolo, infatti, ha una doppia lettura: da una parte la Storia; dall’altra la narrativa di Elena Ferrante.
La storia è quella tragica del terremoto dell’Irpinia che colpì Campania, Basilicata e Puglia la sera del 23 novembre 1980. Un sisma che produsse quasi 3.000 morti e oltre 280.000 sfollati, 90 secondi che annichilirono la popolazione e gettarono il terrore su migliaia di persone che, abbandonate le case, le notti successive al sisma preferirono passarle in automobile nonostante si trattasse di autunno inoltrato.
My Brilliant Friend sfrutta questo sfondo narrativo carico di tensione e paura come espediente per raccontare il riavvicinamento (l’ennesimo, forse l’ultimo) tra Lila ed Elena. Una Lila più umana, matura, ma sempre con dei segreti sui quali Elena non riesce a fare luce.
Ma l’età adulta (combinata alla paura del terremoto e, forse, agli ormoni della gravidanza) aprono una breccia mai vista fino ad ora sulla personalità di Lila: spaventata, gelosa, orgogliosa dell’amica, premurosa. In una parola, umana. Lila è così che si mostra, finalmente, sia agli occhi di Elena, sia agli occhi del pubblico.

LO SFOGO DELL’AMICA


L’inizio della puntata non è diverso dai precedenti incontri tra le due ragazze, ora donne: i dialoghi nascondono la consueta dose di gelosia e i dubbi che Elena sembra avere verso l’amica. La gravidanza trascorsa insieme, coltivata allo stesso modo, sembra averle unite più di quello che si potrebbe pensare, tuttavia. E, chiarificatore da questo punto di vista, sarà proprio il dialogo tra le due subito dopo il terremoto mentre, chiuse nell’abitacolo della macchina, sono pronte a lasciare il rione.
Il rione, il luogo del passato che torna nel presente di Elena come se fosse un fulmine a ciel sereno: nella precedente puntata sono stati molti gli sguardi ai luoghi del suo passato dove, da bambina, si soffermava a giocare o chiacchierare; qui c’è la visita al bar dei Solara, luogo che ha da sempre incuto timore a chiunque e che ora, ad una donna adulta e “navigata” a livello sociale come lei, sembra non fare più né caldo, né freddo.
C’è sempre una punta di insicurezza, quello sì, ma si tratta di una emozione con peso specifico decisamente diverso rispetto al passato.

“Devo fare, disfare, coprire, ricoprire e poi alla fine rompere, spaccare. […] Ma serve a poco, il terrore resta se ne sta là tra una cosa normale e l’altra e aspetta. I buoni sentimenti sono fragili, Lenù. L’amore con me non resiste. Non resiste l’amore per un uomo e non resiste nemmeno quello per i figli, presto si buca. Volere bene scorre insieme al volere male. La signora Oliviero aveva ragione, sono cattiva. Non so tenere insieme nemmeno l’amicizia. Tu invece sei gentile e con me hai avuto pazienza. Perciò per favore, se ti dico cose brutte, se ti offendo tu copriti le orecchie perché non è quello che vorrei fare. Non mi lasciare, non mi lasciare Lenù altrimenti cado giù.”

SARRATORE OMM’ ‘E MERD’!


Il segreto di Pulcinella relativo a Nino Sarratore, ossia che l’uomo sia solo una botte piena di bugie da estrarre all’occorrenza, è una scusante inizialmente sfruttata a livello narrativo per avvicinare Elena (interessata a scoprire la verità) a Lila (che sembrerebbe sapere qualcosa di più). Un punto non più necessario una volta che il legame sembra cementarsi via via che i giorni ed i mesi passano.
E, in realtà, ad Elena non sembra più nemmeno interessare la verità e i segreti di Nino. Le basta soppesare quanto accaduto in seguito al terremoto: lei, che dovrebbe essere l’amata, messa in secondo piano dalla donna che Nino (come da lui stesso più volte sottolineato) non ama più e con cui sta solo per i figli e perché si è autoconvinta che il rapporto Elena-Nino non esista, punto quest’ultimo, che nessuna persona sana di mente potrebbe lontanamente prendere sul serio.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Doppia lettura del titolo della puntata
  • Lila e Lenù
  • Il parallelismo tra il silenzio di Nino e la pronta risposta al telefono di Pietro
  • Le vicissitudini del terremoto raccontate dalla serie tv
  • Tematiche toccate durante la puntata
  • Ricostruzione come al solito puntuale 
  • Puntata filler che purtroppo risente di questo immobilismo a livello di narrazione orizzontale, nonostante si tratti di una tappa fondamentale per avvicinare nuovamente i due personaggi principali di questo show

 

La puntata potrebbe essere genericamente vista come un filler: immobilità di trama orizzontale, focus su pochi personaggi e sui loro sentimenti/emozioni. Tuttavia questo quarto episodio nasconde molto di più: un’amicizia ritrovata, un’unione di intenti e, forse, la realizzazione da parte di Elena di come stanno veramente le cose, caduto il velo dell’amore che le copriva gli occhi. È difficile riuscire a pronosticare ora quanto questo equilibrio (precario) possa durare, soprattutto se si considera la possibilità di una incursione nel rione da parte di Nino per ristabilire i rapporti con Elena. Ma, per ora, quanto visto potrebbe rappresentare un ottimo punto di ripartenza per la donna e per il bambino che partorirà a breve.
My Brilliant Friend continua ad intrattenere con leggiadria pur toccando tematiche (storiche e sociali) decisamente non facili. In questo episodio, nell’ordine: omosessualità, mafia, tossicodipendenza e terremoto.

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Conosciuto ai più come Aldo Raine detto L'Apache è vincitore del premio Oscar Luigi Scalfaro e più volte candidato al Golden Goal.
Avrebbe potuto cambiare il Mondo. Avrebbe potuto risollevare le sorti dell'umana stirpe. Avrebbe potuto risanare il debito pubblico. Ha preferito unirsi al team di RecenSerie per dar libero sfogo alle sue frustrazioni. L'unico uomo con la licenza polemica.

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