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All’alba del season finale si deve obbligatoriamente fare il punto della situazione, razionalizzare quanto visto e prepararsi al capitolo finale che, verosimilmente, aprirà una porta per il proseguo della serie essendo già confermata per una 3° e 4° stagione. Se si guarda indietro ai precedenti episodi si potrà riconoscere un certo schema: The Duffer Brothers, infatti, hanno strutturato la stagione in modo tale da avere un lento ma costante climax ascendente.
Esattamente come si constatava nella recensione di “Chapter Three: The Pollywog“, questa seconda stagione di Stranger Things (composta dallo strano numero di 9 episodi) è stata concepita in tre atti che, a loro volta, sono composti da 3 “chapter” ciascuno. C’è stato un prologo, uno svolgimento culminato con l’arrivo in superficie dei Demo-dogs (“Demogorgon dogs. Demo-dogs. It’s like a compound.“) ed una conclusione che, pur avendo subito una battuta d’arresto con l’episodio in solitaria di Eleven ed Eight, ha dato ufficialmente il via alla fase finale.
Esattamente come si constatava nella recensione di “Chapter Three: The Pollywog“, questa seconda stagione di Stranger Things (composta dallo strano numero di 9 episodi) è stata concepita in tre atti che, a loro volta, sono composti da 3 “chapter” ciascuno. C’è stato un prologo, uno svolgimento culminato con l’arrivo in superficie dei Demo-dogs (“Demogorgon dogs. Demo-dogs. It’s like a compound.“) ed una conclusione che, pur avendo subito una battuta d’arresto con l’episodio in solitaria di Eleven ed Eight, ha dato ufficialmente il via alla fase finale.
Dustin: “The hive mind. A collective consciousness. It’s a super-organism. And this is the thing that controls everything. It’s the brain. Like the mind flayer.
[…] It’s a monster from an unknown dimension. It’s so ancient that it doesn’t even know its true home. Okay, it enslaves races of other dimensions by taking over their brains using its highly-developed psionic powers.“
[…] It’s a monster from an unknown dimension. It’s so ancient that it doesn’t even know its true home. Okay, it enslaves races of other dimensions by taking over their brains using its highly-developed psionic powers.“
Alla luce delle considerazioni appena fatte, “Chapter Eight: The Mind Flayer” si può serenamente considerare come il miglior episodio della stagione e forse della serie stessa. Il livello di adrenalina che si vive e percepisce durante tutta la puntata premia la scelta dei The Duffer Brothers (qui ritornati nella doppia veste di sceneggiatori e registi dell’episodio visto che l’ultimo loro lavoro è stato “Chapter Two: Trick Or Treat, Freak“) di puntare su un hype crescente. L’intera puntata ricorda molto Jurassic Park se si pensa alle scene all’interno dei vari edifici con Velociraptor che si aggirano silenziosamente in una caccia letale, allo stesso modo, e volutamente come un omaggio, i Demo-dogs svolgono lo stesso ruolo e funzionano tanto bene quanto i loro predecessori giurassici.
Ai The Duffer Brothers non si può criticare veramente niente in questa puntata, eccezion fatta per l’inutile scena di Billy ed il padre. Non si può nemmeno valutare negativamente la morte di Bob in quanto arriva in un momento topico dell’episodio ed esattamente quando meno lo si aspetta da una serie molto politicamente corretta come Stranger Things. Se è infatti normale mettere in pericolo i vari personaggi, è altrettanto uso e costume quello di salvarli in extremis con un deus ex machina a caso che a fine episodio risponde con il nome di Eleven. Eppure per Bob si opta per una scelta più coraggiosa, coraggiosa come la ripresa cruenta della sua morte che è stata volutamente richiesta dall’attore per enfatizzare il dramma di fronte agli occhi di Joyce e Jim. I due creatori hanno rivelato in un’intervista che la morte di Bob era prevista in “Chapter Four: Will The Wise” ma alla fine, vista la bontà e la duttilità del character, si è optato per “Chapter Eight: The Mind Flayer” e non si può che apprezzare questa scelta visto che empaticamente l’effetto avuto è stato nettamente superiore.
Ai The Duffer Brothers non si può criticare veramente niente in questa puntata, eccezion fatta per l’inutile scena di Billy ed il padre. Non si può nemmeno valutare negativamente la morte di Bob in quanto arriva in un momento topico dell’episodio ed esattamente quando meno lo si aspetta da una serie molto politicamente corretta come Stranger Things. Se è infatti normale mettere in pericolo i vari personaggi, è altrettanto uso e costume quello di salvarli in extremis con un deus ex machina a caso che a fine episodio risponde con il nome di Eleven. Eppure per Bob si opta per una scelta più coraggiosa, coraggiosa come la ripresa cruenta della sua morte che è stata volutamente richiesta dall’attore per enfatizzare il dramma di fronte agli occhi di Joyce e Jim. I due creatori hanno rivelato in un’intervista che la morte di Bob era prevista in “Chapter Four: Will The Wise” ma alla fine, vista la bontà e la duttilità del character, si è optato per “Chapter Eight: The Mind Flayer” e non si può che apprezzare questa scelta visto che empaticamente l’effetto avuto è stato nettamente superiore.
Will: “Why am I tied up?Why am I tied up? Why am I tied up? Let me go! Let me go! Let me go!“
Nonostante i Demo-dogs e la morte di Bob possano sembrare gli elementi più importanti della puntata, una menzione d’onore deve averla necessariamente Noah Schnapp, (non più) piccolo interprete di Will. Scodella di capelli a parte, la sua interpretazione mette i brividi per intensità e comunicazione sia vocale che gestuale e si dimostra decisamente superiore rispetto agli altri colleghi coetanei. Immaginare un Dustin recitare alla stessa maniera sarebbe impossibile per cui, se il risultato e la forza della puntata sono quelli che sono, il merito è anche di Schnapp.
THUMBS UP | THUMBS DOWN |
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“Chapter Eight: The Mind Flayer” è un episodio immenso che, tra i vari omaggi ai film degli anni ’80 (Jurassic Park su tutti) ed una buona dose di deus ex machina (comunque accettati di buon grado visto il tenore della serie), trascina Stranger Things al suo apice facendolo brillare come la stella che tanti acclamano (in maniera sbagliata) sin dalla prima stagione. Le potenzialità c’erano e sono state dimostrate. Non siamo di fronte ad un capolavoro o ad una serie che cambierà la storia come Lost, ma se in futuro si porterà la serie dei The Duffer Brothers su un piedistallo sarà anche per merito di “Chapter Eight: The Mind Flayer”.
Chapter Seven: The Lost Sister 2×07 | ND milioni – ND rating |
Chapter Eight: The Mind Flayer 2×08 | ND milioni – ND rating |
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Fondatore di Recenserie sin dalla sua fondazione, si dice che la sua età sia compresa tra i 29 ed i 39 anni. È una figura losca che va in giro con la maschera dei Bloody Beetroots, non crede nella democrazia, odia Instagram, non tollera le virgole fuori posto e adora il prosciutto crudo ed il grana. Spesso vomita quando è ubriaco.