One Piece 1×04 – The Pirates Are ComingTEMPO DI LETTURA 6 min

/
()

One Piece 1x04Si è già discusso sulla (mancanza di) necessità di realizzare il live action di un’opera come One Piece. L’operazione di Netflix è a conti fatti inutile e pure rischiosa, perché un manga così cartoonesco e grottesco è troppo lontano dal realismo e anche con tutto il trucco e parrucco e CGI di questo mondo dà la sensazione di essere fintissimo. D’altro canto, con i comics americani sempre più sfruttati sul grande e piccolo schermo, attingere anche al fumetto estremo-orientale sembra una naturale conseguenza del fenomeno e poche opere possono contare su una fanbase occidentale tanto solida quanto One Piece.
La serie va quindi presa per quello che è: la spremitura di un brand famosissimo che ha già dato vita a un anime, svariati film, videogiochi, merchandising di ogni genere e a cui mancava solo un’incarnazione in carne e ossa. Incarnazione che, con buona pace dei puristi, deve fare i conti con le diverse esigenze del medium seriale e introdurre cambiamenti grandi e piccoli. La modifica di trame, l’anticipazione di personaggi che dovrebbero apparire più tardi, persino il cambiamento nelle dinamiche di alcuni scontri è una cosa già vista nelle prime puntate e che si fa ancora più palese in “The Pirates Are Coming”. Con risultati non sempre convincenti.

IL NON TANTO GENIALE KURO


Nel manga (e poi nell’anime) Kuro viene presentato come un autentico genio, ideatore di un piano complesso e articolato che dovrebbe permettergli di mettere le mani su una fortuna e vivere di rendita per il resto dei suoi giorni. Un piano in cui lo affianca il fedele braccio destro Jango, dotato di poteri ipnotici.
Purtroppo nel live action di Jango non c’è nemmeno l’ombra, con l’ovvia conseguenza che il piano di Kuro viene in buona parte semplificato e reso, agli occhi dello spettatore più attento, stupido. Passi la mancata spiegazione di come abbia gabbato la Marina inscenando la propria cattura, ma in nome di quale norma giuridica uccidere una persona appena diventata maggiorenne dovrebbe rendere Kuro l’erede del suo patrimonio, se questa non ha fatto un testamento in cui indica il suo nome? Nessuna, nemmeno il mondo grottesco di One Piece contempla casi del genere. Manca l’intero passaggio in cui Kaya dovrebbe nominare Kuro proprio erede, ecco perché nell’opera originale c’era Jango che doveva farle scrivere il testamento sotto ipnosi.
Ma la sagra dell’idiozia non finisce qui. Già nella scorsa puntata Buchi e Sham si erano liberati di Zoro gettandolo in un pozzo dopo averlo tramortito, senza nemmeno controllare se avesse ancora il battito. In questo episodio fanno la stessa cosa con Luffy, consegnandolo ai Marine senza verificare che il veleno mortale abbia avuto effetto. Va bene la fiducia nelle proprie capacità omicide, ma quanto costava verificare l’effettivo decesso? Parliamo di gente che non si fa scrupoli ad ammazzare gente inerme e a pianificare la morte di una ragazza appena diciottenne, quindi sarebbe stato perfettamente in linea con questa caratterizzazione infierire sui “cadaveri” per togliersi ogni dubbio. Inspiegabile.
Il risultato finale è che Kuro appare sì cattivo, ma anche meno machiavellico e contorto della sua controparte cartacea (e poi animata). Un vero peccato, considerando quanto bene avrebbe funzionato questa parte in un live action che, per quanto visto finora, non ha risparmiato sangue e cupezza.

