The Blacklist 7×15 – Gordon Kemp (No. 158)TEMPO DI LETTURA 4 min

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Do you have any of the really big bags of ice?”

Una rapina al mini market scatena una reazione a catena e porta la trama orizzontale ad affrontare di petto uno dei più spinosi problemi della società statunitense: la facilità per chiunque di acquistare armi da fuoco o, come dice la potentissima lobby, “il diritto di ognuno a portare armi”.
Gordon Kemp, titolare dell’episodio, non è certamente un personaggio simpatico, ma neanche la decisione di Red di farsi giustizia da sé, sull’onda dell’emozione per la scena a cui ha dovuto assistere, riesce a conquistare completamente l’approvazione dello spettatore. Tutta la puntata, d’altronde, è all’insegna dell’ambiguità morale. Un momento cardine è quello in cui Lizzie deve scegliere se impedire o meno al Concierge del Crimine di mandare a monte la consegna di un carico di pistole a buon mercato, destinate a rifornire i piccoli criminali da strada, anche se l’operazione, dal punto di vista tecnico, è perfettamente legale. Da notare, in questo frangente, la posizione del capo Cooper. Egli si schiera dalla parte della legge, anche se il suo cuore suggerirebbe diversamente.
Lei sceglie di stare dalla parte di Red e questo scalda per un attimo il cuore del pubblico, perché fa pensare non solo ad un principio morale, ma anche ad un affetto fra i due, ma la dolcezza dura poco.

L’un contro l’altro armati

Per portare avanti la trama orizzontale, infatti, viene mostrato Ilya, ancora sconvolto dal trattamento riservatogli da Katarina e Berdy. Nessuno gli crede, quando dice di essere spiato e pedinato, ma presto viene scoperta la detective a cui Lizzie aveva affidato le indagini su Mr. Koslov. Qui, a sorpresa, l’episodio riserva forse l’unico momento di vero sorriso: il torturatore Brimley, infatti, sceglie infatti di far parlare la donna stimolandola e facendola piangere coi vecchi giochi da tavola, potentissimi generatori di nostalgia. Vero, come chiunque può facilmente verificare.
L’investigatrice privata, dunque, confessa tutto. Red ora conosce le intenzioni dell’agente Keen, sa che lei sa che lui non è Ilya, ma tiene per sé le informazioni ricevute e, davanti a lei, decide di fare come se niente fosse, almeno per il momento. Si apre così un nuovo fronte di guerra, per ora sotterraneo, fra i due protagonisti della serie. Sono l’un contro l’altro armati, non solo metaforicamente.
Ilya, per quanto si sia sempre dimostrato pronto a difendere i suoi segreti a costo della vita, potrebbe essere un personaggio chiave per arrivare alla verità su chi sia l’uomo chiamato Raymond Reddington. Tanto più adesso, con la scomparsa, a 81 anni, dell’attore Brian Dennehy, interprete di nonno Dom. Mr. Wilkinson era stato lasciato in coma all’inizio della stagione. Lo showrunner John Bokenkamp ha dichiarato che già da tempo erano pronte due versioni della storia, una in cui Dom sopravvive, l’altra no. Di certo rimane il dispiacere per la perdita di una figura molto interessante, anche nelle sue brevi apparizioni. Soprattutto, rischia di rimanere non chiarito quanto davvero egli non sapesse e quanto abbia consapevolmente mentito nei racconti alla nipote. Nell’attesa di scoprire se, come qualcuno avrebbe anticipato, verranno utilizzate scene già girate con Dennehy in qualche futuro episodio, la NBC ha deciso di ritrasmettere l’episodio Rassvet, proprio in onore dell’attore scomparso.
 

THUMBS UP THUMBS DOWN
  • Tema della puntata
  • Svolte di trama
  • L’effetto nostalgia dei giochi da tavola
  • Ilya soffre le conseguenze del trattamento a cui è stato sottoposto e nessuno gli crede
  • Gordon Kemp
  • Rapinare un mini market mentre dentro ci sono Red e Dembé, big mistake

 

Sul contrasto fra morale personale e leggi nazionali l’uomo s’interroga almeno sin dai tempi antichi dell’Antigone di Sofocle. Non si è ancora giunti ad una conclusione definitiva. Nel contesto di The Blacklist, comunque, vedere i personaggi principali pronti a ingannarsi e quasi a tradirsi l’un l’altro, in nome dei principi della legalità, aumenta l’incertezza sugli sviluppi futuri. Se lo show, a settima stagione inoltrata, sa ancora regalare svolte impreviste e impegnare lo spettatore in una riflessione su temi importanti, è un ottimo indice di salute e vitalità del prodotto. Non si sa quanto abbia influito, sulla realizzazione si questo episodio, l’impegno di Megan Boone contro le armi da fuoco, ma il risultato è decisamente buono. Probabilmente è meglio così, rispetto al vedere il gruppo della Task Force, per quanto sia una famiglia, trasformato in una gang criminale pronta a spalleggiarsi e coprirsi sempre, comunque e dovunque a prescindere dall’etica.
 

Twamie Ullulaq 7×14 4.86 milioni – 0.7 rating
Gordon Kemp 7×15 4.82 milioni – 0.6 rating

 

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Casalingoide piemontarda di mezza età, abita da sempre in campagna, ma non fatevi ingannare dai suoi modi stile Nonna Papera. Per lei recensire è come coltivare un orticello di prodotti bio (perché ci mette dentro tutto; le lezioni di inglese, greco e latino al liceo, i viaggi in giro per il mondo, i cartoni animati anni '70 - '80, l'oratorio, la fantascienza, anni di esperienza coi giornali locali, il suo spietato amore per James Spader ...) con finalità nutraceutica, perché guardare film e serie tv è cosa da fare con la stessa cura con cui si sceglie cosa mangiare (ad esempio, deve evitare di eccedere col prodotto italiano a cui è leggermente intollerante).

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