The Lord Of The Rings: The Rings Of Power 1×07 – The EyeTEMPO DI LETTURA 5 min

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The Lord Of The Rings: The Rings Of Power 1x07 recensionePer una serie che sin dal suo esordio non ha certo fatto della dinamicità narrativa la sua forza, era inevitabile aspettarsi un nuovo pit stop prima di giungere al season finale. Dopo la prima vera svolta nella trama avvenuta nel precedente episodio, “The Eye” sistema tutti i suoi personaggi presso nuovi nastri di partenza per preparare il terreno a quello che dovrebbe in realtà essere il vero inizio di The Rings Of Power.
Questa prima stagione infatti, data la modalità d’esecuzione proposta, è apparsa come un lungo (e a tratti estenuante) prologo, un modo per presentare personaggi e situazioni che daranno solo successivamente vita al vero fulcro della storia. Dopotutto, della forgiatura degli anelli ancora non vi è traccia mentre la produzione della seconda stagione è già iniziata.
Come antefatto del season finale, dunque, i tre filoni narrativi principali si ritrovano alle prese con ennesimi sconvolgimenti dello status quo, non raggiungendo però tra loro lo stesso peso narrativo ed emotivo.

UN VIAGGIO INASPETTATO SFIBRANTE


Assenti nella scorsa puntata tutta dedicata alla battaglia contro Adar, tornano protagonisti i Pelopiedi e il loro infinito viaggio. Una trama questa che pecca molto per mancanza di incisività e che per l’occasione si trasforma in croce e delizia dell’episodio.
La storyline assegnata ai Pelopiedi si trascina ormai da sette episodi in maniera abbastanza logorante per un mix di elementi. Come se non bastasse l’assenza di sostanza nell’evolversi delle situazioni, i protagonisti non propriamente brillanti non riescono a far scattare la scintilla necessaria per coinvolgere lo spettatore, costretto ad una costante pedanteria dovuta ai continui e ingenui tentativi di Nori.
Ma la parte migliore di questa storyline è sicuramente il mistero che ruota intorno l’uomo-meteora, figura enigmatica e portatore sano di quella curiosità indispensabile per portare avanti questa parte di trama. In questa puntata vengono mostrati in maniera più consistente i poteri dell’uomo, mentre anche qui inizia a delinearsi lo scontro bene-male. A tal proposito, intriganti continuano a rivelarsi le tre figure albine che seguono l’uomo-meteora: qual è il loro scopo e soprattutto se saranno loro a svelare il vero essere di quest’ultimo è finalmente l’input giusto per dare mordente alla trama e far nascere le prime sensate domande a riguardo.

TU NON PUOI PASSARE


Uno dei punti più stabili della trama di The Rings Of Power finora è senza dubbio stato quello che vede protagonisti Elrond e Durin. Tenendo fede ad una delle accoppiate storiche de Il Signore Degli Anelli, il duo composto da elfo e nano funziona egregiamente anche qui, favorito soprattutto dalla caratterizzazione più frizzante dei due personaggi. Elrond e Durin funzionano bene perché ben si amalgamano tra loro, attirando l’attenzione del pubblico verso le loro dinamiche e regalando interazioni che non annoiano. A questo va sicuramente aggiunta una parte narrativa concreta e intrigante.
Da questo punto di vista, “The Eye” regala un netto passo avanti lasciando i personaggi, come detto, con nuovi status quo che aprono a diverse incognite sia per gli elfi, con Elrond che porta a casa un momentaneo fallimento della sua missione, che per i nani, soprattutto a causa delle divergenze interne nella casata. A tal proposito, le dinamiche tra la famiglia dei nani acquistano spessore grazie a varie incrinature: con re Durin che si pone come “antagonista” interno, Durin IV diseredato e il dialogo finale di quest’ultimo con la moglie Disa, potrebbero portare ad interessanti capovolgimenti di fronte.
A questo va ovviamente aggiunto il piccolo particolare che, oltre il mithril, risiede nel sottosuolo. Il risveglio del Balrog, probabilmente avvenuto a causa degli scavi di Elrond e Durin, rende ancora più accattivante questa parte di trama ambientata nel regno dei nani. Questo nonostante una presentazione del Balrog abbastanza scialba e priva di qualsiasi effetto enfatico.