ONE PIECE INCONTRA NIGHTMARE


Un altro cambiamento, questa volta più apprezzabile, riguarda le dinamiche dello scontro tra i Mugiwara e i Kuroneko. Nell’opera originale gli ex-pirati di Kuro sbarcano sulla spiaggia di Shirop con l’intenzione di invadere il villaggio e permettere a Kuro e Jango di sbarazzarsi di Kaya (dopo aver fatto testamento, ovviamente).
Nel live action si opta per uno scontro molto più minimale, tutto all’interno della magione di Kaya. Alla base c’è sicuramente l’esigenza di risparmiare sui costi delle comparse e delle scenografie, ma il risultato è comunque apprezzabile. Ambientare le vicende in uno spazio ristretto crea una sensazione di claustrofobia: una lezione messa in pratica da molti horror e thriller, e infatti in questa puntata One Piece sembra virare decisamente in questa direzione. Per di più Kuro che vaga per la casa con i suoi lunghi artigli, infilzando pareti e mobilio, ricorda tremendamente Freddy Krueger di Nightmare.
Nulla di nuovo da dire sul fronte del combattimento. Come già successo nei precedenti episodi, gli effetti speciali hanno quel sapore posticcio e artificioso che impedisce quella sospensione dell’incredulità che la visione richiederebbe. Cresce la paura di ciò a cui si potrebbe assistere in futuro, perché chi conosce One Piece sa che è un crescendo e che i poteri portati in scena si faranno sempre più spettacolari e difficili da rendere in un live action. Se già adesso si fatica a rendere credibile una lotta con Kuro, cosa succederà quando (e se) si arriverà ad adattare quegli archi narrativi in cui la gente si trasforma in sabbia o in elettricità o in magma?

SPADACCINI E MARINE


“The Pirates Are Coming” si segnala anche per altre cose, oltre allo scontro con Kuro.
Pregevole il flashback su Zoro e Kuina, che spiega le motivazioni profonde dietro il sogno dello spadaccino di diventare il più forte del mondo. La narrazione è piuttosto fedele all’opera originale e non manca nemmeno quella nota di amarezza nelle parole di Kuina quando spiega che, in quanto donna, crescendo sarà superata fisicamente dai suoi rivali maschi.
Inoltre, fa la sua comparsa sulla scena la Going Merry, l’iconica nave dei Mugiwara. In questa versione il suo nome viene spiegato come tributo a Merry (che nel manga/anime non muore per mano di Kuro), ma va bene lo stesso. L’emozione di vederla in mare è grande, così come grande è lo stupore di vedere annunciato già nel finale di puntata l’incontro/scontro tra Luffy e il viceammiraglio Garp, a.k.a. suo nonno.
A tal proposito, è stata una scelta azzeccata quella di anticipare il coinvolgimento di Garp nelle vicende. Da un lato, si mette subito in scena la complessa situazione familiare di Luffy, nipote di un Marine e figlio di… beh, non si faranno spoiler per chi non conoscesse l’opera originale. Dall’altro, si marca ancora di più quel conflitto tra pirateria e Marina che è uno dei pilastri della trama. In più, si evita di tenere Koby troppo fuori dalle scene, anzi, in un certo senso il live action sta costruendo il suo personaggio come anti-Luffy.
Questo per dire che non tutto quello che fa Netflix vien per nuocere.

 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Le atmosfere à la Nightmare
  • Il flashback su Zoro e Kuina
  • Finalmente la Going Merry!
  • La bomba finale: “NONNO?”
  • Kuro molto meno geniale della sua controparte cartacea/animata
  • Dov’è Jango?
  • Il sapore posticcio degli effetti speciali

 

Le perplessità sull’esistenza stessa di questo live action non sono scomparse e anzi i difetti continuano ad esserci. Ma finora One Piece si sta rivelando al di sopra della maggior parte dei live action finora prodotti e quindi potrebbe, se non diventare un capolavoro, quantomeno dimostrare che la trasposizione in carne e ossa di manga e anime non deve necessariamente essere un fallimento.

Quanto ti è piaciuta la puntata?

Nessun voto per ora

Divoratore onnivoro di serie televisive e di anime giapponesi, predilige i period drama e le serie storiche, le commedie demenziali e le buone opere di fantascienza, ma ha anche un lato oscuro fatto di trash, guilty pleasures e immondi abomini come Zoo e Salem (la serie che gli ha fatto scoprire questo sito). Si vocifera che fuori dalla redazione di RecenSerie sia una persona seria, un dottore di ricerca e un insegnante di lettere, ma non è stato ancora confermato.

Precedente

One Piece 1×03 – Tell No Tales

Prossima

One Piece 1×05 – Eat At Baratie!

error: Nice try :) Abbiamo disabilitato il tasto destro e la copiatura per proteggere il frutto del nostro duro lavoro.