BENVENUTI A MORDOR


Terzo filone narrativo, e quello che più si è portato avanti nell’arco di questi sette episodi, è ovviamente lo scontro contro Adar da parte del popolo del sud uniti ai nùmenoreani. Dopo la battaglia e l’eruzione del Monte Fato dello scorso episodio, era lecito aspettarsi un ulteriore stop anche da parte di questa storyline. Da un certo punto di vista, anche qui si procede ponendo tutte le pedine al loro posto per il season finale ma è un posizionamento privo di verve che frena nuovamente una narrazione che non ne aveva bisogno.
Anche qui, come per la trama dei Pelopiedi, ci si ritrova tra croci e delizie. Uno dei problemi più rilevanti di questa serie continua ad essere la poca profondità dei personaggi che sembrano non riuscire a bucare lo schermo. Tenendo conto di ciò, quindi, non si riesce davvero a capire chi abbia avuto la brillante idea di unire per un episodio intero due personaggi come Galadriel e Theo, un duo che non spicca sicuramente per verve narrativa e che ha reso i dialoghi tra loro di una pedanteria non indifferente. Il tutto pur considerando il peso di tale confronto per entrambi i character.
In contrasto a questa parte più monotona, spicca invece una maggiore attenzione dedicata al personaggio di Elendil. La presunta morte di Isildur, seppur risulta un dubbio superfluo per lo spettatore già a conoscenza del suo destino, ha la funzione di smuovere le certezze di Elendil. Un modo per creare conflitto e rendere maggiormente tridimensionale un personaggio fondamentale nell’economia della serie.
In ultimo, non va dimenticato il momento clou dell’episodio, ossia la nascita ufficiale di Mordor. Un evento storico per l’intera storia ma che qui pecca di pathos venendo presentato con una semplice modifica sulla carta geografica. Ennesima dimostrazione di una serie che sa mostrarsi a livello visivo ma pecca nel dare spessore ai suoi contenuti.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • L’uomo-meteora e i tre misteriosi albini: finalmente eventi che suscitano una curiosità più concreta
  • La trama ambientata a Khazad-dum rimane la più forte e interessante 
  • Nuove dinamiche all’orizzonte nel regno dei nani
  • I dissidi interiori di Elendil 
  • Il cavallo di Isildur pronto a portare in scena un parallelo con il salvataggio di Aragorn ne Le Due Torri?
  • Pelopiedi ancora alle prese con un racconto blando e stereotipato 
  • Galadriel e Theo un duo che non spacca lo schermo 
  • Eventi importanti presentati in scena in maniera fiacca: dal risveglio del Balrog al “battesimo” di Mordor 
  • Troppe situazioni gestite in modo inverosimile
  • In generale, una narrazione che continua a non mostrare spessore 

 

The Rings Of Power ad un passo dal finale si assesta nuovamente su sé stesso. Data la caratterizzazione lenta della serie avremmo fatto a meno di quest’ulteriore pausa ma almeno eventi e personaggi sono in posizione per l’ultimo appuntamento.

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Nata con la passione per telefilm e libri, cresciuta con quella per la scrittura. Unirle è sembrata la cosa più naturale. Allegra e socievole finché non trova qualcosa fuori posto, il disordine non è infatti contemplato.
Tra una mania e l'altra, si fa carico di un'estenuante sensibilità che la porta a tifare per lo sfigato di turno tra i personaggi cui si appassiona: per dirla alla Tyrion Lannister, ha un debole per “cripples, bastards and broken things”.

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